La piazza di Oneglia su cui si affaccia la casa natale di Edmondo De Amicis, è stata teatro di un evento memorabile: l'incontro che ha suggellato la storica pacificazione tra Toti e Scajola.
I due ne hanno voluto sottolineare la trascendentale importanza compiendo insieme un gesto altamente simbolico, quale l'accensione delle luminarie natalizie: segno, questo, che il sindaco non ha neanche un tombino da inaugurare. Per l'occasione è stato comunque eretto un palco, il che ha indotto alcuni maliziosi ad insinuare un rapporto con la statura fisica del primo cittadino, detto non a caso popolarmente il "bassotto".
La folla festante, elemento insostituibile della coreografia, in realtà scarseggiava, come ormai sempre succede da quando è venuta a mancare la "compagnia dell'applauso", composta in origine dai tifosi della pallanuoto, chiamati a raccolta dai Todiere, dai Bensa, dai Brioglio: più lugubri del "bassottismo" in versione "sportiva" ed in assetto paramilitare. L'insuccesso di pubblico è stato però ampiamente compensato con i discorsi pronunziati dai protagonisti dell'incontro, riecheggianti la fondazione dell'Asse Roma-Berlino in occasione della visita di Hitler a Roma (ora ci si limita al connubio tra Imperia e Genova). In quella occasione il "fuhrer" ed il "duce" finirono per credere anch'essi alla panzana raccontata ai loro seguaci, cioè che mettendosi insieme avrebbero sottomesso il mondo intero.
Anzichè progettare una nuova "marcia su Roma" con partenza dalla Liguria, sarebbe risultato più appropriato trarre spunto dal gesto compiuto, cioè una illuminazione, per tracciare un parallelo con la Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese in forma di fiamme sul capo degli apostoli. Similmente la destra ligure attende una ispirazione divina: in vista delle elezioni politiche, può salvarla soltanto il Padre Eterno. Gli eletti negli enti locali, cioè i malcapitati sindaci dell'entroterra, che ai tempi di Taviani componevano una sorta di agguerrita falange, si stringono intorno al "bassotto" alla disperata ricerca di un protettore.
Nè l'ex ministro, nè il "governatore", nè il Presidente del Consiglio (che comunque ignora perfino l'esistenza dei due "elettricisti") possono però disporre del becco di un quattrino: mentre si spende per le luminarie, gli autisti della "Rivira Trasporti" aspettano lo stipendio arretrato, e gli autobus aspettano il carburante.
I tubi dell'acquedotto sono bucati come un colabrodo, ma in piazza De Amicis si trascurano simili quisquilie, e si parla di alta politica, vale a dire delle scelte del sindaco di Mendatica, o di quello di Olivetta San Michele, in una orgia di sigle: dopo "Polis", abbiamo "Coraggio Italia". Di coraggio, in effetti, ce ne vuole molto per presentarsi agli elettori. I quali non percepiscono la condizione di isolamento e di smarrimento in cui si muovono i due personaggi che si esibiscono squallidamente in Piazza De Amicis. Costoro non hanno infatti, al di fuori della nostra Regione, assolutamente nessun referente.
Draghi governa mediante l'apparato dello Stato, rafforzato dagli ufficiali delle Forze Armate che hanno trasformato Palazzo Chigi in una caserma, e potrebbero in futuro coltivare - grazie ai loro rapporti con l'estero - delle ambizioni e dei propositi di tipo "nasseriano". Il Presidente del Consiglio è comunque l'unico referente delle potenze extra europee, che stanno comprando l'Italia un pezzo dopo l'altro. I Paesi che contano nell'Europa continentale, cioè la Francia e la Germania (che agisce al di qua del Brennero per il tramite dell'Austria) si preparano per il momento in cui lo Stato italiano entrerà in cariocinesi: il Trattato del Quirinale, anche nelle sue parti non riservate, riconosce espressamente a Parigi un "droit de regard" sul Nord-Ovest.
Il ruolo della destra nel Governo nazionale risulta sempre più marginale, per cui questa parte politica è destinata a perdere uno ad uno i suoi feudi, come dimostrano i risultati delle amministrative. Rimane l'opposizione di piazza, in cui però possono arruolarsi soltanto dei capi popolo decisi e spregiudicati, non certo i fossili viventi come Toti e Scajola. Cui non rimane che amministrare la decadenza.
Il sindaco propone al "governatore" la Provincia di Imperia come il nuovo "ridotto della Valtellina", dove Mussolini voleva rinchiudersi con gli ultimi fascisti repubblichini. Non a caso, si è schierato col sindaco il suo collega di Taggia, dietro al quale incombe minacciosa l'ombra del suo bagnino.
Rimane la Chiesa, che si proietta però nell'alleanza promossa dal Papa con le forze sociali e spirituali degli altri continenti. E' finito il tempo dei frequentatori delle sacrestie, dei peccatori di provincia in cerca di assoluzioni a buon mercato. I due personaggi che si sono esibiti ad Oneglia sono soltanto dei sopravvissuti di un'epoca definitivamente tramontata simili al prode Anselmo: il quale "non si era accorto che andava combattendo ed era morto". 


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Mario Castellano  06/12/2021
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