I dati della cronaca, riguardante sia grandi eventi politici della Capitale, sia i più modesti accadimenti della grande provincia italiana, devono essere letti come altrettante tessere di un mosaico di cui si sta già profilando il disegno complessivo.

I dati della cronaca, riguardante sia grandi eventi politici della Capitale, sia i più modesti accadimenti della grande provincia italiana, devono essere letti come altrettante tessere di un mosaico di cui si sta già profilando il disegno complessivo.
Quando lo si potrà decifrare compiutamente, purtroppo, sarà forse tardi per correre ai ripari.
Abbiamo già, riferito, nel nostro articolo precedente, di come la Lega stia riunendo nelle varie province i suoi uomini di mano: quelli che un tempo, sull’esempio dei paramilitari della Serbia, avrebbero dovuto procedere alla “pulizia etnica”, mentre ora li si intende impegnarli nella “pulizia ideologica”.
Potemmo decifrare i primi sintomi di questo cambiamento negli obiettivi già diversi anni or sono, rendendoci conto di essere stati inseriti – pur non potendo vantare alcuna ascendenza meridionale - nelle liste di proscrizione compilate dai dirigenti “padani” della nostra zona.
Ora si moltiplicano le notizie dei rinvenimenti di armi, che uniscono il Nord, dove alcuni aspiranti terroristi di estrema Destra sono stati trovati addirittura in possesso di un missile terra – terra, il Centro, in cui un altro arsenale è stato scoperto a Siena e dintorni, ed infine “Dulcis in fundo” - il Sud.
Qui, naturalmente, la commistione tra estremismo neonazista e mafia non poteva che risaltare in tutta la sua evidenza.
A suo tempo, avevamo lanciato un grido di allarme in occasione delle Elezioni Amministrative di Ventimiglia e Sanremo, quando l’Onorevole Furgiuele compì un giro elettorale a sostegno dei candidati a Sindaco di Centro – Destra.
Se questo “tour” risultò trionfale per la calorosa accoglienza riservata al parlamentare calabrese, l’esito fu invece controverso: al grande successo del suo “protégé” della Città di confine fece infatti riscontro il clamoroso “flop” registrato nella vicina Città dei Fiori, una realtà urbana troppo eterogenea perché il sostegno dei mafiosi potesse rivelarsi determinante.
Ora, però, il fenomeno pare assumere nel Meridione tutt’altra rilevanza.
Se al Nord si tratta di fare affidamento sullo spirito di corpo di quella parte di popolazione immigrata dal Sud che mantiene con i luoghi di origine un rapporto non soltanto affettivo, bensì di tutt’altra e ben più temibile natura, in Sicilia – ma non soltanto – l’estrema Destra dimostra di aver capito come risulti inutile, ed anzi controproducente, il tentativo di stabilire un controllo territoriale diretto: meglio delegare il compito alla “Onorata Società”, che già lo detiene.
Si evitano così inutili conflitti, e si può contare su di un meccanismo oliato da secoli di potere di fatto, tanto capillare quanto omertoso.
Il nucleo di armatissimi mafiosi affiliati all’estremismo neonazista, ovvero di estremisti neonazisti affiliati alla Mafia (siamo ormai giunti ad una criminalità “double face”, nella quale risulta impossibile distinguere il “recto” dal “verso”) aveva come epicentro Enna.
Quando ancora questa Città si chiamava Castrogiovanni, fu l’ultima a cadere in mano ai Normanni nel processo di graduale riconquista dell’Isola da parte dei Cristiani, dopo due secoli di dominio arabo e musulmano: si tratta insomma dell’equivalente italiano di Granada.
Non è dunque casuale che attualmente i Musulmani concentrino i loro investimenti immobiliari sulla Città della “Alhambra”, nonché per l’appunto su Enna, destinata nei loro progetti ad ospitare la loro prima Facoltà Teologica nel nostro Paese.
In questo modo da un lato si porrà fine alla piaga dei cosiddetti “Imam fai da te”, ovvero ordinati da sé stessi, ma nel contempo si affermerà una presenza dagli allusivi precedenti storici.
Non sappiamo se nel corso di Laurea sono incluse la letteratura e la musica, ma nel caso i Musulmani potranno contare su due illustri Cattedratici originari dell’Isola, quali Pietrangelo Buttafuoco e Franco Battiato, entrambi capofila dei convertiti.
I neonazisti di Siena volevano far saltare in aria la Moschea di Colle Val d’Elsa: un progetto già vagheggiato da Oriana Fallaci, la quale intendeva incaricare della sua esecuzione i cavatori di marmo delle Apuane, dimostratisi però troppo tolleranti in materia religiosa per prestarsi a tale bisogna.
Ora ci domandiamo se i Neonazisti – mafiosi di Castrogiovanni intendessero agire contro gli Islamici ovvero in combutta con costoro.
Da un lato, la Mafia potrebbe temere un ritorno della Sicilia nel cosiddetto “Dar al Islam”, ma non mancano dall’altro lato i segnali di una possibile “entente cordiale”: i Camorristi adornano le braccia versetti del Corano (che essi non sanno decifrare, mentre l’autore dei tatuaggi è invece in grado di scriverli) ed adottano come nomi di battaglia quelli dei Compagni del Profeta.
Ci sono dunque degli “Alì” Esposito e degli “Hussein” Ammendola: la Lega secessionista – se esistesse ancora – troverebbe in questa commistione ottimi argomenti per sostenere la sua equiparazione tra il Meridione ed il Mondo Arabo.
Pare che il nucleo terroristico di Enna volesse attentare ad una sede dei Partigiani: tenuto conto che gli ultimi veterani della Guerra di Liberazione combattono ormai con i disturbi della prostata, si trattava probabilmente di un falso obiettivo, ovvero del classico bersaglio dimostrativo.
Chi intende affermare il proprio controllo territoriale ha priorità ben diverse.
Non ci si può d’altronde obiettare che gli arrestati fossero degli sprovveduti: l’arsenale in loro possesso (non si trattava delle classiche ma obsolete “lupare”) risulta essere di prim’ordine, né proviene da quello “Hard discount” degli armamenti che è l’Europa Orientale, dove la merce è tanto a buon mercato quanto di basso livello.
I “nazimafiosi” disponevano di armi in dotazione dell’Alleanza Atlantica, ed anche il famoso missile terra – terra sequestrato ai loro cugini del Settentrione pare fosse arrivato dall’America passando per gli Emirati.
Arriviamo così alla raffigurazione centrale del mosaico, costituita dalle grandi manovre di Salvini per sovvertire le Istituzioni.
Il “Capitano” pare avere ormai scatenato l’assalto finale al Palazzo: il suo cavallo di battaglia è l’atto di Diritto Internazionale con cui l’Italia ha aderito al Fondo Salva Stati europeo, che risulta illegittimo per due motivi: in primo luogo si tratta di un Trattato segreto, ma soprattutto è stato negoziato da Conte senza che il Presidente del Consiglio fosse stato accreditato per discuterlo e per sottoscriverlo a nome dell’Italia.
All’atto della firma era però presente l’allora Sottosegretario Giorgetti: come fa dunque Salvini a dire che non era stato informato?
Il “Capitano” getta sul tavolo della contesa la sua preponderanza, essenzialmente dovuta – essendo ormai formalmente fuori dal Governo – al controllo territoriale: “Superior stabat lupus, inferior agnus”.
Ecco quale è il filo che lega i gruppi eversivi armati con le vicende di Roma: non si tratta di piccoli gruppi di disperati, ma del classico Stato nello Stato, di un esercito privato che ha il compito di assediare le Istituzioni.
Se alcuni nuclei sono stati scoperti, quanti ce ne sono in realtà?
Quali sono le loro strategie?
Il destino di quanto rimane della Repubblica è nella risposta a queste domande.

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Mario Castellano 29/11/2019
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