Si dice che il poeta latino Ovidio venne allontanato da Roma ed esiliato a Tomis, sul Mar Nero, semplicemente perchè - appartenendo alla cerchia delle amicizie di Augusto - era stato involontario testimone dei facili costumi della sorella dell'Imperatore.
Il poeta di Sulmona non aveva fatto alcun uso ricattatorio, o semplicemente scorretto, di quanto sapeva.
La sua colpa, però, consisteva per l'appunto nel fatto di sapere.
Il commendator Giani, il dottor Burke e la dottoressa Ovejero sono stati allontanati dal Vaticano soltanto perchè, compiendo il loro lavoro - in un caso quello dell'investigatore, nell'altro quello dei giornalisti - avevano trovato le prove di un classico "segreto di Pulcinella", cioè del fatto che era stato il settore tradizionalista ad organizzare lo spionaggio ai danni del Papa Emerito, e poi dell'attuale Pontefice.
Quanto a noi, sappiamo che lo stesso settore è intervenuto sulla procura di Roma, e poi sul giudice per le indagini preliminari, per insabbiare le investigazioni - promosse in seguito alle nostre denunzie - sull'uccisione di Padre Fidenzio Volpi, Commissario Apostolico dell'Istituto dei Frati Francescani dell'Immacolata.
Il caso di Padre Bianchi è diverso.
Il religioso piemontese si è sempre tenuto alla larga dalle trame della corte pontificia.
Le accuse di sincretismo mosse contro di lui dai tradizionalisti non hanno mai trovato fondamento, e lo prova il fatto che il Vaticano gli ha attributo incarichi delicati ed importanti, sempre solti con fedeltà e con sagacia.
Perchè dunque sanzionarlo?
Per lo stesso motivo per cui venne a suo tempo esiliato Don Sturzo, sacerdote impeccabile e fedele al Papa: il prete di Caltagirone doveva però scontare una colpa che non si poteva in alcun modo purgare; quella di essere antifascista.
Padre Bianchi non poteva che entrare in conflitto con il nuovo regime, attualmente in via di instaurazione nel nostro sventurato paese.
Abbiamo letto attentamente l'articolo dedicato al suo caso su "La Repubblica" dal professor Alberto Melloni, che elenca i motivi di contrasto del Priore di Bose con un settore della curia.
Manca però - a nostro modesto avviso - la vera ragione della sua disgrazia, da ricercare in una circostanza che l'illustre collega aveva denunziato per primo: la cultura politica dei "pentastellati" è una cultura politica di destra.
Non c'è dunque più posto, in Italia, per una esperienza autenticamente ecumenica come quella di Bose, e soprattutto per un uomo capace di fare a suo modo politica estera continuando la tradizione di Mattei, di La Pira e di Fanfani, personaggi molto diversi tra loro, ma che avevano due tratti comuni: essere credenti ed essere dediti alla causa della pace e della concordia tra i popoli.
Noi non ci uniamo a quanti deplorano il Papa ed il cardinale Segretario di Stato, accusandoli di avere tradito un amico.
Alle questioni di stato non si possono applicare gli stessi criteri morali che valgono nei rapporti privati tra le persone.
Padre Bianchi ha pagato perchè la sua opera - per quanto ispirata - risulta anacronistica nell'attuale congiuntura storica, nell'attuale "zeit geist".
In tempi di identitarismo trionfante, non c'è più posto per l'ecumenismo. Che viceversa non persegue l'affermazione delle diverse identità, ma la loro composizione.
Il Papa non deflette dalla sua missione, volta ad ottenere giustizia per i popoli oppressi.
Oggi, però, si può servire questa causa solo assecondando la corrente prevalente, che precisamente consiste nella piena affermazione delle identità religiose, nazionali e regionali.
Per essere ecumenici, bisogna paradossalmente farsi identitari.
Padre Bianchi non poteva essere tale, il Papa lo è invece fino in fondo.
Ecco perchè, pur volendo raggiungere lo stesso risultato, il Vescovo di Roma ed il Priore di Bose si sono divisi sul come raggiungerlo.
Questo succede spesso, spevialmente quando si confrontano delle personalità forti.
Non rimane ora che continuare ad aiutare Bergoglio, nella coscienza che la sua scelta è quella giusta, tanto nel merito quanto nel metodo.
Con una avvertenza, però, ai tradizionalisti non basta certamente aver ottenuto la testa di Padre Bianchi: essi vogliono anche quell del Segretario di Stato, e soprattutto del Papa.

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Mario Castellano 03/06/2020
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