I fautori del colonialismo nelle Americhe sono soliti ricorrere ad una comparazione che in apparenza li esonera dall'accusa di essere dei razzisti.
Nelle Antille, vicino ad Haiti, il paese più povero del continente, c'è l'isola di Barbados, ugualmente abitata da afroamericani, che però - grazie all'industria turistica impiantata dal dominio britannico - vanta il reddito pro-capite più alto dell'emisfero. Haiti fu invece il primo stato indipendente "nero" del mondo.
Se questo paragone fosse riferito ai fieri compatrioti di Toussaint Louverture, ed in genere alla gente della loro stessa genia, essi risponderebbero che non importa essere ricchi o poveri, ma padroni in casa propria.
Anche se a volte il fatto di non essere tali comporta dei privilegi.
Joseph Roth ricorda che l'imperatore Francesco Giuseppe partecipava alla processione del Corpus Domini di Vienna sulla sua carrozza, scortato dalla guardia del corpo composta da bosniaci musulmani.
Anche il "generalissimo" Franco si faceva accompagnare dai "moros", cioè da mercenari - anch'essi di fede islamica - provenienti dal Marocco spagnolo.
"Si parva licet componere magnis", il sindaco di Imperia, liquidata per motivi economici (non c'erano più soldi per pagarla) la milizia privata fornita dalla "Rari Nantes", si circonda - come gli altri gerarchi del suo partito - di immigrati magrebini.
I "gurka", rimasti disoccupati in seguito alla "spending rewiew" operata dai governi conservatori, protestano per le vie di Londra esibendo le loro decorazioni.
In tutti questi casi, le genti dominate a suo tempo dal colonialismo hanno barattato la loro subordinazione con alcune prebende, più o meno retribuite, ma il loro ruolo è rimasto rigidamente confinato nella subalternità.
Quando però le migrazioni sono tanto massicce da indurre un mutamento nella composizione etnica e culturale - e di conseguenza nei costumi - delle stesse metropoli degli imperi, si determina un cambiamento di civiltà, in seguito al quale chi era subalterno diviene egemone.
Nella Roma imperiale, confluirono genti che provenivano da tutto il mondo allora conosciuto: non mancavano, naturalmente, quelle di origine gallica o germanica, ma presero il sopravvento - in campo religioso - i culti orientali, provenienti dall'altra sponda del Mediterraneo. Si diffusero così i seguaci di Mitra e di Helios, ma alla fine prevalse una corrente ereticale dell'ebraismo, diffusa da alcuni israeliti sbarcati - come oggi avviene per gli "extracomunitari" a Lampedusa - nel porto di Ripa Grande. I loro primi seguaci appartenevano comunque alla comunità israelitica, già da tempo insediata nell'Urbe.
Svetonio, nelle sue "vite dei dodici Cesari" attesta che gli ebrei di Roma erano venuti alle mani tra di loro a causa di un certo "Cresto", che alcuni di loro consideravano il Messia, mentre altri gli negavano tale qualifica.
In seguito, però, il nuovo culto divenne di moda, ed alcune nobili e ricche matrone vi aderirono con entusiasmo. Una di loro, appartenente alla cospicua famiglia dei Laterani, donò ai cristiani il terreno su cui avrebbero edificato il loro primo luogo di culto "en plein air".
Giunti al potere, i seguaci della nuova religione abbatterono le statue degli dei pagani.
"Nihil sub sole novi": oggi gli immigrati dal meridione del mondo si accaniscono contro i simulacri di quei campioni del settentrione che avevano a suo tempo instaurato il dominio europeo sui loro paesi di origine.
Avevano cominciato i musulmani di Vienna, opponendosi alla costruzione di un monumento dedicato a Giovanni III Sobietsky, che aveva liberato la città dall'assedio del 1683. A Bristol, in Inghilterra, una folla di africani inferociti ha gettato nel fiume l'effige di un mercante di schiavi, mentre ad Anversa, nel Belgio, è stata rimossa quella del re Leopoldo, già "prorpietario" del Congo, che in seguito regalò "sua sponte" allo stato. Negli Stati Uniti, gli immigrati latinoamericani hanno fatto togliere dalle piazze le statue di Colombo. Gli italoamericani, discendenti di nostri poveri emigranti, non potranno più celebrare il "Columbus day", ritenuto celebrativo di un evento nefasto e vergognoso.
Risulta difficile separare il grano dal loglio.
Che l'ammiraglio genovese sia stato un conquistatore, più che un esploratore, è assodato.
Più arduo è il tentativo di eliminare l'elemento europeo dalla cultura dell'America Latina, che è sorta certamente da uno stupro collettivo, ma costituisce anche una identità meticcia ed originale.
C'è anche chi si propone di ripristinare la religione originale (nostra moglie è tra quanti non l'hanno mai rinnegata), ma anche in questo caso predomina il sincretismo, in cui gli apporti dell'una e dell'altra fede sono presenti in proporzioni diverse da luogo a luogo, come pure da una persona all'altra.
Quanto a Winston Churchill, colpito anch'egli da una "damnatio memoriae", se è vero che espresse alcune valutazioni di contenuto razzistico, è però innegabile che combattendo il nazismo, impedì la completa consumazione dell'Olocausto. Non vi è dunque dubbio che lo statista inglese abbia contrastato nei fatti il razzismo.
Gli eroi sudisti, anch'essi fatti oggetto di esecrazione negli Stati Uniti, certamente combatterono per perpetuare lo schiavismo, ma difesero anche il diritto alla autodeterminazione della confederazione. Al punto che la sua bandiera veniva portata in corteo dalla sinistra italiana.
Invece di abbattere le statue, sarebbe meglio valutare spassionatamente le vicende storiche, per evitare che certe rivendicazioni causino nuove ingiustizie.
La professoressa Pellicciari ha sostituito un'altra donna ugualmente combattiva, la marchesa Del Drago, alla guida di quanti si propongono di ripristinare lo stato pontificio. Se costoro dovessero riuscire nel loro intento, gli ebrei verrebbero però confinati nuovamente nel ghetto. Con tanti saluti al principio di eguaglianza.
Questo è il punto nodale di tutto il discorso.
L'identitarismo ispira attualmente il processo di emancipazione dei popoli, ma quando tale meta viene raggiunta, inizia in molti casi la pulizia etnica.
Dopo il 1918, sul "confine orientale", la praticarono gli italiani contro gli slavi, ma dopo il 1945 le parti si invertirono tragicamente. Ciascuno, però, tende a ricordare soltanto le vittime della sua parte.
Gli arabi lamentano la cacciata dei palestinesi dallo stato di Israele, ma fecero esattamente lo stesso con le rispettive comunità israelitiche.
L'attuale iconoclastia ci ammonisce comunque sul fatto che la storia tende di nuovo a lasciare campo libero alla passione.
Nessun visitatore inglese si sente offeso perchè a Parigi c'è la statua di santa Giovanna d'Arco.
Insieme a nostra moglie, visitammo a Palazzo Tursi, il municipio di Genova, la reliquia del dito di Cristoforo Colombo, che aveva indicato il Nuovo Mondo: il grande navigatore aveva propiziato il nostro matrimonio.
Montini restituì alla Turchia le bandiere prese dai cristiani a Lepanto, ma pare che lo "stato islamico" intenda compiere un attentato a san Petronio: la basilica di Bologna ospita infatti un dipinto che raffigura Maometto nell'inferno. Prima o poi Zuppi lo farà rimuovere, ma non si può cancellare l'espressione dello stesso concetto dalla "Divina Commedia".
Vogliamo escluderla dai corsi di studio, per non offendere gli allievi musulmani?
Le cattedrali di Palermo e di Corbova devono tornare ad essere moschee?
La storia non procede purtroppo essendo guidata dalla ragione, ma secondo le ragioni del rapporto di forze.

Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano 15/06/2020
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved