Il professor Massimo Cacciari, nel suo brillante articolo di fondo comparso su “La Repubblica” di venerdì 3 luglio, sostiene una tesi che per chi – come l’ex sindaco di Venezia – proviene dalle fila dell’operaismo a lungo professato da certa sinistra italiana, suona singolare: il maggiore pericolo per la democrazia non è causato dal venir meno – a causa dell’attuale crisi economica – della vecchia classe lavoratrice (un tempo si sarebbe detto del proletariato), bensì dalla sparizione del ceto medio; che – annota Cacciari – “crolla nella distribuzione del reddito e nelle sue attese di promozione sociale”.