Confinati come siamo, per volontà del collega Alvaro Martino, nella nostra remota provincia di confine, possiamo soltanto osservare da lontano quanto avviene laddove si esercita il potere.  
Confinati come siamo, per volontà del collega Alvaro Martino, nella nostra remota provincia di confine, possiamo soltanto osservare da lontano quanto avviene laddove si esercita il potere.  
Immaginiamo l’affannarsi, nelle scorse ore, di quanti hanno cercato di trafugare l’enciclica, al fine di consultarla in anticipo sulla concorrenza.  
La volta scorsa, un collega riuscì, corrompendo un dipendente infingardo della Libreria Editrice Vaticana. L’intrigante “vaticanista” aveva però dimenticato una regola fondamentale dello spionaggio: non basta trovare le informazioni, ma occorre anche essere in grado di analizzarle. Essendone incapace, il collega bruciò il vantaggio temporale, acquisito a caro prezzo: anzi, a prezzo doppio, in quanto venne scoperto e privato dell’accreditamento presso la Santa Sede. Il suo editore dovette rimediare, implorando una udienza presso il Papa, cui recò le proprie scuse, insieme con il “bustone” di prammatica in simili circostanze. Trattandosi di un israelita, l’episodio recò comunque beneficio ai rapporti ecumenici. Noi, dopo avere letto il documento senza violare le regole, precedemmo il collega con il nostro commento.  
La carovana dei “vaticanisti” si è diretta nei giorni scorsi ad Assisi, tentando di carpire qualche anticipazione del contenuto dell’enciclica da un nostro studio dell’ambiente. Ne sono sortiti soltanto dei cosiddetti “pezzi di colore”.
Meglio dunque affidarsi a quanto ha detto lo stesso Bergoglio, di cui Marco Damilano riporta su “L’Espresso” questa bella citazione: “Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli spazi di potere rispetto ai tempi, anche lunghi, dei processi Noi dobbiamo avviare processi, più che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. E richiede pazienza, attesa”.
Probabilmente, la chiave di lettura del documento si trova in queste parole del Papa.
L’ingiustizia sofferta dalla parte del mondo che egli rappresenta ha certamente una causa “strutturale” – come si direbbe nell’ormai obsoleto linguaggio marxista – ma anche una origine per così dire “sovrastrutturale”. 
Gli occidentali hanno ritenuto che la superiorità tecnologica prodotta dalla loro cultura, che ne ha propiziato il dominio sul resto del mondo, significasse anche superiorità spirituale e morale, che cioè il famoso “fardello dell’uomo bianco” gli permettesse – ed anzi gli imponesse – di “civilizzare” i suoi simili, ritenuti “inferiori”.

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Mario Castellano 08/10/2020
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