I giornali italiani, nell'esaltare l'azione diplomatica estera svolta dal Governo Draghi, danno per scontata l'estradizione dei terroristi arrestati in Francia.
In realtà, questo risultato non si può considerare assolutamente acquisito, e dubitiamo che lo si possa ottenere. Per evitare l'estradizione, basterà infatti alla difesa dei nostri connazionali convincere i giudici d'oltralpe del fatto che sulle sentenze di condanna e rese dal sistema giudiziario italiano ha influito una motivazione politica.
A questo punto, chi non conosce il diritto penale può obiettare che un omicidio costituisce reato a prescindere dal movente da cui è stato animato il suo autore. Quando però costui agisce per motivi politici, il giudice chiamato a decidere sulla estradizione può ragionare in questi termini: se un cittadino è giunto al punto di commettere un delitto a causa della situazione politica in cui si trovava il suo Paese, ciò significa che essa era tale da non lasciare un'altra scelta agli oppositori. In base ad un simile ragionamento, nessun criminale politico risulta estradabile. Tanto più quando, come nel caso dei terroristi rifugiati oltralpe, tanto i difensori quanto gli intellettuali simpatizzanti degli imputati descrivono la situazione italiana degli Anni Settanta come caratterizzata da una repressione tanto grave e sistematica da rendere inevitabile l'insorgenza.
Fin qui, comunque, il dibattimento nella "chambre d'accusation" di Parigi verterebbe sul passato. Gli avvocati non mancheranno però di asserire che la situazione di oppressione in cui l'Italia versava all'epoca dei fatti contestati ai loro assistiti prosegue anche oggi, ed anzi risulta peggiorata. Negli "anni di piombo", infatti, non si erano mai limitati i diritti personali come avviene ora, con la motivazione di combattere l'epidemia.
L'estradizione verrebbe dunque concessa per motivi politici: gli stessi alla base delle sentenze di condanna. A questo punto, una decisione assunta da uno Stato di diritto - quale è la Francia - asserirà che l'Italia non si può considerare tale. Possiamo immaginare l'effetto destabilizzante di questa affermazione, che inevitabilmente finirà per giustificare una insorgenza nel nostro Paese, attuata con mezzi illegali ed anche violenti.
La Francia, dunque, anzichè sostenere le nostre istituzioni - come afferma la stampa italiana - le sta in realtà destabilizzando. Probabilmente, nell'ambito di un disegno volto a perseguire la frammentazione territoriale dello Stato italiano. Il quale, vantando un asserito successo in politica estera per galvanizzare una popolazione impoverita e disperata, in realtà si squalifica ulteriormente, essendo la sua azione disapprovata da una nazione amica e alleata.
Noi siamo stati tra i primi a ricevere minacce da parte dei terroristi, quando ancora il loro movimento era in fase di incubazione. Il fatto avvenne nel 1970, il giorno di Sant'Anna: certe esperienze non si dimenticano mai. L'autore dell'intimidazione veniva usato all'epoca da un deputato comunista della nostra zona per regolare i conti nel partito. Quando un oppositore interno gli dava fastidio, costui incaricava il futuro brigatista, in seguito condannato, di insultarlo con epiteti presi dai processi staliniani, quali "piccolo borghese opportunista" o "frazionista asservito ai nemici di classe". Ad un certo punto, l'insultatore professionale decise di mettersi in proprio, e di passare alle vie di fatto. Nè il deputato, nè altri dirigenti gli ricordarono mai una semplice verità, e cioè che l'azione illegale - una volta instaurato lo Stato di diritto - era da evitare, in quanto contraria agli interessi dei lavoratori. Non avendo asserito questo principio, la sinistra comunista si è resa responsabile sul piano politico del terrorismo. Ciò non elimina, nè attenua naturalmente la responsabilità morale e penale di chi ha praticato la violenza, ma la nostra classe dirigente non ha il prestigio necessario per guidare il Paese nell'emergenza, e tenta di sostenersi facendo credere che la colpa dell'attuale sfacelo sia da attribuire agli ex terroristi. I quali sono certamente dei mascalzoni, ma non hanno la colpa di avere governato male il nostro sventurato Paese.


Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano  3/05/2021
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved