Riferisce il Libro dei Re che Elia salì sulla montagna per sentire la voce di Dio.
Il Signore non manifestò tuttavia nè "in vento", nè "in commotione", nè "in igne", bensì con "una lieve voce di silenzio". Così si esprime la Bibbia, con una apparente contraddizione in termini.
E' inutile cercare sui giornali, scritti o parlati, notizia delle manifestazioni che si svolgono in tutta Italia. Una di queste informazioni viene però tenuta - se così si può dire - ancora più nascosta delle altre: a Cagliari, alcuni giovani manifestanti hanno bruciato la bandiera italiana. Non incorreremo nella apologia di reato affermando che hanno fatto bene. Lasciamo ben volentieri questo rischio al Presidente della Regione, il quale è un separatista dichiarato, che rimane seduto - come i leghisti prima maniera - quando si esegue l'inno nazionale: l'incidente si è verificato anche in presenza di Mattarella, capitato nell'isola per festeggiare l'anniversario dello statuto di autonomia. Non è d'altronde nostro compito valutare i comportamenti delle persone in base al diritto penale. Ci limitiamo a rilevare che simili azioni, che risultavano snobistiche al tempo della "Dichiarazione di indipendenza della Padania" in Piazza San Marco, sono oggi la naturale espressione dello "leit geist", e che sono dunque destinate a moltiplicarsi.
Il movimento di protesta che sta montando in tutta Italia si dimostra debole e privo di prospettive - a prescindere dal numero delle adesioni - quando si limita ad esprimere delle rivendicazioni economiche. Risulterà infatti sempre agevole per chi detiene il potere placare i manifestanti promettendo - non importa se invano - dei "ristori" o dei crediti di imposta. Se invece si imbocca la strada del separatismo, non soltanto ci si muove in accordo con la tendenza ad affermare le varie identità, ma il tempo gioca inevitabilmente in favore di chi compie questa scelta, a prescindere dagli errori che si possono commettere.
Tra tutti i movimenti politici sorti in Europa occidentale dopo il 1968, ne sopravvivono solo due: l'I.R.A. in Irlanda e l'E.T.A. nel Paese Basco. Certamente, la loro fedeltà all'ispirazione marxista-leninista risulta anacronistica, e molti atti di violenza hanno rivelato una strategia controproducente, ma tuttavia il fatto di rapportarsi con una causa nazionale ha permesso ad entrambe queste formazioni di durare fino ad oggi, raccogliendo sempre nuove adesioni, malgrado siano cambiati nel frattempo i referenti internazionali, e dunque i finanziatori. Questo non mette tuttavia i separatisti al riparo dal rischio di muoversi in modo intempestivo.
Vi sono situazioni nelle quali un conflitto esplode perchè è divenuto inevitabile, come lo è il parto quando si compie la gravidanza. Che infatti può concludersi con un parto, oppure con un aborto. Questo precisamente avvenne nel 1956, quando scoppiò la rivolta d'Ungheria, e nel 1959, quando insorse il Tibet. Certamente, in ambedue i casi, la propaganda occidentale esortò le popolazioni ad insorgere, facendo credere che sarebbero state aiutate. Lo scopo cinico di questa propaganda non consisteva nel favorire la liberazione dell'uno e dell'altro Paese dal dominio straniero, bensì nel mettere in cattiva luce il comunismo. Questo obiettivo fu conseguito, anche grazie al plauso dei comunisti occidentali alla ripresa delle rivolte, ma al prezzo della vita di tanti patrioti generosi e innocenti.
Oggi non ci sono ancora le condizioni per uno smembramento degli Stati nazionali dell'Europa occidentale. Se dunque gli indipendentisti fanno bene ad affermare le rispettive identità, sbagliano quando credono possibile realizzare le loro rivendicazioni nel breve periodo. Quanto avvenuto in Catalogna dovrebbe ammonirli: l'Europa non ha solidarizzato con chi ha proclamato l'indipendenza, bensì con chi ne ha represso il tentativo, e soltanto la fermezza dei fiamminghi ha reso possibile dare asilo in Belgio agli esiliati.
I sardi devono dunque fare attenzione, tanto più se si dovesse confermare la presenza nell'isola di agenti provocatori provenienti da Roma, che agiscono per conto di servizi segreti stranieri. Per il momento la sola azione possibile è limitata alla metapolitica, cioè all'affermazione delle identità minoritarie nell'ambito della cultura.
L'isolamento causato dalle "chiusure" favorisce - per l'eterogenesi dei fini - questa tendenza. Non è però facile spiegarlo a chi è giovane, e vive per giunta in una situazione sociale disperata. E' però un irresponsabile chi manda allo sbaraglio una intera generazione. Certi dirigenti della sinistra lo hanno fatto quando eravamo giovani noi. Nel frattempo, abbiamo maturato l'esperienza necessaria per valutare le situazioni, come pure la moralità che ci impedisce di agire quali "cattivi maestri".     

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Mario Castellano  11/05/2021
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