Caro Sindaco,
Poiché i tuoi impegni professionali non ti permettono di fissare una udienza, metto per iscritto quanto devo in merito alle ripetute profferte di amicizia che mi giungono per tuo tramite da parte del Signor Giacomo Cichero.
Non mi soffermo sulle diffamazioni che questa persona mi ha rivolto sul piano personale.
Da parte mia, ho sempre rifiutato di portare a tale livello le divergenze politiche.
Se il Signor Cichero si riduce a tanto, ciò avviene evidentemente in quanto non dispone di migliori argomenti.
Egli comunque non ha mai provato l’accusa, che mi ha ripetutamente rivolto, di avere gravemente danneggiato il Convento dei Frati Francescani dell’Immacolata di Roma in cui ero alloggiato quando svolgevo le funzioni di consulente giuridico del compianto Commissario Apostolico, Padre Fidenzio Volpi.
A detta del Signor Cichero, avrei inondato il Convento avendo lasciato aperto il rubinetto del bagno.
Al riguardo, ho addirittura dato – pur non essendovi tenuto - la prova contraria.
Per giunta, questo incidente – a prescindere da chi possa averlo causato – addirittura non risulta essersi verificato.
E’ dunque evidente l’intenzione, da parte del Signor Cichero, di mettermi in cattiva luce.
Vengo ora a chiarire i termini del dissenso politico, evidentemente tanto grave e profondo da spingere questa persona ad attaccarmi sul piano personale, per di più asserendo il falso.
Il Signor Cichero è un separatista dichiarato, al punto che si è allontanato dalla Lega quando tale partito è divenuto centralista.
Certamente, costui si dimostra più coerente rispetto ai dirigenti ex “padani”, ed in particolare rispetto a Sonia ed Emilio Viale.
Il Signor Cichero ha trovato ora una sponda per i suoi disegni secessionisti nelle autocrazie contro cui si è schierato l’Occidente.
Se infatti da un lato i Cinesi perseguitano gli Uiguri, ed i Russi perseguitano i Ceceni, tanto Pechino quanto Mosca appoggiano i vari separatisti europei.
C’è dunque da attendersi un ritorno in grande stile del tuo amico nell’agone politico.
Vale la pena notare che gli Uiguri sono sottoposti ad un etnocidio, se non ad un autentico genocidio, dato che il Governo della Cina tenta di sopprimere la loro stessa identità.
Nessun “padano” si trova invece rinchiuso in un campo di concentramento, e neanche è stato sottoposto a procedimento penale per avere dichiarato la “Indipendenza”.
Diverso è stato il trattamento subito dai dirigenti catalani, alcuni dei quali sono attualmente detenuti.
A nessuno viene però proibito, in Europa Occidentale, di affermare la propria identità e di fare uso della propria lingua.
Cichero può obiettare che comunque – sia pure ricorrendo a metodi meno drastici di quelli praticati in Cina – risulta impedito l’esercizio dell’autodeterminazione.
Questo Signore intende però affermarlo – su questo si appunta il mio dissenso con lui – mediante metodi “jugoslavi”, cioè praticando la cosiddetta “pulizia etnica”: non a caso, infatti, egli si ispira all’esempio di Milosevic.
Gli auguro, naturalmente, di non fare la sua stessa fine.
Io ritengo invece che il pieno sviluppo della democrazia in Europa porterà un giorno, senza traumi e senza spargimento di sangue, ad un superamento graduale degli attuali Stati nazionali.
Ne consegue dunque che considero alleate naturali le democrazie liberali occidentali, mentre Cichero propende per le autocrazie, finendo per schierarsi dalla parte di chi massacra gli Uiguri ed i Ceceni.
Ci troviamo dunque schierati su fronti opposti ed inconciliabili.
La differenza tra noi consiste che io rispetto la sua scelta, mentre Cichero non rispetta la mia, al punto che mi attacca diffamandomi sul piano personale.
Questa situazione ha influito sul tuo deludente risultato elettorale: in una Provincia, come la nostra, dove ormai vivono più Meridionali che Settentrionali, la prospettiva di finire sulle liste di proscrizione di una “pulizia etnica” non fa guadagnare consensi, ma piuttosto li fa perdere.
Per quanto riguarda mia moglie, essendo il vincolo matrimoniale l’unica possibile motivazione di una discriminazione basata su motivi razziali, mi limito a ricordare che non è immigrata in Italia, e nemmeno ha chiesto la concessione della cittadinanza, pur trattandosi di un atto dovuto da parte delle Autorità competenti.
Ti ringrazio per l’attenzione e ti invio i più cordiali saluti, naturalmente estensibili a Sonia ed Emilio Viale: i quali, comunque, non ti hanno votato.
Tuo affezionatissimo
Mario Castellano