I regni assediati, e sul punto di cadere nelle mani dei loro nemici...
I regni assediati, e sul punto di cadere nelle mani dei loro nemici, erano molto spesso anche dilaniati da lotte intestite, che li indebolivano ulteriormente, accelerando la loro decadenza. Alla corte di Bisanzio, mentre le truppe di Maometto II "Bajazet" già schiumeggiavano sotto le mura della "Città Regina", si continuava ad ordire congiure di palazzo. Chi le promuoveva, non poteva più aspirare ad alcun potere effettivo, e tale comportamento confermava la validità del detto secondo cui "Deus quos perdere vult dementat".
Anche il regno arabo di Granada era minato da continue rivolte, e frammentato in tanti piccoli stati, sotto la guida dei cosiddetti "reyes de taifas". Il prototipo di tutte queste situazioni era stato il Basso Impero romano, rappresentato in letteratura dall'asino d'oro di Apuleio, che descrive la famosa "cena di Trimalcione". Il quale viveva indebitandosi, come fa anche la nostra Repubblica emettendo buoni del tesoro.
Alcuni tra i protagonisti di queste guerre intestine appartengono invece alla categoria dei fanatici, i quali ritengono di potere arrestare miracolosamente la decadenza ripristinando la loro asserita ortodossia, sia essa religiosa o ideologica. La professoressa Pellicciari scorge dovunque dei "modernisti", proprio come Giovanni Preziosi (non a caso un prete spretato) vedeva dappertutto degli ebrei. Ci domandiamo se un povero disgraziato che riceve un piatto di cibo alla mensa della Charitas debba accettarlo o rifiutarlo a seconda che chi glielo serve sia un "modernista" o un tradizionalista. In genere, gli appartenenti a quest'ultima categoria sono troppo impegnati a scomunicare gli altri cattolici per dedicarsi ad assistere i poveri. Tengh Siao Ping disse che non importa se un gatto è bianco o nero, purchè acchiappi il topo. I fanatici, però, non capiscono questa semplice verità.
Un'altra categoria che sta dilagando è quella costituita dai ciarlatani. Pare che questo tipo di persone abbia trovato la sua Mecca nei pressi di quella originale (preclusa agli infedeli), presso gli Stati arabi del petrolio. Da quelle parti, risulta più facile da una parte vantare amicizie nelle famiglie reali, che per effetto della poligamia sono molto numerose, e dall'altra parte asserire di potere fornire delle quantità mirabolanti di "greggio".
Altro luogo che attrae morbosamente i ciarlatani è il Vaticano. Costoro gremiscono tradizionalmente le anticamere dei cardinali: non soltanto di quelli ancora in servizio attivo, ma anche dei porporati in pensione. I quali dispongono di casa dalla capienza adeguata. E' leggendario l'alloggio di Bertone, il quale ha unito in un unico attico la propria dimora con quella già appartenuta al mitico commendator Cibin, comandante della Gendarmeria. Risponde, dal viale Vaticano, la corte del suo confratello Ruini, ove si affollano i nostalgici dell'era di Berlusconi e dei "valori non negoziabili". Altri, più selezionati, frequentano l'alloggio di Ratzinger. In tutti questi luoghi, ci si consola reciprocamente asserendo che l'era di Bergoglio è ormai agli sgoccioli. Finchè vissero Umberto di Savoia e donna Rachele, i nostalgici della monarchia e del fascismo si recavano in pellegrinaggio rispettivamente a Cascais ed a Predappio. Ci domandiamo come la Repubblica sia riuscita a sopravvivere. La risposta sta nel fatto che tutti costoro ritenevano sarebbe caduta da sola, non rendendosi conto di come la storia procedesse nella direzione opposta.
L'affluenza in Vaticano dei ciarlatani è però ormai tale che non si riesce più a dirigere il traffico. Sembra che tutti stiano marciando su Roma, chi per offrire i più vari servizi, chi per proporre mirabolanti operazioni finanziarie, chi per esporre i più cervellottici progetti di riforma istituzionale.
Abbiamo già descritto in articolo precedente, come i faccendieri ed i millantatori di ogni risma tanto più abbondino quanto più stanno scemando le risorse effettivamente disponibili. Ci vorrebbe uno psicologo - anzi uno psichiatra - per spiegare questa contraddizione. La scienza economica viene in apparenza smentita: è come se diminuendo la domanda di un bene, si moltiplicassero i suoi venditori. Fa però eccezione il mercato dei "guaritori". I quali approfittano della disperazione dei malati incurabili, e si basano sulla negazione di quanto accertato dalla scienza ufficiale. Le loro "terapie" sono quanto di più pittoresco e stravagante si possa immaginare. Il calciatore Picchi, malato di cancro, venne turlupinato da una donna che asseriva di guarirlo vestendo di bianco i propri "pazienti". I quali assomigliavano a dei fantasmi quando erano ancora vivi. Ora si fa credere che in tempi di crisi economica sia possibile moltiplicare i soldi con nuove strategie finanziarie, opposte alla scienza economica ufficiale. In realtà, c'è sempre qualcuno che paga, facendosi derubare dai ciarlatani. Il genovese Ubaldo Santi li ha riuniti in una sorta di parco nazionale, ubicato nello "Star Hotel" di Brignole, dove i faccendieri di tutta la Liguria si dedicano ad illustrare l'uno all'altro delle fantastiche strategie finanziarie, tutte basate sul nulla. Per venire ammessi in questa pittoresca consorteria, basta presentarsi in giacca e cravatta (è raccomandato il "blazer"), muniti di una borsa "ventiquattrore", non importa se contenente - anzichè dei documenti riservati - soltanto il rasoio, la saponetta e la carta igienica. Santi offre immediatamente al nuovo adepto un pranzo sostanzioso, nel corso del quale lo presenta agli altri componenti della confraternita esaltando le sue conoscenze ed i suoi precedenti. E' raccomandato un tocco di esotismo: un professore di medicina, proveniente - a suo dire - dal Canada, asseriva di avere sopportato una temperatura di quarantatre gradi sotto zero. Gli rispondemmo che nel nostro Paese di adozione se ne registravano quaranta all'ombra: con il che il ghiaccio fu rotto, o per meglio dire fu sciolto.
Il rischio per chi frequenta questi ambienti, consiste nel giocare di azzardo: vince sempre e solo il biscazziere. Anche nella Venezia del Settecento prosperavano le bische, dove i discendenti dei grandi marinai che avevano rischiato la vita sulle navi della "Serenissima" mettevano in gioco solo i soldi. Intanto si organizzava il carnevale. Ora sta succedendo lo stesso.