Il Decreto Legge contenente le norme in materia di “green pass” è stato emanato il 23 luglio scorso.
Stabilendo le note restrizioni, riguardanti soprattutto l’acceso agli esercizi pubblici, esso faceva tuttavia esplicito riferimento alla normativa europea, in cui si afferma il principio per cui non si può introdurre nessuna discriminazione tra chi possegga e chi non possegga la certificazione dell’avvenuta vaccinazione.
Tuttavia, le circolari successivamente emanate, contenenti i regolamenti di attuazione dell’atto legislativo, sono basate precisamente sulla piena vigenza di tale discriminazione.
Se dunque il testo entrato in vigore il 23 luglio aveva un contenuto contraddittorio, un successivo Decreto del 5 agosto ha possibilmente peggiorato tale situazione, esplicitando – questa volta in base al Diritto interno, anziché in base a quello europeo – il divieto di ogni discriminazione tra gli utenti dei locali pubblici ed altri servizi.
Se ne evince che anche chi non sia in possesso di “green pas” è ammesso all’interno dei ristoranti e dei bar.
Il Decreto del 5 agosto non ha però abrogato le circolari in forza delle quali ciò risultava proibito.
A nostro avviso, qualora un Decreto modifichi le norme introdotte da un altro, emanato in
precedenza, cessa per ciò stesso la vigenza degli anteriori regolamenti di attuazione., anche qualora ciò non venga espressamente stabilito.
Ciò si desume dalle norme che regolano la successione delle leggi nel tempo.
La confusione che si è generata a causa della emanazione di varie disposizioni sulla stessa materia risulta però manifestamente intenzionale, essendo volta a causare l’emanazione di atti amministrativi certamente illegittimi, ma tuttavia in grado di restringere “de facto” l’esercizio da parte dei cittadini dei loro diritti personali.
Abbiamo commentato recentemente alcuni atti – a nostro avviso manifestamente illegittimi – emanato dall’Azienda Sanitaria Locale di Sanremo.
Tra la bassa macelleria perpetrata dalla Presidenza del Consiglio e quella sofferta dai nostri concittadini del Ponente Ligure esiste un “fil rouge”, costituito dalla presenza – nell’ambito della squadra di “consulenti” reclutati mediante contratto ed installati a Palazzo Chigi di qualche soggetto proveniente dalla nostra zona, che si riserva evidentemente un “droit de regard” (quando si parla di separatisti il francese è d’obbligo) su di essa.
Gli economisti e i bagnini - pur ben diversi per il livello culturale e per le mansioni rispettivamente svolte – hanno tuttavia in comune l’ignoranza del Diritto Pubblico.