La scelta del Presidente della Repubblica, laddove non viene rimessa al corpo elettorale, pone i "grandi elettori" davanti alla responsabilità ...
La scelta del Presidente della Repubblica, laddove non viene rimessa al corpo elettorale, pone i "grandi elettori" davanti alla responsabilità di individuare la persona che per il suo prestigio risulta più adatta a svolgere le funzioni attribuite al massimo organo "di garanzia", cioè in sostanza il ruolo dell'arbitro, incaricato di vigilare sul rispetto della Costituzione da parte degli altri soggetti incaricati di esercitare il potere di imperio dello Stato.
Colui che viene designato può offrire le garanzie di imparzialità necessarie per svolgere il suo ruolo o in quanto non abbia mai partecipato direttamente alle contese politiche - come nel caso di Ciampi - o in quanto vi abbia preso parte, raggiungendo però un prestigio ed una statura intellettuale e morale tali da permettergli di collocarsi "super partes".
Della elezione del Presidente si parlerà sempre di più anche al fine di distrarre l'opinione pubblica dalla disastrosa situazione economica e sociale in cui versa il Paese, causando il consueto "jeu de massacre". Quanto più, infatti, una candidatura viene caldeggiata, tanto minori risultano le possibilità che essa sfoci nella scelta riguardata. Non basta comunque tenersi fuori dai giochi: ci sarà sempre qualcuno che proporrà un personaggio, con il risultato - perseguito deliberatamente o comunque determinato in concreto - di bruciarlo. Come è già successo a Berlusconi, la cui senilità viene turbata dai suoi sedicenti "amici", più che mai decisi a mandarlo allo sbaraglio in base ad un cinico calcolo doppiogiochista: da una parte, il "cavaliere" sarà grato per la loro piaggeria, e dall'altra parte i nemici dell'uomo di Arcore ricompenseranno i sicari per il loro basso servizio. Il personaggio è però troppo rimbambito per rendersi conto di tutte queste trame. I "forzuti" dimostreranno comunque che esistono ancora: il che risulta incontrovertibile, ma comunque essi non contano più nulla.
L'unico gruppo di potere cui fanno riferimento i soggetti stranieri impegnati nel "grande gioco" per il controllo dell'Italia è quello - non partitico, e non caratterizzato ideologicamente - che fa capo a Mario Draghi. Ne rimane fuori il Vaticano, che è ancora in grado di agire in modo autonomo. Se la Santa Sede - per dirlo volgarmente - vuole vendersi, si vende a parte dall'Italia. In cui l'unica vera opposizione a Draghi è quella che agisce sulle piazze, mentre l'opposizione rappresentata nelle istituzioni - tanto nel Governo quanto nel Parlamento - risulta impotente, e dunque del tutto irrilevante.
Intanto, a prescindere dal nome di chi alla fine verrà eletto, la parte in commedia che dovrà recitare il nuovo Presidente è già scritta. Il copione che dovrà essere interpretato lo ha già redatto lo stesso Mattarella. Il Capo dello Stato dovrà infatti continuare la sua azione, consistente nel condurre il Paese in una guerra già dichiarata, ed in pieno svolgimento. Se si trattasse di un conflitto contro un nemico esterno, come avvenne due volte nel secolo scorso, i diversi soggetti avrebbero quanto meno la possibilità di distinguersi per valore e per disciplina. Il nemico è stato però indicato questa volta nell'ambito della stessa comunità nazionale, per cui la guerra si caratterizza inevitabilmente come una guerra civile: che scoppia in un Paese quando non vigono più delle regole reciprocamente accettate. Non si tratta soltanto di osservare le norme della Costituzione materiale, quanto soprattutto di condividere i principi che conformano il patto tra i concittadini nel quale tutti si devono riconoscere. Questo patto è stato modificato quando si è imposta la condivisione di un pensiero scientifico unico e ufficiale, che si trasforma per ciò stesso in un pensiero politico altrettanto unico. Se lo Stato adotta una particolare ideologia, chi non la condivide viene perciò stesso considerato un cittadino sleale.   
A questo punto, il Presidente della Repubblica si trasforma in un guardiano della ortodossia ideologica: il che costituisce l'esatto contrario di un organo "di garanzia", incaricato di tutelare tra l'altro il rispetto del principio di eguaglianza.
In occasione della intervista con l'avvocato Basso, ci siamo domandati quale organo avrebbe assunto in Italia la funzione riservata nei vecchi regimi totalitari al partito unico, consistente nel valutare la conformità di ogni atto di diritto pubblico con l'ideologia ufficiale. Nel nostro caso, sarà lo stesso Capo dello Stato.

Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano  21/11/2021
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved