Il Papa, quando si affaccia dalla finestra del suo appartamento per recitare l'Angelus al mezzogiorno della domenica, rivolge un saluto particolare ai vari gruppi di pellegrini ...
Il Papa, quando si affaccia dalla finestra del suo appartamento per recitare l'Angelus al mezzogiorno della domenica, rivolge un saluto particolare ai vari gruppi di pellegrini presenti in piazza San Pietro. La loro rispettiva consistenza viene rivelata, a chi ascolta l'evento per radio, dal grido di giubilo con cui ciascuna comitiva risponde al saluto del Pontefice.
Domenica scorsa, Bergoglio ha citato la "Associazione di amicizia tra la Francia e l'Italia", ma non abbiamo percepito nessuna eco proveniente dal "parterre" racchiuso dal colonnato del Bernini: segno, questo, del fatto che la comitiva era poco numerosa, ovvero alquanto delusa. Di qui la sua mancanza di entusiasmo. Il disinganno dei componenti il gruppo proveniente da Nizza risulta pienamente comprensibile per chi conosce le vicende del relativo sodalizio, i cui componenti devono essersi sentiti come dei tifosi giunti allo stadio muniti di biglietto per assistere alla partita dalla tribuna d'onore, che vengono però dirottati nei "popolari". C'è da aspettarsi una veemente protesta, unita con una richiesta di rimborso. In realtà, il gruppo era partito da Nizza in seguito alla promessa fallace di una udienza speciale, ma si è ritrovato mescolato con i parrocchiani provenienti da Cernusco sul Naviglio e da Melito di Porto Salvo. Il che, per della gente con la puzza sotto il naso, risulta assolutamente insopportabile.
Quale è stata la genesi del fallimento di una così agguerrita spedizione? Per rispondere a questa domanda, occorre risalire indietro nel tempo, fino al periodo natalizio del 2017, quando un gruppo di persone altolocate si riunì presso il salone di un grande albergo di Parigi, presente il Nunzio Apostolico, latore di una speciale benedizione. C'erano anche due ministri della "république", quello delle finanze e quello dell'interno. Erano inoltre giunti da Roma, per celebrare i fasti della rinnovata "entente cordiale" con i cugini d'Oltralpe, due autentici "pezzi grossi" (nel senso fisico del termine, trattandosi di individui dalla obesità debordante): Salvatore Izzo e Mario Benotti: del quale ultimo le cronache si sarebbero in seguito interessate per tutt'altri motivi. Il noto "brasseur d'affaires" prese la parola, ma pronunziò la sua allocuzione non già nella lingua di Molière, bensì in quella di Dante. Trattandosi di un laureato alla Sorbona, se ne deduce che aveva studiato poco. Il testo del discorso, diffuso sui mezzi di comunicazione elettronici, sembrava riprodurre quello di un dirigente doroteo ad un comizio della Democrazia Cristiana: tutto fumo e niente arrosto.
Il "dominus" della situazione era però Paolo Celi, imprenditore nizzardo di origine italiana, il quale annunziò solennemente l'imminente pubblicazione di un nuovo giornale, denominato "Le Phare" per fare da "pendant" transalpino di "Faro di Roma", organo di Salvatore Izzo e Mario Benotti. Il compito di questa pubblicazione avrebbe dovuto consistere nel far conoscere in Francia il magistero del Papa. La redazione doveva essere installata a Nizza, data anche la sua prossimità con l'Italia. Per lanciare il periodico, venne anche programmato - ed annunziato su "Faro di Roma" - un convegno di studi storici, dedicato ad illustrare l'opera di Angelo Giuseppe Roncalli quale Nunzio Apostolico in Francia. I più prestigiosi studiosi di storia della Chiesa, da noi personalmente interpellati, assicurarono la loro disponibilità a svolgere (a titolo gratuito) le diverse relazioni. Si millantò perfino l'arrivo da Parigi di un volo charter per trasportare a Roma tutti i "vip" che avrebbero composto un autentico "parterre des rois", essendo alloggiati - "ça va sans dire" - all'"Hotel de Russie" di via del Babuino (in mancanza di un albergo più lussuoso). La Santa Sede mise a disposizione la Casina di San Pio V, raramente concessa per eventi promossi da altri. Si annunziò la presenza al convegno del cardinale Segretario di Satato, e - naturalmente - una udienza concessa dal Papa.
Quanto alla uscita del giornale, interpellammo un prestigioso commercialista italo-francese di Nizza affinchè si occupasse della costituzione e della registrazione della impresa editrice. Questo professionista, da noi sensibilizzato sull'importanza dell'iniziativa per la Chiesa, si disse anche disposto a rinunziare al suo onorario. Da parte nostra, dovendo fungere da curatore scientifico del convegno, anticipammo con grande sacrificio le spese che potevamo sostenere di persona. Tutta fuffa: Celi non sborsò un solo centesimo, cosicchè nè si svolse il convegno, nè si pubblicò il giornale. Il noto imprenditore riuscì tuttavia a farsì ricevere dal Papa, recando in omaggio un panettone: ci auguriamo che la relativa spesa non lo abbia mandato in fallimento. Nella circostanza, Celi annunziò un altro convegno, dedicato questa volta ai popoli del Mediterraneo. Inutile aggiungere che non se ne è più saputo nulla, ma alcuni illustri nizzardi sono stati portati a Roma per fare da caudatari al presidente della "Associazione di amicizia tra la Francia e l'Italia". La cui visione dei rapporti tra i due Paesi non coincide certamente con la nostra. Ci limitiamo a segnalare che Celi non ha partecipato alla grande mobilitazione delle popolazioni dei due lati del confine, che si sono opposte alle esternazioni di Salvini, minacciose ed offensive nei riguardi della Francia.
La Santa Sede, naturalmente, non si pronunzia sui rapporti tra gli Stati, ma ne favorisce sempre la concordia e la collaborazione. Logico dunque che la linea politica propria della Associazione presieduta da Celi susciti qualche perplessità negli ambienti della Segreteria di Stato. Quando il gruppo guidato da questo signore è nuovamente calato sull'Urbe, non è stato dunque più ricevuto in udienza privata dal Papa, ma si è ritrovato in Piazza San Pietro, mescolato con la bassa plebe.
Bergoglio ci ha rimesso un panettone, ma provvederemo noi a risarcirlo prima di Natale. Sperando che "Faro di Roma" non sollevi un altro "scandalo delle indulgenze": praticando la monogamia, abbiamo risparmiato i soldi necessari.       

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Mario Castellano  12/12/2021
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