Il nostro mivimento sorge come reazione spontanea ...
Il nostro mivimento sorge come reazione spontanea degli imprenditori italiani alle misure adottate dal Governo, che - usando il pretesto di contrastare una epidemia e imponendo un pensiero scientifico unico, prefigurazione di un pensiero politico totalitario - ha limitato le libertà civili e le stesse libertà personali dei cittadini rendendo la vaccinazione in pratica obbligatoria, non soltanto per quanti svolgono molte attività lavorative, ma anche per chi si vede altrimenti negato l'accesso a tutta una serie di servizi pubblici. Ciò ha determinato per noi imprenditori una limitazione delle entrate tale da costringere una gran parte della categoria a cessare l'attività.
La revoca da parte del Governo di queste disposizioni si rende dunque necessaria, sia per ripristinare i diritti attribuiti dalla Costituzione a tutti i cittadini, sia per ripristinare le condizioni minime che permettano alle imprese di svolgere il loro lavoro. Altrimenti, non si potrà più considerare vigente la norma della legge suprema che garantisce la libertà di intrapresa.
La nostra condizione era già comunque in precedenza penalizzata dalle misure con cui venivano introdotti il "redditrometro" e gli "studi di settore", dai quali risultava invertito l'onere della prova riguardante la nostra responsabilità amministrativa e penale in materia fiscale. L'abolizione di queste misure è dunque indispensabile per il ripristino in Italia dello Stato di diritto, ed ora anche per consentire alla nostra categoria di sopravvivere.
Noi ci impegnamo dunque a proseguire la nostra lotta, portandola però dal piano della pur giusta azione di piazza a quello giuridico, promuovendo azioni civili contro lo Stato, volte ad ottenere il risarcimento del danno subito dalla categoria degli imprenditori, nonchè quello che essa subirà se le norme vigenti non verranno revocate. La nostra azione potrà però raggiungere i propri scopi solo se la categoria degli imprenditori riuscirà ad esprimere la propria rappresentanza politica negli organi rappresentativi dello Stato, dai quali la nostra condizione viene del tutto ignorata, essendo essi composti da persone estranee alla produzione di beni e di servizi. Le associazioni di categoria, dimostrandosi acquiescenti nei confronti della politica svolta dal Governo, dichiaratamente ostile e penalizzante verso le imprese, devono essere sostituite nel necessario ruolo di difesa dei nostri diritti e interessi.
Occorre infine ripristinare l'autonomia delle Regioni, private della competenza loro conferita dalla Costituzione in materia sanitaria, teoricamente per quanto riguarda il contrasto della epidemia, ma praticamente in modo indiscriminato. Lo dimostra il fatto che l'Esecutivo ha imposto loro di deliberare delle spese, ma non ha in seguito disposto i trasferimenti finanziari necessari per coprirle.
Il rispetto delle autonomie locali costituisce la principale differenza tra le democrazie e le dittature, che praticano il centralismo. La nostra lotta deve dunque coinvolgere tutti i cittadini, sia per fermare l'impoverimento che affligge in questo momento il Paese, sia in quanto la causa della libertà e dei diritti riguarda l'intera comunità nazionale, che chiamiamo ad unirsi al nostro impegno.
Il movimento politico che abbiamo fondato agirà con tutti i mezzi legali per raggiungere i suoi obiettivi. La libertà è indivisibile, ed è per questo che difendiamo la causa delle imprese. 

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Mario Castellano  16/12/2021
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