Il colloquio in videoconferenza con i dirigenti nazionali (tutti settentrionali) del movimento "no vax" viene anticipato dal mercoledì 15 dicembre al lunedì precedente il Natale,
Il colloquio in videoconferenza con i dirigenti nazionali (tutti settentrionali) del movimento "no vax" viene anticipato dal mercoledì 15 dicembre al lunedì precedente il Natale, in considerazione del fatto che le ultime misure adottate dal Governo spingono questa parte politica ad assumere al più presto le sue determinazioni. Che però non vengono assolutamente prese. O - per meglio dire - non sono ancora comunicati dagli ispiratori e dai dirigenti a quanti devono metterle in atto. Se ne ricava dunque l'impressione di un esercito agguerrito e schierato in ordine di battaglia, ma ancora in attesa che gli ufficiali impartiscano alla truppa gli ordini necessari per sapere come si debba affrontare il nemico. Intanto, l'attesa viene ingannata con scherzi e con facezie da caserma. Tanto è forte, infatti, la volontà di combattere - come è assoluta la certezza della battaglia imminente - quanto è assoluta (e comprensibile) l'incapacità dei soldati di elaborare una strategia.
I personaggi - tutti molto coloriti - che possiamo osservare, colti tutti nella loro rispettiva intimità domestica, hanno in comune l'essere senza arte, avendo perduto le rispettive attività economiche (a suo tempo anche floride), tanto a causa delle note misure profilattiche quanto per essersi dedicati completamente ad una causa vissuta in termini di impegno militare (più che militante). Se costoro non hanno più l'arte, deve dunque farne veci la parte: essi sono dunque dei "rivoluzionari" di professione, come i bolscevichi, ma assomigliano - più che a Lenin - al giovane Stalin. Il quale rapinava le banche: non per sè, ma per la causa; il disinteresse personale è infatti indiscutibile. Tra quanti partecipano al dialogo c'è soltanto una gentile signorina, la quale - con buonsenso tipicamente femminile - annunzia che sta per trasferirsi all'estero. Il motivo di tale drastica decisione risiede nel fatto che non vuole più impegnarsi in una causa che esige l'uso della forza. Non diciamo della violenza, dato che alla violenza ricorrono entrambe le parti in causa. E' infatti violenza anche la violazione - aperta e sistematica - della Costituzione cui fa ricorso il Governo, come è violenza la restrizione del diritto all'espatrio, introdotta nelle ultime ore. A tale riguardo, il nostro amico Bruno Giri ha evocato anch'egli - senza che ci fossimo consultati - il paragone con il Muro di Berlino.
Se però una critica va rivolta ai "no vax", essa riguarda il fatto che questi giovani non si curano affatto di elaborare una proposta. Nel loro discorso, vi è spazio soltanto per la parte "destruens". La parte "construens" non sembra invece alla loro portata dal punto di vista intellettuale: essi ascoltano la nostra analisi giuridica senza capirla, e con evidente fastidio. La loro elaborazione politica non va oltre l'individuazione del nemico, contro il quale si apprestano a combattere nel nome di motivazioni ormai acquisite, e dunque completamente sussunte. Ciò è d'altronde comprensibile: partecipando alle manifestazioni, hanno collezionato quasi tutti delle pesanti imputazioni penali, tali che se anche smentissero la loro agitazione, sarebbero comunque rovinati dal risarcimento dei danni.
L'Italia è ormai ridotta ad un campo di battaglia. Si attende non tanto un "casus belli", quanto il segnale di inizio delle ostilità. Tutto il resto, ai nostri interlocutori non interessa, e comunque non c'è più tempo per occuparsene.

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Mario Castellano  3/1/2022
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