Le ultime misure adottate dal Governo per combattere l'epidemia dimostrano un evidente intento divisivo.
Ciò avrebbe facilitato la maturazione del movimento, inducedolo ad elaborare un programma in grado di andare oltre la gestione dell'emergenza, acquisendo quella cultura politica di cui fino ad ora i protestatari si sono dimostrati sostanzialmente privi. Evitando di chiudere gli alberghi, i ristoranti ed i bar, il Governo ha viceversa tentato di privarli di una più ampia base sociale, mettendo le basi di un nuovo soggetto politico alternativo. Questo però non significa affatto che gli esercenti - e tutti quanti partecipano alla filiera dei prodotti da essi commercializzati - possano considerarsi al sicuro. La crisi economica, infatti, continuerà - soprattutto per effetto dell'aumento del prezzo dell'energia e delle materie prime - a mietere vittime, e l'impoverimento costituisce l'unica prospettiva per il popolo italiano.
Il Governo tenterà però di darne la colpa a Putin quale responsabile dei "black out", mentre quanti si ostinano a denunziare le violazioni della Costituzione verranno equiparati ai diffusori del morbo: "dagli all'untore!". In questo modo, il Governo tenta di rafforzarsi, quanto meno nell'immediato, consolidando se non il proprio consenso, quanto meno una mancanza di dissenso attivo da parte degli imprenditori. La talpa della crisi continua però a scavare mentre si demonizzano i dissidenti, viene offerto ai superstiti operatori economici un "modus vivendi", che è in realtà soltanto un "modus moriendi". A questo punto occorre vedere se - malgrado quanto deciso dal Governo - nei giorni prossimi continueranno le proteste.
Putin ha detto sibillinamente che la Russia non confida - per la propria sicurezza - sulle garanzie offerte dagli Stati Uniti, e più in generale dall'Occidente, bensì soltanto sulla propria forza. Non possiamo sapere se ciò significhi un intervento più ampio e dichiarato contro l'Ucraina, ma può significare la minaccia di una destabilizzazione del campo avverso. Il Presidente ha sollecitato in particolare una mediazione dell'Italia. Il nostro Paese può trovarsi nell'alternativa tra assecondare in qualche modo i disegni della Russia o esserne preso di mira. In questo secondo caso, le proteste di piazza potrebbero trovare un appoggio esterno. Lo vedremo probabilmente nei prossimi giorni.

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Mario Castellano  4/1/2022
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