L'arcivescovo Makarios, il quale cumulava nella sua persona la carica di Presidente della Repubblica e quella di capo della Chiesa Ortodossa di Cipro...
disse una volta che il comandamento di Dio in base al quale è vietato uccidere non vale per chi ammazza i musulmani. Dato questo presupposto, lo Stato che egli guidava finì per rompersi in due, ed i greci e i turchi ne costituirono uno ciascuno per conto proprio.
Questo precedente ci è venuto in mente nel primo giorno in cui abbiamo camminato tenendo nella borsa il "green pass". Un amico "vaccinista" ci ha detto di tutto perchè avevamo atteso, prima di farci iniettare, che ciò divenisse obbligatorio per legge. Secondo costui, chi aveva in precedenza rifiutato il vaccino era omicida volontario, che andava in giro con il deliberato scopo di contagiare e di uccidere i propri simili. Inutile obiettare che l'omicidio volontario e l'omicidio colposo costituiscono due istituti giuridici ben distinti. L'uomo ci ha risposto che chi deambula sapendo che può contagiare gli altri si comporta così in quanto vuole farli ammalare. Costui non ha studiato il diritto, ma lo ha studiato - e addirittura lo insegna - il professor Michele Ainis, il quale afferma lo stesso concetto nei suoi editoriali. Secondo costoro, non basta dunque obbedire alla legge: occorre anche aderire all'ideologia che la ispira. E' come quando il regime affermava che chi non era fascista tradiva perciò stesso la patria.
L'altro amico ci ha detto invece di tutto perchè ci siamo vaccinati, riconoscendo con ciò l'autorità di uno Stato che egli considera viceversa illegittimo. Traiamo da tutto ciò la conclusione che la guerra è inevitabile, come avvenne appunto tra i greci e i turchi di Cipro. Nessuna delle parti si riconosce infatti in una regola condivisa. L'Italia - ma il ragionamento si può estendere probabilmente anche agli altri Paesi occidentali - si frammenta in aggregazioni settarie, ciascuna delle quali considera come nemici quanti non le appartengono, e tende dunque a costituirsi e ad agire come uno Stato nello Stato. Ciò porta a giustificare ogni azione - anche la più ingiusta - che venga commessa dai propri adepti nei confronti degli estranei.
Per mettere fine a questo modo di pensare, che un tempo contrapponeva fascisti ed antifascisti, comunisti ed anticomunisti, ci sono volute diverse generazioni. Ora, però, sorge una contrapposizione ancora più cosmica e radicale. L'essere italiani, appartenere cioè allo stesso Stato ed alla stessa nazione, non ha più alcun valore. L'autorità dello Stato non viene più riconosciuta, mentre l'identità nazionale non viene più sentita, lasciando il posto in primo luogo a quelle regionali. Fin qui, poco male: torneremo alle aggregazioni di prima dell'Unità.
La frammentazione è però ancora maggiore anche nella Chiesa Cattolica, i cui seguaci obbedivano un tempo tutti quanti al Papa (oggi, però, ce ne sono due), ci si divide tra "piani" (devoti di Padre Pio), "medjugoriani" (che obbediscono a Padre Fanzaga), tradizionalisti, membri di "Comunione e Liberazione", focolarini, pentecostali, neocatecumenali e via enumerando. Tra tutti costoro, non ci si riconosce più come correligionari, in quanto ciascuno afferma di appartenere al vero cattolicesimo. Analogamente, abbondano in campo civile i soggetti che tendono a costituirsi come altrettanti Stati nello Stato, del quale non riconoscono la sua autorità (e se ne vantano): ci sono fascisti, comunisti, monarchici, confessionalisti, separatisti, seguaci di sette e di religioni esotiche, componenti di associazioni esoteriche e di ordini cavallereschi.
Se per ipotesi qualcuno volesse smembrare l'Italia (e probabilmente c'è già chi opera per questo), si trova già con il lavoro svolto. Basta approfittare delle divisioni che già esistono. Si potrà obiettare che tutti costoro si ritrovano comunque a scuola e nei luoghi di lavoro. A parte il fatto che questo non è più vero come prima della epidemia, e prima dell'attuale crisi sociale, si stanno costituendo nuove forme di aggregazione. Ciò riguarda in primo luogo il campo economico: i vari vegani, vegetariani e macrobiotici non solo hanno i propri ristoranti e negozi, ma si muniscono - a quanto ci risulta - di propri asili e scuole per i bambini. Nel campo professionale, i medici sospesi dall'esercizio della professione in quanto "no vax" lavorano più dei loro colleghi legalitari, mentre gli avvocati antivaccinisti invocano alla disobbedienza civile. E' stata anche annunziata la costituzione - da parte dei docenti sospesi dall'insegnamento - di una università "alternativa". In campo ecclesiastico, funziona già quella fondata da Steve Bannon. I loro titoli non vengono riconosciuti per legge, ma sono accettati dai correligionari. I quali aumentano ogni giorno di numero.
La società vive una sorta di tribalismo, come avviene da tempo nell'Africa "nera", dove lo Stato è riconosciuto soltanto da una etnia: quella cui appartengono le sue autorità. Gli altri a volte secedono, come hanno fatto i Tigrini con l'Etiopia, altre volte semplicemente lo ignorano: ne ha fatto le spese il nostro ambasciatore nel Congo, ucciso da chi non riconosceva evidentemente le sue credenziali. Il "cuius regio, ejus religio" ha causato infiniti lutti, ma può essere un male minore rispetto al "bellum omnium contra omnes". La prima responsabilità di questa situazione è però del Governo, che ha preteso di imporre ai cittadini un pensiero unico e ufficiale.