Illustre Signor Sindaco,
Se Ella seguisse l’esempio degli antichi Sovrani, che giravano per le città e le campagne travestiti da popolani per capire come stava e che cosa pensava la gente, anziché circondare il Suo corpo di un’aura sacrale, rendendosi sempre più inaccessibile agli stessi collaboratori, si sarebbe almeno divertito.
Sempre che – beninteso - Le rimanga il senso dell’umorismo: quando si conduce una vita come la Sua, si rischia di perderlo.
Ci dispiace per Lei, dato che la Sua proposta di vestire gli studenti e gli impiegati con abiti pesanti, per resistere al freddo causato dal taglio del gas, ha destato ovunque commenti molto divertenti.
Dicono che anche Putin sia inaccessibile, e che gli uomini dei Servizi Segreti abbiano costruito una barriera insuperabile tra lui e tutti gli altri.
Quanto meno, però, non si tratta di un megalomane: il potere dell’uomo del Cremlino è infatti effettivo, e si esercita dal Baltico fino allo stretto di Bering.
Il Suo si estende viceversa dalla Galeazza alla Rabina: non a caso, lo spazio di Oneglia e di Porto Maurizio è racchiuso tra due torri di guardia.
Che risultano molto utili quando si tratta di difendersi da un nemico esterno, ma non lo sono quando si tratta di un nemico interno, le cui “Quinte Colonne” sono già penetrate all’interno delle mura.
Gli esempi si sprecano: valga per tutti il caso del Dottor Sacchetti, il quale aveva il compito di filtrare le comunicazioni a Lei dirette.
Quando la Sua parte politica si spaccò drammaticamente, dando luogo ad una sorta di guerra civile che non soltanto divise la famiglia, ma addirittura ebbe origine tra le mura domestiche, costui passò con armi e bagagli nel campo di Agramante, portando verosimilmente in dote un bagaglio di preziose informazioni.
Tutti i conflitti, d’altronde, sono caratterizzati da clamorose defezioni: uno dei maggiori oligarchi del Cremlino, tale Chubais, è fuggito in Occidente.
Sacchetti, invece, si è spostato verso il Levante, raggiungendo via Fieschi.
Nel suo caso il dissenso, lungamente covato, veniva astutamente dissimulato.
Ricordo l’unico abboccamento che ebbi con questo personaggio: quando nominava il Sindaco, eseguiva un inchino: trovandosi però seduto alla scrivania, il gesto risultava poco comprensibile, come se si chinasse per cercare un documento perduto tra le scartoffie.
In altri casi, i Suoi Servizi Segreti fecero fallire l’infiltrazione: uno dei futuri Assessori - che per un curioso contrappasso era ingegnere aeronautico, ma rischiò di finire rinchiuso nelle segrete del Municipio - proveniva addirittura dall’ex Partito Comunista dell’Emilia, da cui asseriva essere stato autorizzato a raggiungere le fila della parte avversa.
Su questo misterioso episodio, esistono due scuole di pensiero: secondo alcuni, si trattava di un volgare voltagabbana, mentre secondo altri l’uomo era uno dei migliori agenti segreti della storia, che però fallì nella sua missione proprio quando era sul punto di compierla.
Il Suo seguito è comunque caratterizzato dall’eterogeneità.
I superstiti rappresentanti del “Partito Trasversale” rispondono a Mosca, passando per Belgrado.
C’è poi l’ex Assessore regionale Barbagallo, la cui biografia politica risulta alquanto ondivaga: dopo l’esordio quale cattolico confessionista al seguito del Parroco di Porto Maurizio, aderì alla corrente lombardiana del Partito Socialista, che era la più laica ed anticlericale delle forze politiche, per approdare infine tra gli ex comunisti.
Il suo “cursus honorum” si è concluso all’Azienda dei trasporti pubblici, ove lo inseguono torme di autisti inferociti per il mancato pagamento dello stipendio.
Le consigliamo di chiedere per lui una scorta, in modo da non ripetere il tragico precedente del povero Professor Biagi, a cui venne purtroppo negata.
Barbagallo, dando prova di grande coraggio, non la richiede: anche per non venire tacciato di essere un “rompiscatole”.
Se comunque costui rappresenta la “Sinistra” dello schieramento coagulato intorno all’Amministrazione Comunale, sull’opposto versante c’è Chiappori.
Il Suo seguito esercita una sorta di forza centripeta, attraendo uomini della più diversa origine: tra i “fedelissimi” reclutati nella Nettezza Urbana si annovera anche un islamista, già richiamato all’ordine dalla Polizia per le sue prese di posizione incendiarie.
Costui, però, non può aspirare a cariche pubbliche, essendo privo della cittadinanza italiana.
Ritornando però all’ex Sindaco di Diano Marina, pare si sia allontanato dalla Lega non volendo rinnegare il separatismo delle origini.
Come si concilia questa posizione con il Suo centralismo?
E come si concilia l’atteggiamento filorusso di alcuni collaboratori (che sarebbe più appropriato definire “collaborazionisti”) con le Sue prese di posizione a favore dell’Ucraina?
Ascolti il nostro modesto consiglio: mandi a combattere nel Donbass la falange dei tifosi della pallanuoto, ove potranno sfogare la propria aggressività.
Non dimentichi – prima della partenza – di consegnare la bandiera di combattimento a Todiere, Bensa e Brioglio, ansiosi di condurre in battaglia i volontari imperiesi.