Risulta fin troppo facile spaventare l’Occidente con le immagini dei Ceceni, arruolati da Putin, che festeggiano per la conquista di Mariupol.
Risulta fin troppo facile spaventare l’Occidente con le immagini dei Ceceni, arruolati da Putin, che festeggiano per la conquista di Mariupol.
Chi conosce la Storia vi trova però dei motivi di inquietudine ben più gravi di un generico “Hannibal ad portas”.
Quando i Turchi conquistarono la Crimea, i suoi abitanti di lingua greca e di fede cristiana ortodossa, per non rimanere sottomessi al dominio degli infedeli, si spostarono sul litorale ucraino, ove fondarono una nuova città, dedicata alla Madonna: ciò significa precisamente Mariupol in neo ellenico.
I profughi da Aquileia, cacciati dall’invasione degli Unni, fecero il contrario, rifugiandosi sulle isole della Laguna, dove fondarono Venezia.
Il Generale Franco bandì una crociata contro i repubblicani spagnoli, dipinti quali profanatori di chiese, sterminatori di preti e stupratori di suore, ma impiegò i mercenari marocchini – anch’essi fanatici musulmani, per attaccare Madrid.
I cosiddetti “Moros” continuarono a comporre la sua guardia del corpo, che fino a quando visse lo attorniò nelle sfilate.
Uno dei primo atti compiuto dalla nuova democrazia consistette precisamente nello scioglimento di questo reparto.
Anche Francesco Giuseppe, penultimo Sacro Romano Imperatore, esibiva una guardia d’onore composta da musulmani: questo privilegio risaliva al 1878, quando – in seguito al Trattato di Berlino – la Bosnia era stata annessa ai suoi domini.
Ora, però, i Ceceni svolgono funzioni ben diverse da quelle di rappresentanza: le guardie del corpo di Putin sono d’altronde reclutate – per maggior sicurezza - tra i suoi ex colleghi della polizia politica.
I Ceceni hanno comunque motivo di entusiasmarsi per l’annessione di Mariupol, che passa dal “Dar al Harb” al “Dar al Islam”, e Putin si guarda bene dal dissociarsi dalla esibizione della loro esultanza.
Chi segue i mezzi di comunicazione del mondo islamico – la nostra pigrizia intellettuale ci dissuade sia dall’imparare le lingue esotiche, sia dall’osservare che cosa bolle in pentola fuori dal nostro piccolo mondo – constata come essi rigurgitino di servizi sulle gesta degli alleati musulmani della Russia e di interviste con loro.
Che i Ceceni siano migliori soldati, non vi è alcun dubbio: i giovani russi sono evidentemente poco motivati quando si tratta di combattere contro della gente accomunata con loro dalla lingua, dall’origine e dalla religione.
Per giunta, la Russia non ha più combattuto nessuna guerra sul proprio territorio dal 1945: le campagne della Cecenia e dell’Afghanistan risultarono impopolari come quella di Algeria per i Francesi e quella del Vietnam per gli Americani.
I giovani di Mosca e di Pietroburgo sono dunque probabilmente poco combattivi, come quelli di Roma e di Parigi: né bastano – per fare la guerra – i militari di professione.
Nel caso dei Ceceni, tutti questi fattori sono rovesciati.
Non vi è alcun dubbio sul fatto che il Patriarca Cirillo benedica le truppe, come il suo predecessore in occasione della battaglia di Stalingrado, ma quando finisce una guerra risulta difficile sloggiare le truppe vincitrici dai territori che hanno occupato.
Lo prova il fatto che la bandiera rossa sventolò sulla Porta di Brandeburgo fino a quando la Russia perse a sua volta una guerra, benché fosse “fredda”.
Qualora dunque i Ceceni prendessero Kiev, ci sarebbe il rischio che vi rimangano, piaccia o non piaccia al Patriarca Cirillo.
Se Putin attaccherà l’Europa Occidentale, lo farà d’altronde scatenando il terrorismo islamico, nel nome di una alleanza con il “Terzo Mondo” contro l’odiato “imperialismo occidentale”.
Anche l’attuale Pontefice aveva concepito un disegno simile, enunciando il principio della “alleanza” con i Musulmani, su cui insistette durante la sua visita ad Al Azhar.
Il cui Sceicco Al Tantawi colse l’importanza dell’offerta, e certamente ne fu lusingato.
L’amicizia con Bergoglio lo indusse infatti a promuovere nuovi incontri, a Roma e a Dubai.
Quando però si tratta di stipulare delle alleanze, si sceglie sempre il miglior offerente.
Putin può proporre all’Islam una sorta di nuova Yalta, spartendo con i Musulmani le spoglie dell’Occidente, ma rimanendo protettore del mondo cristiano: che verrebbe però assoggettato – nelle sue dichiarate intenzioni - alla “Terza Roma”.
Pare che il nuovo Imperatore di Tutte le Russie, parlando con Letta a Trieste, gli abbia domandato se vi si parlasse una lingua slava: gli sarebbe bastato andare in edicola per constatare che in questa Città escono due quotidiani, di cui uno in italiano, “Il Piccolo”, ed uno in sloveno, il “Delo”.
Erdogan ha però dichiarato a sua volta che “il confine della Turchia va – per l’appunto – da Trieste a Vienna”, ed il suo Paese ha comunque già un “pied à terre” nella Città giuliana, dove gestisce – in base ad un trattato con l’Austria – il settore islamico del cimitero di Sant’Anna.
Possiamo capire perché il Papa non vuole più incontrare il suo collega di Mosca: le sorti della Santa Sede sono legate a quelle dell’Occidente.
E’ vero che questo comporta l’accettazione definitiva dei principi del Cattolicesimo liberale, ma l’abbraccio con l’Islam - come quello con la “Terza Roma” – significherebbe assoggettarsi ad un patto leonino.
Ce n’è abbastanza per non deplorare la Breccia di Porta Pia: il pur scalcinato Esercito Italiano può difendere la Santa Sede meglio degli Zuavi pontifici.
Nel nostro linguaggio popolare, si usava precisamente il termine “Soldati del Papa” per definire dei militari imbelli ed infingardi.
I quali, infatti, si squagliarono all’arrivo dei Piemontesi: figurarsi che cosa succederebbe se la Gendarmeria del Vaticano dovesse affrontare i Ceceni.
San Filippo Neri formulò la famosa profezia sui cavalli degli infedeli abbeverati nelle fontane di Piazza San Pietro.
La leggenda metropolitana – probabilmente falsa – voleva che Pacelli si affacciasse ogni mattina alla finestra dell’Appartamento, timoroso che tale diceria si fosse compiuta.
I Ceceni sono infedeli, ma al servizio degli Ortodossi russi: il che concilierebbe le due diverse interpretazioni della profezia, quella diffusa dagli anticomunisti e quella sostenuta dagli anti islamici.
A proposito degli uni e degli altri: Demattei non ha nulla da ridire su simili prospettive?

Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano  27/4/2022
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved
Come è puntualmente avvenuto in occasione di ogni guerra combattuta