Pensala al peggio, e la indovinerai: così si esprime la saggezza popolare.
Ben prima che la tragedia di Nanterre infiammasse la Francia, avevamo previsto come le tensioni interetniche ed interreligiose che si stavano accentuando ogni giorno in tutta la Europa Occidentale sarebbero prima o poi sfociate in quanto oggi accade: lo scoppio di una violenza cronica e per ciò stesso inguaribile, una sorta di guerriglia civile che non può concludersi con la vittoria strategica di nessuna delle parti in causa.
La repressione in atto nei ghetti magrebini delle grandi Città di Oltralpe costituisce la cura sintomatica di un problema di cui la sovversione dello Ordine Pubblico è soltanto la estrema conseguenza.
Le origini sono tanto di ordine economico e sociale – la Eguaglianza e la Fraternità, su cui è fondata la Repubblica, non valgono per i Musulmani – quanto soprattutto di carattere identitario: i seguaci dello Islam non si sentono né cittadini dello Stato, né tanto meno appartenenti alla Nazione.
A questo punto, la impossibilità per la Polizia di ripristinare stabilmente un minimo di ordine nei centri urbani fa sì che la Estrema Destra scenda in campo con le proprie squadre contro i rivoltosi.
La diffusione delle milizie paramilitari - dette in francese i Barbouzes – caratterizzò le vicende di Oltralpe per tutto il periodo della Guerra di Algeria, e lo stesso Generale De Gaulle se ne avvalse nel momento in cui, nel 1958, riprese il potere.
In seguito, le inquadrò e legalizzò costituendo il cosiddetto S. A. C. (servizio di Azione Civica), mai disciolto ma da tempo inattivo: ora pare sia stato scavalcato dalla iniziativa dei Lepenisti.
Si diffondono dunque le violazioni delle norme penali – anche in Francia la Usurpazione di Funzione Pubblica, per non parlare della Banda Armata, costituisce reato – ma soprattutto si trasforma progressivamente il confronto in guerra civile.
Tanto più pericolosa ed estesa in quanto i Francesi residenti nei quartieri teatro degli scontri – si moltiplicano, come un tempo a Beirut, le cosiddette Zone Grigie, di cui ci si contende il controllo – tendono a dare man forte a chi apparentemente li protegge.
Diciamo apparentemente in quanto da un ampliamento del conflitto nello spazio e nel tempo nessuno può trarre beneficio.
Abbiamo già scritto, e lo ripetiamo, che si prospetta una Europa a pelle di leopardo, una costellazione di entità indipendenti di fatto in cui vigerà il Cuius regio ejus religio.
Che la situazione stia degenerando, lo dimostra quanto già sta avvenendo su questo lato del confine: i guerriglieri della domenica, che ormai da anni si stavano addestrando in vista di un conflitto interetnico ed interreligioso combattuto sul suolo europeo occidentale, si accingono a varcare Ponte San Luigi.
Precedendo addirittura i loro nemici islamisti.
Nel 1914, mentre Mussolini intraprendeva su Il Popolo di Italia la campagna interventista, una Legione di nostri volontari andò a combattere per la Francia sul Fronte delle Argonnne, guidata da Peppino Garibaldi, nipote dello Eroe.
Tra i caduti si annoverò il Colonnello Ariodante Garibaldi, suo pronipote.
Accorse anche tale Persico di Oneglia, che – avendo respirato i gas – rimase parzialmente invalido.
Il figlio, arruolatosi a sua volta nello Esercito Italiano, sarebbe divenuto Generale.
La attuale accelerazione della Storia rende comunque innecessaria la nostra partecipazione alla guerra della Ucraina, dove comunque potremmo al massimo mandare – per ora - dei militari di carriera.
Le ex Guardie Padane hanno invece in gran dispitto la Accademia di Modena: dove, a causa del loro analfabetismo, non passerebbero gli esami di ammissione.
Ormai da qualche anno, lo zeit geist esprimeva e diffondeva una sorta di domanda di guerra: come se il tempo trascorso dal 1945 avesse prodotto una stanchezza della pace.
Molti giovani andavano perciò alla ricerca di un impegno militare, naturalmente non mercenario: anche se sulla natura delle cause cui dedicarsi vigeva una certa superficialità, se non addirittura una completa ignoranza.
Abbiamo avuto così combattenti islamisti ed antislamisti, filocurdi, filorussi e filo ucraini.
Per tutto il Diciannovesimo Secolo, vi era dovizia di cause di popoli oppressi, bisognosi di solidarietà militante.
Tra le due guerre, vi fu la apoteosi delle Brigate Internazionali di Spagna.
Dopo il 1945, bisognava accontentarsi della Legione Straniera.
Sarà interessante notare se accorreranno o meno tra i nuovi volontari gli abituali frequentatori del ristorante preferito dai Leghisti.
Ove le gesta di Milosevic spinsero a suo tempo titolari ed avventori a redigere le liste di proscrizione, in vista della pulizia etnica.
Vi fummo inseriti anche noi, pur essendo privi di ascendenze meridionali – a quel tempo non era ancora invalsa la moda di prendersela con gli extracomunitari – in quanto ritenuti di Sinistra.
Nel richiamo alla violenza confluisce anche la componente religiosa.
Moltissimi anni or sono, i primi sparuti gruppi di tradizionalisti celebravano una Messa annuale in memoria di San Pio V, il Papa di Lepanto, sulla sua tomba in Santa Maria Maggiore.
Più recentemente, una schiera di maggiore consistenza celebrava sul Kahlenberg di Vienna la vittoria contro i Turchi.
Non abbiamo notizia di manifestazioni analoghe a Poitiers, ma ogni anno si svolge una marcia, indetta dalla estrema Destra cattolica, da Reims a Parigi.
In tale occasione, gli Ecclesiastici devono indossare – chissà perché - una costosissima cotta, ricamata dalle Suore.
La spesa – per quanto ingente – non li ha mai scoraggiati: si tratta, infatti, di gente notoriamente carica di soldi.
Ora, più che di paramenti sacri, ci si deve munire di armi da guerra.
È in palio la Civiltà Occidentale Cristiana, premio ambitissimo e non più disputato fino dagli Anni Cinquanta.
POST-SCRIPTUM
Il Signor Mahmud, collaboratore di Osvaldo Braccioforte Martini Tiragallo, si considera offeso dai nostri scritti, che evidentemente non condivide.
Forse qualcuno gli ha fornito – non sappiamo se in buona o in mala fede – una traduzione infedele: il bengalese, infatti, non sa dire in italiano neanche Buon Giorno.
Il malinteso, comunque, ci rammarica e ci stupisce, dato che abbiamo sempre elogiato la sua devozione, rallegrandoci per avere acquisito un uomo dotato di tanta Pietà e Dottrina.
Sarà comunque per noi un onore dibattere con lui su quanto abbiamo pubblicato – naturalmente con lo ausilio di un interprete - non appena si troverà legalmente nel nostro Paese.