Dopo il Sinodo, il Concistoro, che porterà il numero dei Cardinali Elettori ...
Dopo il Sinodo, il Concistoro, che porterà il numero dei Cardinali Elettori – a far data dal prossimo Trenta Settembre - alla cifra record di centotrentasette.
Tanto numerosi, cioè, che il pur grande albergo di Santa Marta non basterà a contenerli tutti.
Dove dormiranno quelli in soprannumero?
Giriamo la domanda al Maresciallo del Conclave, in occasione del quale arriveranno in massa in Vaticano.
Quanto ai Titoli, occorre ormai costituirli nelle Chiese Parrocchiali della estrema periferia: una ulteriore applicazione del famoso programma di Bergoglio.
Il quale, forse temendo una Sede Vacante - contro la quale eleviamo le più fervide preghiere - vuole blindare la maggioranza di quanti intendono proseguire sulla sua linea di Governo della Chiesa.
Non è però questo il più importante dei molti aspetti della questione posta dal numero dei Principi della Chiesa.
Il fatto di essere titolari di una Chiesa di Roma li rende anche formalmente subordinati al suo Vescovo, cui devono obbedire usque ad effusionem sanguinis: da ciò deriva il colore porpora delle loro vesti.
La riforma della Chiesa, che avrà nel prossimo Sinodo una delle sue tappe più importanti, rende più che mai attuale il tema dei rapporti tra il centro e la periferia.
Se prevalesse il modello centralistico, il sempre maggior numero dei Cardinali lo rafforzerebbe: analogamente a quanto avviene per uno Stato, il cui potere risulta tanto più preponderante quanto maggiore è il numero dei funzionari sparsi sul territorio con lo scopo di controllarlo.
Se viceversa si proseguisse sulla via del decentramento, allora i Cardinali cosiddetti residenziali - i quali governano le rispettive Diocesi, ma nel contempo le rappresentano a Roma quali componenti del suo Clero, assumerebbero un compito esattamente opposto: quello, cioè di chi è delegato a rappresentare in una Capitale la propria provincia.
Che è precisamente quanto avviene con i Parlamenti elettivi.
Ai quali, però, si può – sia pure impropriamente - paragonare piuttosto il Sinodo.
Questo organo, tuttavia, non elegge il Papa: di qui la necessità di rappresentare nel Sacro Collegio il maggior numero di Chiese locali.
Perfino la Mongolia – con milletrecento cattolici – conta già un Porporato.
Si presume – tanto più in quanto nella Chiesa non vige il principio della proporzionalità della rappresentanza – che questo Cardinale, come tutti i suoi confratelli dislocati in partibus infidelium – debba farsi portavoce nel Sacro Collegio di quanto si aspettano dalla santa Sede i non Cristiani.
Quanto ai non Cattolici, saranno addirittura rappresentati nel Sinodo.
Fondamentalmente, i vari Buddisti, Musulmani, Induisti, nonché i seguaci dei culti ancestrali africani ed indo americani, tendono a sostenere – sia pure esercitando una influenza esterna – la scelta di Bergoglio, consistente nello schierare la Chiesa al fianco dei popoli già sottomessi al dominio coloniale.
La opposizione a queste istanze non può, dunque, che venire dallo Occidente.
Concentrandosi in certi cosiddetti Movimenti Ecclesiali.
Ascoltando la maggiore emittente radiofonica cattolica italiana – salvo naturalmente quella ufficiale del Vaticano, che però è terzomondista per eccellenza – ci si può rendere conto di come essa ignori completamente un evento centrale nella vicenda della Chiesa quale è precisamente il Sinodo.
Anche del Concistoro, peraltro, si parla ben poco.
Cerchiamo di capire i motivi di tale scelta.
I Movimenti Ecclesiali presentano per lo più due caratteristiche: da un lato, essi tendono al settarismo, il che li rende diffidenti e refrattari rispetto al Magistero ed al potere disciplinare esercitato dai Vescovi e dal Papa; da un altro lato, la loro rispettiva Autorità Centrale si esercita in modo assoluto su tutti i seguaci.
Si tratta dunque, in pratica, di altrettante Chiese nella Chiesa.
Non è sfuggita la decisione del Papa di declassare la Opus Dei da Prelatura Personale – in pratica una Diocesi senza territorio, come prima erano soltanto gli Ordinariati Militari - a soggetto di Diritto Canonico posto alle dirette dipendenze della Santa Sede; né il provvedimento analogo con cui si è disposto che i Prelati posti alla guida di determinati Movimenti Ecclesiali siano scelti per un mandato a termine, non rinnovabile indefinitamente.
Don Carriòn pare non abbia accolto bene tale decisione, e con lui tutti i seguaci della sua congrega.
Se il dissenso dovesse debordare dalle questioni disciplinari a quelle dottrinali, il rischio di uno scisma diverrebbe concreto.
Torniamo dunque alla domanda: che cosa significa il fatto di ignorare il Sinodo?
Può forse anticipare il rifiuto delle sue decisioni?
Demattei già rigetta quelle del Concilio, malgrado siano state tutte quante avallate dalla Autorità dei Papi.
Il prossimo futuro dovrà necessariamente sciogliere questi nodi.
Tanto più se le tensioni internazionali dovessero aggravarsi, assumendo le caratteristiche di uno scontro tra il Nord e il Sud del mondo

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Mario Castellano  16/7/2023
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