I lavoratori industriali temono i progressi tecnologici ...
I lavoratori industriali temono i progressi tecnologici, sia in quanto permettono di ottenere lo stesso prodotto con un minore impiego di manodopera, sia in quanto il plusvalore, cioè il margine di profitto goduto dal padrone per il lavoro svolto da ciascuno di loro, risulta naturalmente più alto.
Ne consegue una reazione tanto spontanea quanto inefficace alla introduzione di nuovi macchinari, consistente nella loro distruzione.
Che avveniva colpendoli con gli zoccoli di legno, in francese sabots: da cui il termine sabotaggio, riprodotto in tutte le altre lingue.
Questa pratica, però, finiva per accelerare, anziché ritardarlo, il progresso tecnologico.
La novità determinata dal voto con il quale il Parlamento Europeo ha posto un termine di tempo preciso e ravvicinato alla adozione della cosiddetta Green Economy, cioè di macchinari industriali meno inquinanti, consiste nel fatto che la Sinistra ha votato a favore, e la Destra contro.
Nello immediato, questa misura danneggia tanto i padroni quanto gli operai.
Se infatti molti imprenditori, non potendo far fronte alle spese necessarie per trasformare le loro fabbriche, saranno costretti a chiudere, ben più lavoratori rimarranno disoccupati.
Il grande capitale finanziario aveva però fretta di procedere a questo cambiamento, ed a tal fine aveva lanciato una campagna, motivata con la necessità di ridurre lo inquinamento, guidata da tale Greta Thumberg.
Si tratta di una giovane socialdemocratica svedese eretta ad icona del movimento verde e dedita a girare il mondo in qualità di sua propagandista.
Dimostrando anche – en passant – che non sempre la cosiddetta Sindrome di Down riduce le capacità intellettive.
La ragazza si è in effetti rivelata una furbacchiona.
Attraversato lo Atlantico su di una barca a vela appositamente disegnata ed attrezzata per rispettare le nuove norme, è però rientrata in Europa su di un personal jet.
A Milano, immancabile tappa italiana, la gioventù di Sinistra le ha dedicato alcuni dei suoi consueti cortei del sabato sera.
La Socialdemocrazia svedese, già capofila in Europa di questa corrente politica, ha in seguito perso le elezioni.
Ormai, però, il risultato perseguito dalla Thumberg - e soprattutto dai suoi sponsor - era acquisito.
Con un danno tanto maggiore quanto più un Paese è ancora manifatturiero: non a caso, i capifila dei dissidenti sono stati i Democristiani tedeschi, relegati però alla opposizione.
Secondo la Radio cattolica, la Sinistra ha ottenuto la sua ultima vittoria: dopo avere cavalcato prima la questione sociale, e poi quella nazionale, ora questa parte politica sposa – con successo – quella ecologica.
Giustamente, però, il suo speaker, dopo avere registrato tale evento, rileva come oggi – molto più della causa cosiddetta verde – vada di moda quella identitaria.
Per cui alla fine prevale chi si dimostra in grado di cavalcarla.
La diminuzione della importanza sociale propria della produzione industriale favorisce inevitabilmente – se ancora vogliamo fare riferimento alla vecchia dicotomia – la Destra.
Se la Svezia era socialdemocratica quando era un Paese di minatori, da noi Sesto San Giovanni – la cosiddetta Stalingrado di Italia - ha riconfermato un Sindaco di estrema Destra.
Le grandi metropoli sono ancora governate dalla Sinistra in quanto esprimono una società multiculturale, ma sono ormai abitate dalla borghesia intellettuale e dagli immigrati, più che dal vecchio ceto operaio.
Vi è però un altro effetto del processo in corso, meno eclatante ma ben più importante in prospettiva storica.
Gli Occidentali stanno ritirando i loro investimenti industriali dalla Cina.
Questo avviene naturalmente in vista di un possibile futuro conflitto con questo Paese, ma anche perché il minor impiego di manodopera – propiziato dalle nuove tecnologie verdi – elimina il risparmio permesso dallo impego dei lavoratori terzomondisti.
Ne deriva un restringimento dei commerci internazionali.
Le diverse comunità si rinchiudono in sé stesse, e questo fenomeno economico favorisce la tendenza identitaria.
Siamo forse alla fine di un ciclo iniziato con il Colonialismo, che era a suo modo internazionalista, in quanto cercava mercati da cui rifornirsi di materia prima e cui vendere il prodotto finito.
Approfitteranno dello identitarismo quei soggetti politici, culturali e religiosi che saranno meglio attrezzati per governarlo.
Può essere dunque che la Sinistra finisca come quel personaggio che scosse un albero, mentre altri raccolsero i frutti caduti.
Posto che il cambiamento tecnologico è inevitabile – in quanto ogni nuova scoperta viene prima o poi applicata alla produzione – occorre prendere atto della tendenza al frazionamento territoriale, propiziato dalla autosufficienza di comunità più ristrette.
Si parva magnis componere licet, i Socialdemocratici svedesi hanno espresso Greta Thumberg, predicatrice itinerante della Green Economy, mentre gli ex Comunisti imperiesi avevano da tempo mandato fino a Perugia un loro dirigente, per chiedere a Colussi di anticipare la chiusura della Agnesi.
Un tempo, il loro Partito propugnava la installazione ad Imperia di una fabbrica delle Partecipazioni Statali, ma non risulta che i suoi rappresentanti a Roma abbiano mosso un dito per ottenerla, accontentandosi della Selvaggina.
La Sinistra scandinava riteneva – evidentemente a torto – che fosse possibile sostituire la sua tradizionale base operaia con gli ingegneri che lavorano in camice bianco nei nuovi laboratori tecnologici.
La Sinistra nostrana, più prosaicamente, pensava di sostituire i lavoratori industriali con gli speculatori edilizi.
Questo calcolo si è rivelato ancora più sbagliato, in quanto la restrizione degli scambi internazionali colpisce soprattutto il turismo, ed in particolare quello detto delle seconde case.
Per non parlare dei porti turistici, che nello immaginario di Burlando sostituivano il Paradiso dei Lavoratori.
Anche il Bassotto ha vinto spacciando la patacca dello sviluppo turistico: nel quale credono però soltanto i ristoratori albanesi.
Noi non avremo né gli ingegneri addetti alla ricerca applicata, né i costruttori edili, né gli albergatori.
Il futuro di Imperia appartiene ai Vigili Urbani, ai bidelli ed ai becchini: tutti pronti ad essere assunti in Comune in cambio di cinquanta preferenze a testa.
Sempre che non arrivi il Commissario Prefettizio.

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Mario Castellano  19/7/2023
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