Questo articolo è dedicato al nostro amico Avvocato Luigi Basso...
Questo articolo è dedicato al nostro amico Avvocato Luigi Basso, il quale viene da Diano Marina. Questa Città diede i natali ad Andrea Rossi, passato alla Storia come il Pilota dei Mille, ed analogamente Luigi Basso ha assunto il difficile compito di pilotare la nostra fragile imbarcazione: che naviga tuttavia – carica di speranze – verso la meta della Indipendenza. Ci giunge notizia che il malessere da cui è afflitto, e per cui gli formuliamo i migliori auguri di rapida guarigione, ha ammutolito – si spera temporaneamente - l’amico Basso. Il quale, essendo oratore forense e politico, subisce una sorta di contrappasso dantesco: nel suo caso, del tutto immeritato. Le orazioni civili e tribunalizie – come quelle di Demostene e di Cicerone – sono concepite infatti per essere udite, e non lette. Ciò doverosamente premesso, veniamo alla attualità, che da pienamente ragione alla nostra linea: quella della prudenza e della fermezza, aliena dalle scorciatoie e dalle fughe in avanti da cui qualcuno – in Europa Occidentale – sembra ancora tentato. Come fanno fede gli atti delle Ghiurnate di Corte, in cui gli Indipendentisti – imitando certi movimenti post sessantottardi – hanno fatto a gara nello scavalcarsi verso l’estremismo. La notizia giunta da Madrid – chiamata spregiativamente dai Catalani la Villa - è talmente buona che lo stesso Dottor Luca Bellizzi, Rappresentante in Italia della Generalità, non ci credeva quando ci siamo parlati, subito dopo le Elezioni Politiche spagnole. Alla Presidenza della Camera Bassa delle Cortes è stata eletta la Signora Armengol, socialista delle Baleari, e come tale appartenente alla minoranza di lingua catalana. La quale abita – oltre al territorio della Generalità – anche queste Isole, nonché la Comunità Valenziana, parte della Aragona ed una piccola porzione della Murcia. Per non parlare, naturalmente, del Rossiglione francese, portato in dote al Re Sole da sua moglie, Maria Teresa di Spagna: nel quale ferve comunque la rivendicazione linguistica. Anche in Catalogna ci sono gli Irredentisti: i quali una volta esibirono al Nou Camp, in occasione di una partita del Barcellona, una mappa del loro futuro Stato, che includeva tutti questi territori. I centralisti si stracciarono le vesti per lo scandalo. Gli abitanti delle Baleari ed i Valenziani hanno, nei riguardi della rivendicazione nazionalista, un atteggiamento simile a quello che tenevano i Ticinesi verso la nostra analoga causa: pur non volendo appartenere allo Stato unitario, gli Svizzeri Italiani simpatizzavano apertamente con i suoi fautori. Ora la Signora Armengol rappresenta, nel Partito Socialista, il settore più dialogante con i Catalani. I quali – insieme con altri movimenti autonomisti – le hanno dato il voto, prefigurando una maggioranza che includa, con tutta la Sinistra, anche i diversi movimenti indipendentisti ed autonomisti. La stessa maggioranza – sia detto per inciso – che governava la Spagna nel 1936, allo scoppio della Guerra Civile. La rivendicazione dei Catalani, che i Socialisti dovranno accettare, riguarda l’uso paritario della loro lingua nella Unione Europea e nel Parlamento nazionale. In Italia, accadde una volta che una Deputata rappresentante gli Sloveni di Trieste parlasse alla Camera nella sua lingua, ma venne zittita dal Presidente in quanto il Regolamento Parlamentare non lo permette. Il problema della Indipendenza verrà accantonato, almeno per il momento. Il che dà ragione a chi a suo tempo considerò prematura la sua Dichiarazione. Noi Liguri nutriamo, a tale proposito, due convinzioni. La prima riguarda il fatto che le rivendicazioni avanzate dalle cosiddette Patrie Negate potranno trovare una piena realizzazione solo nell’ambito di una compiuta evoluzione democratica dell’Europa. Che – una volta costituita quale soggetto unitario - rimarrà tale a prescindere dal numero degli Stati membri. La democrazia tende infatti a decentrare, l’autoritarismo ad accentrare. Occorre dunque collaborare, su basi chiare e concrete, ma senza tenare fughe in avanti e scorciatoie, con tutte le forze democratiche. Offrendo loro una sponda quando contrastano la Reazione. Questa è la scelta che abbiamo compiuto in occasione delle Elezioni Comunali di Imperia. Anche se è purtroppo mancata la richiesta, rivolta al candidato Sindaco, di prendere atto della nostra rivendicazione. Tanto più trattandosi di un indipendentista meridionale, del ramo borbonico facente capo al Duca di Castro. In comune con i Catalani ed i Baschi vi è nel loro caso l’ampiamento della Autonomia, e nel nostro la sua difesa. Se proietteremo la nostra battaglia su scala continentale, e respingeremo la attuale ondata di estremismo di Destra, verrà il giorno in cui presenteremo il conto ai nostri alleati. Dobbiamo comportarci come Ben Gurion e Gandhi, che appoggiarono la Gran Bretagna contro il nazismo, mentre Jabotinsky e Chandra Bose volevano allearsi con Hitler. Non sempre è vero che i nemici dei miei nemici sono miei amici. Tanto più se con i presunti nemici ci unisce la stessa concezione democratica. Che esige il riconoscimento del diritto alla Autodeterminazione. Questo diciamo a quegli amici corsi che vorrebbero ritornare alla azione illegale. I Baschi non lo faranno, proprio in quanto la alleanza che si accinge a governare la Spagna mette al sicuro la loro Autonomia, ed anzi si accinge ad estenderla. Se su di un versante non siamo d’accordo con Corsica Libera, dall’altra parte biasimiamo gli opportunisti (usiamo un eufemismo) quali Chiappori, ormai schierati con i Fratelli della Meloni. Come a suo tempo fece Salvini con Forza Italia. La nostra barca è piccola, ma solida, e tiene il mare. La loro, invece, fa acqua da tutte le parti, e in tutti i sensi. Il Parroco di Oneglia ha indetto una processione per implorarla. Speriamo che tale iniziativa non sia sponsorizzata dalla Rivieracqua. Cui ormai non rimane che affidarsi al Mago della Pioggia. Quella di denaro è già caduta abbondantemente sul suo Presidente.
