Il Papa percorre le più lontane plaghe dell’Asia, ...
Il Papa percorre le più lontane plaghe dell’Asia, e qualcuno insinua, fondandosi su voci provenienti dai Sacri Palazzi, che in Mongolia - durante la inusitata pausa di un giorno intero nei suoi impegni ufficiali - abbia segretamente incontrato un altolocato emissario cinese.
Intanto, qualche” vaticanista” insiste nell’affermare che Bergoglio si stia dando da fare per pilotare il Conclave – ritenuto evidentemente ormai prossimo – al fine di fare eleggere un successore di suo gradimento.
Vari argomenti possono essere usati per smentire questa tesi.
Il primo dei quali attiene alla Fede Cattolica: secondo la quale i Cardinali, riuniti per eleggere il Papa, sono ispirati dallo Spirito Santo.
Basta, dunque, lasciarlo soffiare sulla Cappella Sistina affinché venga designato l’uomo più idoneo a guidare la Barca di Pietro.
Il secondo argomento attiene alla Storia: a partire da Pio XII, i Papi sono stati in qualche modo designati dai loro predecessori, senza bisogno di nominare i Cardinali in funzione di questa scelta.
Pio XI affermò coram populo come fosse disposto ad andarsene tranquillamente da questo mondo sapendo che Eugenio Pacelli avrebbe occupato il suo posto.
Su Giovanni XXIII ricordiamo un aneddoto che conferma la sagacia – ma anche la conoscenza dei Sacri Palazzi – propria di Giulio Andreotti.
Il noto uomo politico, durante la Sede Vacante, si era recato a Venezia, dove lo aveva ricevuto il Cardinale Patriarca Roncalli.
Il quale lo portò a visitare un immobile abbandonato sul Canal Grande, idoneo per ospitare il Seminario Maggiore.
Dopo la visita, il futuro Papa lo congedò dicendogli che avrebbero riparlato dell’argomento “a Venezia o altrove”.
Questo “altrove” bastò all’interlocutore per intuire il prossimo futuro.
Il “Divo Giulio” mise dunque la fotografia di Roncalli sulla copertina del numero di “Concretezza” pubblicato a Conclave iniziato, ma non ancora concluso.
Piovvero da tutto il mondo le congratulazioni per cotanta chiaroveggenza.
In realtà, il Patriarca già sapeva che sarebbe diventato Papa, e lo disse.
Sia pure usando un linguaggio criptico degno di Nostradamus.
A sua volta, Giovanni XXIII investì come successore il Cardinale Montini.
Su Luciani, circolano altro aneddoto, che ebbe di nuovo come scenario Venezia.
Fanfani aveva annunziato al Patriarca la sua imminente promozione, invitandolo ad imparare l’inglese per essere pronto a fare il Papa.
Il Cardinale ci mise tutto l’impegno, al punto che parlò discretamente in questa lingua quando inaugurò i restauri della Basilica di Torcello, finanziati dagli Americani.
Paolo VI, per giunta, visitando San Marco, gli pose sulle spalle la stola raffigurante San Pietro e San Paolo, che solo il Papa può portare.
Il designato quasi svenne per l’emozione, avendo capito il significato di tale gesto.
La nomina di Giovanni Paolo II era anch’essa annunziata, ma la morte precoce del Predecessore la anticipò.
Anche l’elezione di Benedetto XVI venne propiziata dall’orientamento espresso dal Papa polacco.
Non sappiamo se qualcosa di simile sia avvenuto per Bergoglio, ma la sua scelta riporta al terzo motivo posto a fondamento di una certa prevedibilità di quanto determina la Fumata Bianca.
Si tratta del rapporto di forze tra le Potenze temporali.
Nel 1903, fu eletto Papa il Cardinale Rampolla del Tindaro, ma l’Imperatore d’Austria oppose il suo Veto, trattandosi del capo dei Porporati filofrancesi.
La scusa addotta fu la possibilità di una sollevazione dei Salvi dell’Impero, in gran parte cattolici, sobillati dall’Intesa.
Gli Imperi Centrali, forti dell’eredità del Sacro Romano Impero, erano ancora egemoni sull’Europa, ed in particolare l’Austria usava di tutta la sua influenza per impedire una Conciliazione tra la Chiesa e lo Stato italiano.
Che infatti costituì l’ultima conseguenza – sul piano geostrategico – della sua dissoluzione.
Questo evento richiese una Guerra Mondiale.
Come si spiega che un Conclave composto soltanto da Cardinali nominati da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI abbia eletto un Papa terzomondista?
Il quale, appena eletto, si diede a destituirli dai loro incarichi di Curia.
Andando per giunta ben oltre il Concilio sul piano dottrinale, fino a sfiorare il sincretismo.
La spiegazione è una sola: il rapporto di forze, che si sposta inesorabilmente in favore del Meridione del mondo.
L’attuale Pontificato è conseguenza di questa tendenza, ma nel contempo la rafforza.
Si dice che il Papa abbia designato quale successore l’ex Cardinale di Manila Tagle, di madre - e dunque di madrelingua - cinese, il quale aveva ospitato nel Seminario Maggiore delle Filippine i seminaristi della Chiesa Patriottica, preparando la sua riammissione nella piena Comunione con Roma.
Ora Tagle è nell’Urbe, dove evidentemente sta studiando per diventare Papa.
È gesuita il nuovo Cardinale di Hong Kong, fautore dell’accordo tra la Cina ed il Vaticano.
Questa intesa aveva infuriato il suo predecessore, al punto da fargli dire che il Cardinale Parolin è un ateo (!?).
La Chiesa – fermo restando che auguriamo a Bergoglio altri mille anni di vita – ha preso una direzione irreversibile.
Le nomine dei Cardinali ne sono la conseguenza, e non – come insinuano certi “vaticanisti” – la causa.
Noi non crediamo dunque che il Papa abbia ormai bisogno di indicare ai Cardinali chi devono scegliere per sostituirlo.
Si tratterà del nocchiero più idoneo per pilotare la barca sulla rotta già tracciata.
Che cosa ne è della Chiesa italiana?
Non manca certamente in essa chi vede di buon occhio la Meloni, ma la situazione è tale da impedire che questa simpatia determini delle scelte concrete tali da contrastare gli indirizzi del Papa.
Nei giorni scorsi, siamo intervenuti nella polemica suscitata pretestuosamente dai superstiti anticlericali della cosiddetta “Sinistra” (comunque ormai transitati - tutt’altro che disinteressatamente - sull’opposto versante) contro il Vescovo di Ventimiglia.
Il quale si è distinto per la sua opera volta a mantenere coeso il tessuto sociale.
Il che significa né più né meno animare non già la resistenza (che non risulta possibile), bensì la resilienza opposta agli indirizzi dell’attuale Governo.
Che nel nome di una supposta identità “italiana” tende a distruggere la nostra vera identità.
Della quale cui il Cristianesimo è una componente essenziale.
Riscoprendo questa radice, l’Italia – come tutti i Paesi cattolici – si scoprirà inevitabilmente partecipe della causa universale in cui è impegnata la chiesa di Bergoglio.

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Mario Castellano  6/9/2023
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