Vito Mancuso, con un articolo su “La Stampa” di Torino, illustra eloquentemente...
Vito Mancuso, con un articolo su “La Stampa” di Torino, illustra eloquentemente i motivi dottrinali per cui lo Stato teocratico, così come lo Stato confessionale, risulta incompatibile con la nostra Fede.
L’autorevole teologo annota come in ambito cattolico l’uno e l’altro sia stato superato con la Rivoluzione Francese.
Giova però aggiungere una ulteriore notazione storica: la caduta dello “Ancien Régime” non divise soltanto i fautori dello Stato laico da quei cattolici che non vi si erano rassegnati.
Con la cosiddetta “Costituzione Civile del Clero” emanata nel 1790, quando la Rivoluzione si trovava ancora nella sua fase monarchica, si produsse anche una spaccatura mai rimarginata nella Chiesa francese: quella che contrappose sanguinosamente il Clero cosiddetto “Giurato” ed il Clero “Refrattario”.
Questa divisione era destinata a riprodursi in tutti gli altri Paesi cattolici.
In Italia, in particolare, ciò avvenne per effetto del processo unitario: che aggravò il conflitto, in quanto esigeva anche l’abbattimento del Potere Temporale.
Mancuso è un ottimo teologo, ma commette un errore esprimendosi su di un argomento giuridico, quando sembra considerare sinonimi lo Stato teocratico e lo Stato confessionale.
Esiste invece tra essi una differenza: nella teocrazia, l’Autorità religiosa esercita in prima persona anche il potere civile, mentre dove vige il confessionalismo le Istituzioni dello Stato sono tenute a riflettere nella legislazione i precetti per l’appunto specifici di una particolare confessione.
La Meloni a Budapest e poi Salvini, facendole seguito a pochi giorni di distanza da Pontida, hanno affermato chiaramente che sotto il loro Regime lo “jus condendum” non si discosterà dalla norma religiosa cattolica.
Lo “jus conditum” – per ora – non verrà toccato, ma a titolo di esempio il “Capitano” ha escluso la possibilità di estendere le adozioni alle coppie omosessuali che abbiamo contratto le cosiddette “Unioni Civili”.
Il futuro dello Stato di Diritto in Italia dipende da come si atteggeranno la Santa Sede e l’Episcopato dinnanzi a questa presa di posizione.
Non possiamo naturalmente pretendere che la Chiesa difenda il principio della laicità dello Stato, cioè la sua facoltà di non conformarsi col precetto che essa stessa è incaricata di custodire.
Non esiste peraltro per l’Autorità civile il rischio di essere privata della investitura conferita da un soggetto religioso: questo avveniva nel tempo del Sacro Romano Impero, ed ogni volta che si apriva un contenzioso tra il Sovrano ed il Papa, il Pontefice finiva per imporre la propria volontà.
L’Imperatore privato dell’Investitura era costretto ad andare a Canossa, come fece Enrico IV con Gregorio VII nel 1077.
Il conflitto si prolungò ancora a lungo, ma nel 1122 il Concordato di Worms segnò una sostanziale vittoria della Chiesa, cui venne riconosciuta l’ultima parola nella “vexata quaestio” delle investiture feudali: le quali riguardavano in molti casi il controllo dei beni ecclesiastici.
Tutta questa vicenda, che abbiamo tentato di riassumere per sommi capi, rivela come spettasse al Papato pronunziarsi in ultima istanza sulla conformità degli atti di governo emanati dall’Impero con   i principi religiosi, così come – naturalmente – con gli interessi della Chiesa.
Qualora però si costituisca uno Stato confessionale la cui Autorità non viene conferita da nessun diverso soggetto, tale rapporto di subordinazione finisce sostanzialmente per invertirsi: sarà dunque lo Stato a porre la Chiesa in una condizione di sottomissione.
Se ogni Regime autoritario ricatta i sudditi imponendo loro di scegliere tra la propria perpetuazione ed il disordine, esso può rivolgersi in termini analoghi alla Chiesa, minacciando di privarla del suo privilegio.
Fu così che il Cattolicesimo italiano – tanto nella sua espressone istituzionale quanto in quella popolare – venne asservito a Mussolini; come avvenne anche per il Cattolicesimo spagnolo nei confronti di Franco.
Il quale aveva l’abitudine di convocare al Pardo i Cardinali residenziali come se fossero stati dei Prefetti.
L’obbedienza era in entrambi i casi garantita, essendo viva nei Prelati la memoria dell’anticlericalismo, che aveva caratterizzato in ambedue i Paesi la fase storica precedente alla instaurazione delle dittature.
L’Italia repubblicana, invece, era governata dalla Democrazia Cristiana.
Esiste tuttavia un settore ecclesiastico che infligge a questo Partito una “damnatio memoriae”, denunziandone le asserite “infiltrazioni moderniste”.
Perfino la Madonna di Medjugorje ha equiparato tale tendenza a tutte le altre degenerazioni del mondo attuale.
Non rimane dunque che restaurare lo “Ancien Régime”.
L’unto dal Signore con l’olio sacro già usato, secondo la tradizione, per i Re d’Israele non sarebbe però il Re di Francia, bensì la Meloni.
La quale si dimostra capace di usare astutamente il confessionalismo come “instrumentum regni” per garantirsi l’acquiescenza della Chiesa.
“Nulla quaestio” finché ci si mantiene nell’ambito degli equilibri politici interni, su cui influiscono le elargizioni economiche dispensate dal nuovo Regime ai vari soggetti religiosi: facendo naturalmente attenzione a privilegiare quelli più disposti ad appoggiarlo.
Conviene però alla Chiesa subordinarsi ad un Potere statuale che può assumere posizioni contrarie alle sue sullo scacchiere internazionale?
IL Papa moltiplica i Cardinali terzomondisti, secondo alcuni per garantire in un futuro Conclave una maggioranza analoga a quella che lo ha eletto.
Se ciò è vero, egli teme che la Santa Sede venga risucchiata da un identitarismo europeo occidentale che assume sempre più i connotati dell’estremismo di Destra.
Il matrimonio contratto a Pontida tra Salvini e la Le Pen è stato celebrato col rito religioso, seguendo naturalmente il “Vetus Ordo”.
In ogni comizio dell’estrema Destra francese, l’assistenza religiosa è affidata ai preti lefebvriani.
La Santa Sede si trova nella cosiddetta alternativa del Diavolo: da una parte non può sconfessare il confessionalismo della Meloni e di Salvini, ma dall’altra parte se che questa tendenza può costarle la sottomissione.
Oppure uno scisma.

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Mario Castellano  22/9/2023
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