Dopo il cosiddetto “Colpo di Praga”, organizzato dall’Ambasciatore sovietico Zorin ...
Dopo il cosiddetto “Colpo di Praga”, organizzato dall’Ambasciatore sovietico Zorin, con cui nel 1948 i Comunisti si impadronirono del potere in Cecoslovacchia, i dipendenti pubblici trovavano al mattino la tessera del Partito sulla scrivania.
Ciò rendeva praticamente obbligatoria la loro iscrizione, dato che rifiutarla significava dichiararsi oppositori del nuovo regime.
In Italia, prendere la famosa tessera del Fascio non venne mai reso formalmente obbligatorio, ma costituiva piuttosto un onere, cui era necessario adempire per accedere all’impiego, tanto pubblico quanto privato.
Al quale si sottraeva solamente chi era così ricco da poter vivere di rendita.
I Partiti della Prima Repubblica “iscrivevano” i morti, di cui i rispettivi galoppini compilavano gli elenchi visitando i cimiteri, nonché gli abbonati al telefono.
Queste pratiche sono state ereditate in parte dai Democratici, i quali in alcune località hanno più iscritti che votanti.
Si tratta in ogni caso dell’estrema degenerazione del clientelismo, ma almeno gli “iscritti” sono tali a loro insaputa, e “votano” nelle elezioni interne “delegando” un correligionario.
Quanto invece è avvenuto a Ventimiglia, risultando così grottesco che perfino l’ossequioso “Secolo XIX” ha dovuto deplorarlo, dedicando all’argomento un divertito “pezzo di colore”, assomiglia più alla Cecoslovacchia stalinista che all’Italia dorotea: il fidanzato di una Assessora di Fratelli d’Italia percorreva la Città distribuendo le tessere del Partito come se fossero state dei volantini.
Per piazzarne il maggior numero possibile, costui non esigeva nessun pagamento.
Ciò non attenua la gravità di quanto sta succedendo, nella Città di confine come in chissà in quante altre località del Bel Paese.
Mettiamoci nei panni dell’amico, del conoscente, del parente, del vicino o del collega di lavoro della persona incaricata di tale reclutamento forzoso.
In nuovo “iscritto” può naturalmente rifiutarsi di divenire tale.
Pare purtroppo però che pochi, tra i soggetti contattati, abbiano avuto un tale sussulto di dignità.
Alcuni erano già tra gli elettori o i simpatizzanti della Sorella d’Italia, ma altri hanno subito passivamente l’arruolamento per timore di inimicarsi il nuovo Potere.
Che assume per ciò stesso le caratteristiche di una dittatura.
I nuovi “Fratelli” della Meloni non possono d’altronde sperare di influire sulle dinamiche interne del Partito: al confronto del quale quello nordcoreano costituisce un esempio di democrazia interna.
L’organo dirigente supremo (di cui ignoriamo la denominazione ufficiale) si è riunito nei giorni scorsi in via della Scrofa: i saloni dei grandi alberghi vengono evitati, essendo permeabili ad ogni sorta di spionaggio.
Il consesso si è celebrato infatti nel più assoluto segreto, che si estende anche ai nomi dei componenti.
Del “dibattito”, ammesso che si possa usare tale termine per definire i lavori del nuovo Gran Consiglio, non è stato comunicato neanche quello striminzito resoconto di ogni intervento che a suo tempo trapelava dal “bunker” sotterraneo delle Botteghe Oscure quando vi sessionava il Comitato Centrale.
I cui componenti erano tenuti a pronunziare per prima cosa un “Introito” che così recitava: “Sono d’accordo con la relazione del Segretario”.
Le eventuali riserve venivano comunicate ai Compagni (ma non filtrate ai mezzi di comunicazione) mediante un linguaggio criptico e allusivo, censurato comunque nel riassunto passato alla Stampa.
Paradossalmente, il primo Comitato Centrale celebrato “coram populo” a “Palazzo Dongo” fu quello del Partito fratello spagnolo.
Che era ancora formalmente clandestino, ma i componenti del consesso esibirono ugualmente la loro identità.
I dirigenti del Partito della Meloni sono una sorta di Priorato di Sion, o di Templari: che ufficialmente non esistono, ma proprio per questo agiscono esotericamente sulla realtà esterna.
Il Potere risulta sempre invisibile.
Se così non fosse, si potrebbe tentare di condizionarlo.
Ta il Capo ed i gregari, protagonisti di epifanie finalizzate da una parte a pronunziare il Verbo e dall’altra ad esibire il consenso, non deve frapporsi nessuna altra realtà.
Il dittatore dialoga direttamente col popolo: il quale si sente protagonista proprio per la mancanza di intermediazione tra sé ed il Capo.
Il numero dei componenti di questa entità, che rimane sempre astratta per evitare ogni tentazione dialettica, deve essere naturalmente il maggiore possibile.
Precisamente come avviene nelle confessioni religiose: nelle quali però sono necessari i Sacerdoti.
Per il semplice motivo che Dio è invisibile.
Le autocrazie danno invece il massimo risalto alla corporeità di colui che le guida.
Mussolini, dato l’aspetto fisico sanguigno e prorompente, adempiva perfettamente a tale ruolo.
La Meloni appartiene invece a quel tipo di donne che nel gergo militare sono chiamate “cutrettole”, caratterizzate dalla bassa statura, dalla gamba corta e dal culo basso, naturalmente tendenti alla pinguedine, con cui di preferenza contraggono matrimonio i Marescialli dei Carabinieri ed i Sottufficiali dell’Esercito.
Ecco perché la Presidente del Consiglio appare solitamente in televisione, seduto dietro il tavolo della conferenza – stampa, oppure fa diffondere in audio succinte dichiarazioni, le quali per la loro ellitticità ricordano il “Credere, Obbedire, Combattere”, ovvero il “Gettare l’anima oltre l’ostacolo”: che non si è mai capito che cosa volesse dire, ma faceva comunque il suo effetto.
La corsa ad aderire al regime non risparmia intanto gli ex movimenti autonomisti.
La spaccatura di quelli valdostani ha fatto sì che la Regione non sia più governata - per la prima volta da quando fu istituita - dall’alleanza tra i Partiti di lingua francese e quelli nazionali di Sinistra.
La Destra ha così innalzato la sua bandiera anche sulla “Vallée”.
Analogamente, il Partito autonomista del Trentino – di radice cattolica – si è scisso, e la sua maggioranza è confluita nella coalizione di Destra che governa la Provincia.
Lo stesso esito si profila per il Tirolo Meridionale di lingua tedesca.
Che cosa ha indotto, in tutte queste situazioni, dei raggruppamenti un tempo fortemente autonomisti a confluire in una alleanza contraddistinta dal suo orientamento centralista?
Può avere influito la presunta necessità di salvare il salvabile di quanto garantito dagli Statuti, ma temiamo che abbia prevalso la tentazione di fare i primi della classe, di distinguersi per l’acquiescenza nei riguardi di chi dimostra di ignorare gli stessi obblighi imposti all’Italia dai Trattati internazionali, e tuona regolarmente contro l’Unione Europea e gli altri Stati membri.
Si tratta in fondo della stessa logica che spinge i Ventimigliesi a lasciarsi tesserare da un gerarcotto locale dei Fratelli d’Italia, come si fa con le pecore che vengono marchiate dal padrone.
Così nascono i regimi.

Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano  02/10/2023
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved