Le notizie del giorno riguardano la gerarchessa della Amministrazione Provinciale di Savona finita nei guai per avere sistematicamente ignorato la distinzione ...
Le notizie del giorno riguardano la gerarchessa della Amministrazione Provinciale di Savona finita nei guai per avere sistematicamente ignorato la distinzione tra la “Res Publica” e la “Res Priovata”, nonché l’Avvocato di Imperia che esigeva l’onorario dai clienti facendo loro credere che stava svolgendo le proprie funzioni.
L’una e l’altro non costituiscono purtroppo delle eccezioni.
Tempo fa una nostra amica andò in Cancelleria per verificare a quale punto fosse giunta una causa civile in cui avrebbe dovuto essere parte attrice: risultò che il suo Avvocato, pur essendo lautamente pagato, non l’aveva neanche introdotta.
Anche gli esempi di dirigenti che schiavizzano i lavoratori subordinati si moltiplicano.
Uno di essi, ora incorporato in un organo elettivo di un Ente Locale, aveva la cattiva abitudine di mandare il segretario a comprargli le sigarette.
Ci domandiamo ingenuamente per quale motivo l’Autorità Giudiziaria intervenga solo quando simili comportamenti assumono dimensioni macroscopiche.
Quanto agli Ordini Professionali, essi agiscono solamente dopo che i loro iscritti sono stati imputati: nel qual caso il procedimento disciplinare – dovendosi basare sull’accertamento delle responsabilità pronunziato in sede penale – si interrompe fino alla sentenza definitiva.
Se gli Ordini volessero garantire ai cittadini la correttezza dei propri affiliati, dovrebbero intervenire prima, anche nell’interesse degli stessi iscritti: è infatti meglio cavarsela con una sanzione disciplinare, di carattere amministrativo, piuttosto che subire la vergogna di una condanna.
In comune tra il caso di Savona, quello di Imperia ed infiniti altri che affollano le cronache locali del Bel Paese, vi è il rifiuto della necessità di ridimensionarsi: detto in altre parole, del destino di povertà che attende un numero sempre maggiore di persone.
Chi non si rassegna, può naturalmente tentare di inserirsi nella malavita, e magari in quella cosiddetta organizzata.
Questo “milieu” ha però le sue regole, di cui impone ferreamente l’osservanza agli affiliati.
Gli aspiranti alla ricchezza facile tendono dunque ad agire individualmente.
Finendo, in molti casi, per coalizzare contro di sé tanto i tutori della Legge quanto i delinquenti di professione.
Questa è la fine che hanno fatto, o da cui sono attesi, i provocatori inviati presso di noi da certa Destra locale.
Una volta, la povertà era considerata un valore, secondo l’insegnamento di San Francesco, commemorato proprio ieri: il Serafico passò perlappunto alla Storia con il soprannome di “Poverello di Assisi”.
Oggi, invece, chi non è ricco si sente fallito.
La politica ha tratto a suo tempo le conseguenze di tale atteggiamento: Berlusconi promise demagogicamente a tutti gli Italiani di riempirli di denaro, e venne per questo plebiscitato.
Agiva in parte lo stesso stimolo che induce a comprare i biglietti della lotteria: uno degli acquirenti vince certamente il primo premio.
Esiste poi l’identificazione col Capo: essendo il Cavaliere un prototipo esemplare della proverbiale astuzia italica, era logico che i concittadini si riconoscessero nel più furbo di tutti.
Ora, però, si colgono in primi sintomi di un rovesciamento della tendenza: il crescente successo della campagna per il risparmio energetico esprime tanto la tendenza all’identitarismo, che induce ciascuno a rifugiarsi nel proprio “blut und boden”, quanto una accettazione della povertà, intesa quale atteggiamento spirituale prima ancora che come condizione sociale.
Anche qui, San Francesco fornisce il migliore esempio.
La Chiesa, che sa antivedere certe tendenze, si è messa ancora una volta all’avanguardia.
Le Encicliche “ecologiche” del Papa risultano decisamente “in”, come si dice in inglese.
Le sparate di Salvini, che fa dello sciacallaggio su di un incidente stradale per scagliarsi contro i mezzi di trasporto elettrici, sono invece completamente “out”.
Il “Capitano” – essendo notoriamente uomo poco colto e poco intelligente – si attacca però al disastro di Mestre per polemizzare con l’Unione Europea: rea, ai suoi occhi, di avere bandito una crociata contro i vecchi combustibili.
L’obiettivò della Maggioranza – ammesso che sia possibile trasgredire i Trattati - consiste nel separarci dall’Europa.
La quale è dunque spinta a decidere - in tempi sempre più brevi – se rovesciare, come preconizza Massimo Giannini, l’attuale Governo per omologare l’Italia ai propri indirizzi, ovvero innalzare un cordone sanitario al Brennero e a Ponte San Luigi.
È comunque certo che le Autorità di Bruxelles, imponendo le auto elettriche, dimostrano di essere più “trendy” rispetto ai poveri provinciali di Roma, incapaci di cogliere lo “zei geist”: l’ecologismo risulta tanto più identitario quanto più è radicale.
Prevalgono dunque i fautori più estremisti di tale tendenza.
Non è casuale che gli interventi più ascoltati siano quelli di Bergoglio e di Carlin Petrini.
Il teorico dello “Slow Food” ha ormai sostituito il Professor Buttiglione quale “Filosofo del Papa”. Dio sia lodato!

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Mario Castellano  07/10/2023
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