Ciò che avviene negli Stati Uniti, trattandosi del Paese - guida dell’Occidente, “mainstream”, ...
Ciò che avviene negli Stati Uniti, trattandosi del Paese - guida dell’Occidente, risulta molto spesso – come si dice appunto in inglese – “mainstream”, in quanto esprime delle tendenze destinate prima o poi a contagiare l’Europa.
Noi crediamo che il Movimento detto del “Sessantotto” sia sorto al di qua dell’Atlantico, ma la prima rivolta studentesca era già avvenuta a Barkley, nell’Università della California.
La causa occasionale era stata la protesta contro la guerra nel Vietnam.
Ben presto, però, anche per via dell’insegnamento impartito da uno studioso marxista come Herbert Marcuse, affiancato dalla sua brillante Assistente Angela Davis – la quale mirava a coinvolgere nella sollevazione la propria comunità afroamericana - cominciarono a diffondersi quei temi e quelle parole d’ordine non più genericamente pacifisti, bensì apparentemente rivoluzionari, che avremmo di lì a poco visto diffondersi nel Vecchio Continente.
Se l’America aveva dato la prima spinta all’ultima grande rivolta ispirata dall’ideologia avvenuta nell’Occidente, ora essa è di nuovo all’avanguardia: questa volta della tendenza identitaria.
Il fatto è passato quasi inosservato dagli osservatori europei, i quali dello scontro in atto nella società statunitense vedono soltanto il risvolto elettorale, e si domandano se vincerà Trump oppure Biden.
Senza andare più a fondo nella questione, per valutare se sia in vista una nuova Secessione.
Quella dei Confederati venne causata non già dal problema dell’emancipazione degli schiavi – che Lincoln era certamente disposto ad accantonare, pur di evitare la rottura dell’Unione - bensì da una questione giuridica di principio.
Il nuovo Presidente riteneva che la scelta tra l’Emancipazione o il mantenimento della “Particolare Istituzione” – come allora veniva definita la schiavitù - fosse di competenza federale, e non dei singoli Stati.
Il fatto stesso che egli accedesse alla Casa Bianca era dunque considerato foriero – quanto meno in prospettiva - di una violazione della Costituzione.
Oggi un analogo oggetto del contendere è costituito dalla immigrazione.
Nessuno mette in discussione la necessità del suo contenimento e del suo assoggettamento alle norme federali, ma il problema consiste nello stabilire chi debba farle rispettare.
Secondo Biden, la competenza spetta esclusivamente al competente Dipartimento Federale, e non alle Autorità ed alla Polizia degli Stati frontalieri.
Il Governatore del Texas ha invece dispiegato sul confine la Guardia Nazionale, cioè le Forze Armate del suo Stato.
Il Presidente ha impugnato questa decisione davanti alla Corte Suprema: la quale, malgrado i suoi Giudici siano in maggioranza repubblicani, gli ha dato ragione.
A questo punto, però, il Governatore ha rifiutato di ottemperare alla sentenza, affermando che era in atto una invasione del territorio del suo Stato: nel qual caso egli ha facoltà di mobilitare la Guardia Nazionale senza essere autorizzato dalle Autorità dell’Unione.
I suoi colleghi repubblicani non soltanto si sono dichiarati solidali con lui, ma gli hanno offerto di inviare nel Texas le rispettive Guardie Nazionali per dare man forte a quella dello “Stato della Stella Solitaria”: l’unico che espressamente afferma nella sua Costituzione il diritto alla secessione.
Si tratta della condizione posta per aderire all’Unione dopo la guerra del 1835 - 1836, con cui il Texas si era distaccato dal Mesico, conosciuta – grazie ad Hollywood – per la Battaglia di Alamo.
Le Autorità dello Stato, dopo la mancata rielezione di Trump, avevano infatti deciso di iniziare la relativa procedura.
Se un ricordo spaventa gli Americani è quello della Guerra di Secessione, che suscita la memoria dell’unico conflitto combattuto sul loro suolo, con ben seicentomila morti.
Gli altri si sono sempre svolti in terre lontane, e con perdite complessivamente minori.
Fu grazie all’ingerenza degli Stati Uniti che il Québec non si staccò dal Canada: si sarebbe infatti trattato di una nuova secessione nell’America Settentrionale.
Chirac, per non contrariare un Paese dove tutti sanno che la Francia fu il suo primo alleato, rifiutò di appoggiare gli Indipendentisti.
Ora siamo in presenza di un contenzioso destinato a rimanere irrisolto, non essendo accettata l’interpretazione della Costituzione espressa dalla Corte Suprema.
Se vincerà Trump, avallerà certamente l’indirizzo del suo Partito.
Se invece dovesse venire confermato Biden, questo argomento si sommerà con quello di un asserito nuovo broglio elettorale, e questa volta il Magnate andrà fino in fondo nella pretesa di non riconoscere il nuovo Presidente.
Le secessioni possono nascere da un contenzioso economico, come precisamente avvenne quando le Tredici Colonie si ribellarono alla Corona Inglese; oppure dal fatto – risultato in quella circostanza concomitante – che in un particolare contesto territoriale è sorta una nuova e diversa società; infine, perché un popolo forma ed esprime col tempo una propria identità.
Nel 1861, negli Stati Uniti convivevano due società diverse, una feudale ed una industriale e borghese.
Che distrusse l’altra, essendo questo l’unico modo per preservare l’Unione.
Oggi tornano a confrontarsi due società: una etnicamente omogenea (quella dell’Ovest e del Middle West) oppure basata sul mantenimento sostanziale della discriminazione razziale (quella del Sud); l’altra, insediata sulle due Coste, è invece multietnica e multiculturale.
Possono le due società convivere nell’ambito di regole condivise?
Da questo dipende la sopravvivenza dell’Unione.
In Europa Occidentale, si assiste ad un fenomeno analogo, sia pure diversamente motivato.
Mentre le grandi metropoli sono multiculturali, le campagne preservano le identità originarie.
Poiché la politica nazionale – intesa nel senso più ampio, che comprende non soltanto gli indirizzi legislativi, ma anche l’elaborazione culturale svolta dalle grandi Università e dai grandi mezzi di comunicazione – non risulta più condivisa (e neanche comprensibile) da parte dei contadini, essi si rivoltano.
Non tanto per motivi strettamente economici – si tratta in sostanza di un ceto privilegiato – quanto per ragioni che possiamo per l’appunto definire identitarie.
Che coincidono con il famoso “blut und boden”.
Anche le città, beninteso, ne hanno uno, che però risulta ormai completamente diverso rispetto a quello proprio della Provincia.
Quando gli agricoltori tedeschi e francesi (ma anche gli italiani si stanno già mobilitando) bloccano le vie di comunicazione, si manifesta - sia pure in modo diverso – quella rottura che in America nasce sul terreno giuridico.
Da noi viene prima la situazione “de facto”, con la fine della coesione territoriale tra parti diverse di uno stesso Stato.
Che in entrambi i casi finisce per scindersi in quanto non si può più considerare nazionale: nel senso etimologico del termine, che designa la manifestazione politica e la forma giuridica di una identità comune.
Occorre dunque cominciare a prepararsi alla sua fine: non perché la si auspichi - o viceversa la si deprechi - bensì in quanto lo Stato nazionale risulta incapace, in prospettiva storica - di perpetuarsi.

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Mario Castellano  1/2/2024
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