Antonio Marzocca ritiene, con quel tanto di narcisismo che contraddistingue chi intraprende battaglie solitarie contro il Potere, di essere una sorta di Robin Hood.
Antonio Marzocca ritiene, con quel tanto di narcisismo che contraddistingue chi intraprende battaglie solitarie contro il Potere, di essere una sorta di Robin Hood.
Il quale era un fuorilegge, ma rubava ai ricchi per aiutare i poveri.
Tale azione veniva inoltre giustificata dall’Eroe della Foresta di Nottingham con il suo sostegno al Re Giovanni senza Terra, partito per le Crociate e tradito dai feudatari.
Tutte queste componenti, si riflettono – naturalmente ridimensionate in una sorta di “bonsai” politico, amministrativo e penale - nella moderna vicenda di Marzocca.
Il quale si è proposto il compito di rifornire i cittadini di frutta e verdura a buon mercato, garantita come genuina in quanto non “trattata”, opponendosi alla prepotenza delle Multinazionali dell’alimentazione, all’invadenza dei Supermercati ed alla malvagità dei Poteri Occulti: tutti quanti dediti a tramare contro il piccolo commercio.
La Foresta di Nottingham è sostituita, nel caso di Marzocca, dalla sua tenuta delle Terine, collocata in un entroterra scabroso e leggendario, tale da renderne difficile perfino la localizzazione.
Si dal caso che il bosco già teatro delle gesta di Robin Hood sia stato in seguito completamente sradicato per effetto della Rivoluzione Industriale, trovandosi in quella parte dell’Inghilterra invasa dalle fabbriche.
Per cui ne sopravvisse, in tempi moderni, soltanto una quercia: che venne infine anch’essa incenerita da qualche malintenzionato.
Speriamo non succeda lo stesso con le Terine, ma il Nostro impersona anche il ruolo del ribelle ecologista.
Il suo aspetto rusticano, il linguaggio colorito, l’abbigliamento tipicamente rurale compongono un “look” tanto accurato da fare sospettare uno studio a tavolino, come se si trattasse di un personaggio della pubblicità televisiva.
Non a caso ammirato per questo dalle Signore torinesi, milanesi e tedesche: le quali ultime credono di essere al cospetto dell’ultimo erede di Fra’ Diavolo.
Marzocca proviene infatti da quelle plaghe dell’estrema Penisola che furono teatro della gesta dei briganti come Carmine Crocco e Ninco Nanco, così soprannominato in quanto balbuziente.
Il conseguente complesso di inferiorità lo induceva ad uccidere chiunque si burlasse di lui per il suo difetto di pronunzia.
Marzocca non pare sia mai sceso a vie di fatto, ma le sue sfuriate contro i colleghi sono leggendarie sul mercato di Arma di Taggia.
Se egli si infiamma dinnanzi all’ingiustizia manifesta, risulta viceversa facile trarlo in inganno con l’adulazione.
I crumiri che fecero fallire tutte le proteste contro il Sindaco per le angherie cui erano sottoposti i poveri mercatali lo circuirono, facendogli credere di essere suoi amici.
Salvo abbandonarlo nella bratta, come direbbe Osvaldo “Bracccioforte” Martini Tiragallo nella sua lingua, quando calò inesorabile la ghigliottina della chiusura del Mercato Coperto di piazza Doria ad Oneglia.
Ogni riferimento ai salumieri non è puramente casuale.
Fu precisamente nel momento in cui il Comune dispose la fine ufficiale della storica struttura che si manifestò il ribellismo di Marzocca: tale atteggiamento si espresse però non tanto col divenire un fuorilegge, quanto piuttosto con l’atteggiarsi ad obiettore di coscienza.
Ricordiamo bene quel fatidico Trentuno Dicembre, termine prorogato al successivo Trentuno Gennaio e due volte scaduto senza che si producesse alcun intervento dei temutissimi Vigili Annonari, impiegati dal Sindaco come Duvalier faceva con i “Tonton Macoutes”.
Da allora in avanti, Marzocca intraprese una sorta di resistenza passiva, continuando a mettere in vendita i suoi prodotti.
La conseguente situazione giuridica è stata oggetto – su sua richiesta – di una nostra accurata valutazione, trasmessa per competenza al competente Assessore.
Il quale però non ne ha nemmeno accusato ricevuta.
Come il Buon Soldato Schweik, costui ritiene che un subordinato non debba pensare, in quanto i Superiori pensano per lui.
Nell’inerzia del Primo Cittadino, il solerte membro della Giunta si astiene dunque dall’intervenire nel ginepraio amministrativo e penale causato dalla “chiusura”, che però non è una chiusura.
In primo luogo, a Marzocca non è stato notificato alcun atto amministrativo che gli intimasse di smettere l’attività di mercatale.
Qualcuno potrebbe obiettare che un provvedimento “ad personam” non risultava necessario, essendosi dispiegati “erga omnes” gli effetti giuridici di quello che disponeva la cessazione di ogni attività commerciale nel Mercato Coperto.
Neanche quest’ultimo atto è stato tuttavia notificato.
Il che procrastina l’apertura dei termini per l’impugnazione.
“Quid juris”, però, se il fatiscente edificio crollasse, seppellendo i malcapitati clienti di Marzocca?
In tale malaugurata ipotesi, la responsabilità colposa verrebbe presumibilmente imputata all’Uomo delle Terine.
Il quale è paradossalmente munito delle chiavi del Mercato dal momento in cui non avrebbe più dovuto mettervi piede: in precedenza, l’apertura e la chiusura venivano eseguite dagli Annonari.
La Difesa – ragioniamo naturalmente in termini ipotetici – potrebbe però obiettare che nessuno ha intimato lo sfratto al verduriere, e tale circostanza darebbe luogo una chiamata di correo nei confronti del Sindaco e dell’Assessore.
Una simile prospettiva non è tuttavia assolutamente temuta dal Primo Cittadino.
Nei confronti dei Magistrati, egli si conforma infatti col mussoliniano “Più nemici, più onore”.
Per il momento, il Nemico è però soltanto Marzocca.
Il quale incarna lo spirito causidico che i Pugliesi hanno ereditato dai “Catapani” bizantini, la loro vocazione tipicamente levantina a godere nelle controversie.
Padre Pio, che veniva dalla Campania, trovò non a caso tra i compaesani di Marzocca l’ambiente più idoneo per proteggersi dalle trame del Vaticano: sulle sue vicende si scontrarono per decenni le opposte astuzie dei prelati della Curia e dei legulei pugliesi.
Le dispute si trascinarono in modo defatigante: come ora avviene tra Marzocca ed il Comune di Imperia, anch’esso a conduzione romanesca.
Tra i personaggi tipici della Liguria, sua Patria di adozione, Marzocca ricorda soprattutto il Cavaliere Inesistente di Italo Calvino.
Esiste infatti il mercante, ma non esiste il Mercato.
Vi è qualcosa di metafisicamente enigmatico in questa proiezione in un “non luogo”.
Che finisce per rendere evanescente un soggetto pur così sanguigno e prosaico.
Il quale trova non a caso nell’esoterismo un’altra sua insospettabile vocazione.
Marzocca è infatti in ottimi rapporti con gli Extraterrestri, nel cui aiuto confida per venire a capo delle sue intricate vicende terricole.
Più che di volgari marziani, si tratta però dei biblici “Elohim”.
I quali rapirono il Profeta Elia, portandolo in Paradiso ancora vivo a bordo del “Merkavah”, cioè il Carro di Fuoco in cui alcuni scorgono un antenato dei nostri Dischi Volanti.
Ad Elia venne così risparmiata la morte corporale.
Quando tale intervento si ripeterà per Marzocca, verranno beffati tutti i suoi nemici, Bassotti e Vigili Annonari, Assessori e salumieri.

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Mario Castellano  10/3/2024
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