La notizia più importante del giorno non viene da Potenza, bensì da Milano.
Dove il Consigliere Comunale Nahum, israelita, si è dimesso dal Partito Democratico dopo che la Segretaria Nazionale - malgrado le reiterate sollecitazioni - ha rifiutato di pronunziare una sola parola di dissenso dalle manifestazioni antisemite, cui partecipano regolarmente anche diversi suoi seguaci.
Alcuni dirigenti hanno invitato il dissidente a ritirare le dimissioni, ed egli si è dichiarato disponibile: purché naturalmente la dissociazione dai seguaci di Hamas arrivasse, sia pure in ritardo.
La Schlein, però, non l’ha mai pronunziata.
A questo punto, ci domandiamo perché la Quarta pelle e Fiano non escano anch’essi dal Partito, avendo la Segretaria dimostrato di non prestare loro la minima attenzione.
Questa situazione spiega perché i Democratici non riescano più a trovare nella cosiddetta “società civile” qualche Cireneo disposto a fare da “foglia di fico”.
L’insigne Clinico che si era dichiarato disponibile a Potenza si è - per sua fortuna – ritirato a tempo.
Non trattandosi di un “pentastellato”, Conte e i suoi seguaci lo avrebbero certamente “impallinato”, come hanno già fatto con l’aspirante “Governatore” del Centro – Sinistra in Abruzzo.
Costoro votano infatti per il candidato “unitario” soltanto se appartiene alla loro consorteria, e neanche questo risulta sempre sufficiente per vincere.
A Genova, il Sindaco Pericu, studioso insigne e grande galantuomo, riuscì a prevalere per un soffio sul populista Castellaneta, ma il governo effettivo del Comune rimase affidato all’apparato comunista.
Il suo successore Doria non accettò questa subordinazione, e la conseguente minaccia di essere sabotato dal Partito lo indusse a non ricandidarsi.
In seguito, l’Avvocato Dello Strologo, altro esponente della “società civile”, venne tradito dalla corrente di Burlando, il quale dislocò la Paita nel seguito del suo rivale.
In Regione, è stato accettato il ricatto dei “Pentastellati”, ma il Centro – Destra ha riportato la maggioranza assoluta, travolgendo il figlio di Sansa: il quale di professione fa il giornalista scandalista.
Astenendosi però dal suo compito professionale se lo scandalo riguarda Grillo e i suoi congiunti.
In Sardegna, ha prevalso la tendenza identitaria di una Regione sempre più cosciente della propria condizione di colonia interna, quale perfino il Papa ha denunziato nel suo memorabile discorso di Cagliari.
Anche la Corsica è governata dagli Autonomisti, anzi dagli Indipendentisti, ed infatti le due Isole sono sempre più consapevoli di condividere lo stesso destino.
Sul Continente prevale invece l’identitarismo ”italiano” della Meloni.
Contro cui risulta sempre più difficile trovare dei candidati estranei all’apparato del Partito, ormai in disfacimento.
In Liguria si minaccia dunque di ripiegare – “faute de mieux” – su Orlando, un fossile vivente sopravvissuto alla fine del funzionariato comunista.
Su questo ceto, la caduta del Muro di Berlino ha prodotto lo stesso effetto del meteorite gigante che sterminò i Dinosauri.
Proviamo a metterci nei panni del Professor Lacerenza: il quale, partecipando ai congressi scientifici internazionale della sua Disciplina, si sarebbe sentito domandare dai colleghi israeliani perché la sua parte politica sostiene il loro boicottaggio.
Questo imbarazzo gli è stato evitato, e ci congratuliamo con l’illustre studioso per lo scampato pericolo.
Le elezioni, nei Paesi dell’Occidente, si vincono al Centro, e chi pratica l’estremismo si condanna a perderle regolarmente.
Se la Schlein volesse conquistare l’elettorato moderato, dovrebbe non solo trovare dei candidati locali capaci di attrarre i voti di questo settore, ma soprattutto rompere ogni rapporto con i propagandisti di Hamas e dei suoi metodi criminali.
Avendo però scelto la strada del cosiddetto “Movimentismo”, che consiste nel cavalcare le proteste di piazza, la Signora elvetico – germanico – statunitense non può dissociarsi – neanche nel modo più blando – dai loro promotori.
Col risultato di riportare il suo Partito indietro nel tempo, fino all’epoca della fedeltà all’Unione Sovietica.
Che all’inizio gli procurò i voti di quanti avevano creduto nella Rivoluzione d’Ottobre e nell’Armata Rossa “cha marcia alla riscossa”.
Molto minori sono le simpatie procurate da chi oggi intende rifarsi al “modello palestinese”.
La Schlein spera che questi Signori prendano qualche manganellata dalla Polizia.
Il che può costituire una reazione esagerata, ma prevedibile per chi comunque commetta il reato di Manifestazione non Autorizzata, previsto e sanzionato da tutti gli Ordinamenti Penali.
Anche ammesso che la Segretaria attragga l’attenzione della Stampa Estera su questi casi, dovrebbe sapere che agli alleati si perdona ben di peggio, ed oggi la Meloni è per l’Occidente un “partner” tanto indispensabile quanto fedele.
Il giornalista saudita Khassogi era una apprezzata firma del “Washington Post”, e godeva negli Stati Uniti dell’Asilo Politico.
Le Autorità federali non batterono però ciglio quando i Servizi Segreti del suo Paese lo segarono nel Consolato di Istambul.
Senza contare il fatto che il regime saudita non riconosce nemmeno quegli spazi di libertà di espressione che esistono ancora in Italia.
Oggi i dissidenti russi trovano ascolto in tutte le redazioni dell’Occidente, sia perché la repressione del dissenso nel suo Paese è reale e spietata, sia perché la Russia impersona il Nemico.
La prima regola della guerra consiste nel dividerlo, mentre gli alleati vengono sempre sostenuti.
Altra cosa sarebbe se la Schlein organizzasse dei cortei di disoccupati, ma questa Signora è la classica esponente della cosiddetta “Gauche Caviar”, che non ha mai visto un operaio, neanche in fotografia.
Per cui vive nell’autoreferenzialità di chi conosce soltanto gli appartenenti al proprio ambiente.
Il risultato è la condanna a perdere tutte le Elezioni, rimanendo all’opposizione per il prevedibile futuro: per giunta con un seguito destinato progressivamente a diminuire.
Al contrario di quanto avvenne a suo tempo per il Partito Comunista, che da un lato sfruttava il suo radicamento sociale, e dall’altro traeva benefico dalla distensione.
Questo processo attenuava l’ostracismo nei suoi confronti.
Oggi si cammina invece verso una nuova Guerra, che rischia per giunta di essere “Calda” anziché “Fredda”.
Converrebbe dunque allinearsi, per poi lucrare il prezzo della propria disciplina.
Se la Schlein non capisce il mutamento della situazione internazionale, ancor meno se ne rendono conto i suoi seguaci imperiesi.
I quali potrebbero denominarsi “Partito della Rifondazione della Selvaggina”.
Lo dimostra la loro preoccupazione di ampliarne l’habitat.
Il Partito Trasversale cui essi si rifanno venne fondato nel lontano 1965, raccogliendo i frutti della Distensione, particolarmente copiosi sul Confine Orientale.
Venne addirittura pubblicato, per sancire la nascita della nuova formazione, un “Numero Unico” firmato in congiunto dai componenti della “Gladio” e dai superstiti staliniani, ben decisi a mantenere il controllo della Federazione Comunista locale.
Il pretesto ideologico era costituito dal culto della Resistenza.
Malgrado le interpretazioni che ne davano le due componenti risultassero reciprocamente incompatibili.
La conciliazione avvenne per effetto dei comuni interessi commerciali, facilitati dalla minore vigilanza sui rapporti con l’Est rispetto al periodo immediatamente successivo alla guerra.
Ai nipotini di questi Signori, se soltanto sapessero leggere i giornali, dovrebbe risultare chiaro che oggi ci si avvia verso l’autarchia.
Se per effetto del “decoupling” si riportano in Occidente le manifatture dislocate in Cina; se il blocco di Suez impedisce il transito delle merci con l’Oriente; se scarseggia perfino l’uranio per le centrali atomiche essendo state abbandonate dalla Francia le miniere del Sahel, cadute in mano ai russi della Wagner ed agli islamisti radicali, da tutto questo consegue che risulta difficile fondare la propria carriera politica sull’importazione di un articolo destinato a diventare di lusso.
Quale è, per l’appunto, la selvaggina.

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Mario Castellano  27/3/2024
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