Umberto Eco, nel suo bel saggio, scritto in forma di romanzo ed intitolato “Il Cimitero di Praga”, ...
Umberto Eco, nel suo bel saggio, scritto in forma di romanzo ed intitolato “Il Cimitero di Praga”, prende in giro quanti concepiscono la Storia come un unico, grande e ininterrotto complotto.
Secondo questa gente, le Rivoluzioni non sono determinate da fenomeni sociali che non possono essere disciplinati ed incanalati nelle istituzioni esistenti: da cui la necessità di costituirne delle nuove.
Essa pensa invece che tutto sia concepito e realizzato da ristretti gruppi di congiurati.
I quali hanno certamente bisogno delle masse, ma l’aspetto più interessante – e per così dire più diabolico – delle congiure consiste precisamente nella loro manipolazione: grazie alla quale il popolo viene inconsapevolmente eterodiretto.
La teoria del complotto, dopo essere stata usata per spiegare tutti i rivolgimenti e tutti i conflitti dell’Età Moderna, è ora riesumata per spiegare le migrazioni.
Fin dal periodo detto “entre les deux guerres”, venne escogitata la teoria detta della “sostituzione etnica”: secondo la quale chi mirava a sottomettere l’Occidente vi immetteva masse di diversa origine, cultura e religione.
In anni più recenti, questa idea ispirò i “pamphlets” redatti da Oriana Fallaci: la quale – odiando i Musulmani – li considerava non già gli strumenti di un disegno concepito da altri soggetti, bensì i suoi stessi autori.
Di qui la necessità di combatterli: non già nel nome dell’intolleranza, bensì per l’imprescindibile necessità di sopravvivere.
A ben guardare, questo era lo stesso schema applicato da Hitler agli Israeliti: che dovevano essere sterminati per una sorta di legittima difesa, in quanto altrimenti avrebbero sterminato gli Ariani.
Le teorie complottistiche attraggono irresistibilmente i cretini, alieni da una valutazione delle cause profonde di quanto avviene intorno a loro, e dunque bisognosi di interpretazioni semplici e schematiche della realtà.
Applicando le quali i buoni stanno tutti da una parte, ed i cattivi stanno tutti dall’altra.
L’inevitabile scontro tra i due schieramenti produrrà un “happy end”, propiziato – secondo un certo tipo di credenti – dall’intervento divino.
Padre Fanzaga identifica addirittura in Putin l’Anticristo.
Contro il quale, per frustrare i suoi disegni di dominio del mondo, interverrà la Madonna, salvando la Chiesa Cattolica dal pericolo di essere guidata dal Patriarca Cirillo.
Sulla identificazione del Nemico i pareri risultano tuttavia discordi: alcuni, lo vedono incarnato dall’uomo del Cremlino, altri dall’Islam, ed altri ancora dagli Africani.
Quest’ultima scuola di pensiero risulta verosimilmente condizionata da un criterio estetico, essendo invece prevalente quello ideologico in chi identifica l’Anticristo nel “Nuovo Zar” e quello religioso in chi teme l’avvento dell’Islam.
Rimangono per ora piuttosto in ombra i “fans” del “Pericolo Giallo”, malgrado fosse stato denunziato da Napoleone, e più tardi da Mussolini.
Il cui pensiero costituisce tuttora la bussola per gran parte dei destrorsi.
Marco Scajola ha già scelto da che parte stare, e parte all’assalto dei neri nel nome della “razza bianca”.
Tale tendenza – a ben vedere - si era già palesata in lui fin da quando aveva cominciato a tingersi i capelli di biondo – oro: il cosiddetto “Rhein Gold”, immortalato nelle figure femminili dipinte da Luca Cranach, rappresenta per l’appunto la più perfetta incarnazione della “Razza Ariana”.
Per cui noi Europei Meridionale eravamo considerati dai nazisti come imbastarditi.
Se Hitler avesse vinto la guerra, l’alleato italiano sarebbe stato trattato peggio – in base a tale criterio – del nemico anglosassone.
Il quale apparteneva pur sempre al ceppo germanico.
Nulla risulta più alieno per il “Nipotissimo” – giunto ad altercare con il “Conte Zio” sulla purezza ideologica - che “black is beautiful”.
Malgrado questo colore, per l’attrazione dei contrari, affascini gli uomini biondi e dalla pelle chiara.
Al tempo del Liceo, un Professore si esibì una volta in una appassionata filippica contro il razzismo.
Udita la quale, un discepolo impertinente esclamò: “Ieri sera ha visto la Lola Falana!”
L’Ossigento teme dunque la sostituzione etnica dei bianchi ad opera dei negri, e la sua ossessione risulta così forte da farlo cadere in una “gaffe” degna di Bossi e di Salvini.
Grazie alla quale ha “scavalcato a Destra” perfino gli imbattibili (in fatto di razzismo) Piana e Rixi.
Per non parlare del loro ristoratore preferito, dedito da molti anni a pianificare la “pulizia etnica”.
Che era in origine rivolta contro i “terroni”, annidati nell’odiatissima Amministrazione Pubblica.
Gli Africani godevano invece nel suo rinomato locale di una certa tolleranza, essendovi perfino ammessi a degustare una pizza Margherita.
Ora i “Bassotti” hanno trovato il loro nemico in chi proviene dal Continente Nero,
Chi ha la pelle di tale colore viene facilmente identificato nell’immaginario collettivo, soprattutto femminile, con lo stupratore.
Si annunzia una campagna elettorale in cui il Nemico voglioso di saccheggio e di violenza carnale non sarà più l’obsoleto cosacco, bensì il primitivo dal “cuore di tenebra” emerso dalle foreste africane.
L’effetto è assicurato: salvo che certe tardone, le quali si recano in vacanza a Capo Verde o alla Giamaica in cerca di partener di dalla forte virilità, non finiscano per considerare gradito quanto il “Nipotissimo” presenta come uno spauracchio.
Un tempo si alludeva alla “Vis grata puellis”, ma ora alle fanciulle subentra la classica “Signora sugli Anta”.
La quale – come afferma un distico ribaldo di Angelo Nuvolone – “se vede un cazzo lo agguanta”.
Scherzi a parte, da un esponente così altolocato ed apparentemente serioso quale è il “Nipotissimo” ci si attenderebbe una disanima dei problemi migratori meno rozza e approssimativa.
Che prescinda dal problema della cosiddetta “razza”: la difficoltà non consiste – come rivela la tendenza di tanti nostri borghesi ad impalmare qualche bellissima mulatta brasiliana – nella differenza cromatica, quanto nella convivenza tra le varie culture.
Gli esponenti di quelle più recentemente insediate pongono un problema tale da far tremare i polsi a tutti i Giuristi, da quelli che si dedicano al Diritto Pubblico fino ai cultori della Teoria dello Stato e della Filosofia del Diritto: alludiamo al riferimento del Principio di Eguaglianza non più alle singole persone fisiche, bensì alle diverse comunità.
Questo è comprensibilmente il cavallo di battaglia del nostro amico Roberto “Hamza” Piccardo.
Il quale si accinge a parlarne con il “Conte Zio” in occasione della prossima solennità del “Fitr”:
In tale circostanza, il Sindaco non potrà dunque più cavarsela indossando il copricapo tipico dei Musulmani balcanici.
IL “Nipotissimo” – che rivaleggia con l’illustre congiunto tentando di rivelarsi più acculturato – potrebbe esprimere il suo parere al riguardo.
Facendo bene attenzione alla nota incompatibilità tra la botte piena e la moglie ubriaca.
Se, per esempio. si riconosce ai Musulmani il diritto alla poligamia, risulta più difficile chiedere il voto ai Cattolici tradizionalisti.
Al tempo delle contrapposizioni ideologiche, Manfredi aveva buon gioco nell’ergersi a campione dell’anticomunismo, salvo favorire la penetrazione della Jugoslavia di Tito.
Resa possibile dal fatto che il gioco delle sovrafatturazioni, applicato alla selvaggina, conveniva tanto ai Democristiani quanto ai Comunisti, ma soprattutto ai loro corrispondenti di Belgrado.
Ora si dà il caso che mentre il nipote dice di aborrire gli Africani (“Oh Baldissera, non ti fidar di quella gente nera”, cantavano i nostri soldati fin dal tempo di Adua), lo zio propizia l’assunzione da parte della De Vizia di alcuni estremisti musulmani.
Uno dei quali, percependo milleottocento Euro mensili di stipendio, ne invia ogni mese duemilacinquecento al Paese di origine: i Musulmani ci superano ormai anche nella moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Per non parlare del fatto che gli “agenti di influenza” dei Paesi Arabi offrono la possibilità di esportare capitali – senza neanche la copertura costituita dal pagamento delle importazioni - verso gli Emirati, sfuggendo ai controlli vigenti nei Paesi dell’Unione Europea.
Poi si va a chiedere il voto agitando lo spauracchio dell’invasione africana con le vecchiette.
Le quali hanno intanto delegato un arabo a riscuotere la pensione, intascata dagli Islamisti.  

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Mario Castellano  09/4/2024
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