Quanto è avvenuto in occasione delle celebrazioni del Venticinque Aprile rivela la condizione disastrosa in cui versa la cosiddetta “Sinistra” italiana....
Quanto è avvenuto in occasione delle celebrazioni del Venticinque Aprile rivela la condizione disastrosa in cui versa la cosiddetta “Sinistra” italiana.
A Roma, una delegazione della Comunità Israelitica, debitamente autorizzata dalla Questura, si è recata a rendere omaggio alla lapide apposta in onore della Brigata Ebraica a Porta San Paolo.
Dove l’Otto Settembre iniziò la Resistenza in Italia.
Tanto è bastato perché i sostenitori – arabi ed indigeni – di Hamas organizzassero una contromanifestazione (viceversa vietata) con l’obiettivo di impedire, o quanto meno di disturbare, quella ufficiale.
Per fortuna, la Polizia è riuscita a tenerli a distanza.
Il che non è viceversa riuscito a Milano, dove dapprima si è inveito contro gli Israeliti al grido di “Fuori i Sionisti dal corteo!”, poi li si è insultati lungo tutto il percorso, ed infine si è aggredita fisicamente la manifestazione di piazza del Duomo.
In questo caso, la Polizia è riuscita a contenere la violenza, ma non ad impedirla.
Giova ricordare contro chi e che cosa si è inveito, passando anche a vie di fatto.
Abbiamo udito in diretta su “Radio Radicale” uno degli oratori, il quale – pur non mettendo espressamente in discussione il diritto all’esistenza dello Stato di Israele, gli negava però
il diritto – riconosciuto dalle norme internazionali – ad esercitare l’autodifesa.
La piattaforma della manifestazione ufficiale consisteva d’altronde proprio nel richiedere
un cessate il fuoco generalizzato, tanto a Gaza quanto in Ucraina.
Non venendo però postulata alcuna reciprocità da parte degli aggressori, ciò significherebbe - tanto per gli Israeliani quanto per gli Ucraini – smettere di resistere a chi li ha invasi.
A parte l’inaccettabilità dal punto di vista etico di ogni atteggiamento di equidistanza tra il torto e la ragione, i “Democratici” fanno proprio in sostanza il punto di vista dei sostenitori di Hamas e di Putin: la realizzazione di quanto essi richiedono comporterebbe in sostanza né più né meno che la distruzione di due Stati sovrani.
Ci domandiamo dunque perché i manifestanti “filopalestinesi”, anziché apprezzare una così sostanziosa accettazione del loro punto di vista, hanno fischiato gli oratori di Milano per tutto il tempo del comizio, tentando addirittura di metterli a tacere.
Per una ragione che ben conosce chi ha studiato la Storia: nelle situazioni come quella che stiamo vivendo, finiscono per prevalere gli estremisti, che esprimono una sostanziale coerenza tra la parola e l’azione, tra quanto affermato nei programmi e quanto viceversa perseguito nei fatti.
Questo fu il motivo per cui i Giacobini prevalsero sui Girondini, ed i Bolscevichi prevalsero sui Menscevichi.
I sostenitori di Hamas non sono destinati – almeno per ora – a vivere in Italia un esito analogo, ma un obiettivo l’hanno già raggiunto: quello che consiste nel prendere la guida dell’Opposizione.
Se la Signora Schlein volesse veramente mantenere la sua “leadership”, non dovrebbe limitarsi a dissentire (questa volta, però, si è perfino astenuta dal farlo) dai metodi usati dai propri concorrenti, ma proporrebbe degli obiettivi diversi ed alternativi rispetto ai loro.
Non distinguendosi sostanzialmente sul piano del programma, la Segretaria finisce per barcamenarsi penosamente, non esercitando una opposizione efficace né nelle piazze – ormai controllate, come anche le Università - dai facinorosi e dagli estremisti, né nelle sedi istituzionali.
È di ieri la notizia che il Professor Di Castro, insigne studioso di Scienze Agrarie, già apprezzato Ministro nel Governo Prodi e da sempre (diversamente da altri cosiddetti “tecnici” imprestati alla politica) militante della Sinistra, non viene ricandidato al Parlamento Europeo, ha interrotto l’interlocuzione con la Segretaria e medita di non rinnovare l’iscrizione al Partito.
Di Castro aveva garantito a questa parte politica l’adesione di una buona parte del mondo agricolo, che ora rischia di essere attratto nell’orbita della Meloni, ma la Schlein gli ha preferito alcune esponenti del cosiddetto “ecologismo integrale”, le quali si distinguono per osteggiare la stessa pratica della coltivazione come nociva per l’ambiente.
Una seguace di questa tendenza ci ha rimproverato il contenuto di un precedente articolo, in cui denunziavamo l’eccessiva presenza sul nostro territorio di alcune specie della cosiddetta “grossa selvaggina”, proponendone un parziale abbattimento proprio al fine di preservare l’ambiente.
Se non andiamo errati, una delle “esperte” nominate consulenti della Schlein propone per l’Italia, in materia di ecologia, il modello rappresentato dal Gambia.
Non siamo esperti di questa materia, ma ricordiamo che una volta ci capitò di dibattere pubblicamente con una collega, la quale proponeva il Nicaragua come modello in materia di legislazione amministrativa.
Quando le domandammo se fosse al corrente del fatto che in questo Paese mancava una normativa generale sugli atti amministrativi e sulla loro impugnazione in sede non giurisdizionale, questa Signora dimostrò di non avere mai compiuto alcuno studio al riguardo.
Che comunque le sarebbe risultato disagevole, dal momento che non conosceva la lingua spagnola.
Ad Imperia si prepara una rivolta contro la dislocazione di un “C.P.R.” per gli immigrati in una delle nostre caserme dismesse.
I Democratici – per scavalcare la Maggioranza – non si sono limitati ad aderire alle proteste, ma hanno presentato in Consiglio Provinciale una mozione con cui si richiede l’abolizione di questi Centri.
Ignorando che essi vennero a suo tempo istituiti dal Governo Gentiloni, cioè dall’ultimo Esecutivo non spurio di Centro – Sinistra.
Poiché in questo gioco vince sempre chi si dimostra più estremista, i filopalestinesi richiederanno che sia tolto ogni limite legale all’immigrazione.
Una Sinistra seria dovrebbe dedicarsi a prestare a chi viene trattenuto nei Centri una assistenza legale, cui certamente gli immigrati hanno diritto, ed a garantire a quanti vi sono reclusi un trattamento dignitoso.
Si potrebbe anche rivendicare l’abrogazione della Legge Bossi – Fini, che classifica la presenza illegale sul territorio italiano quale reato, riportandola al livello della contravvenzione amministrativa.
Non si può invece negare allo Stato la facoltà – ed anche il dovere – di accertare l’identità, lo “status” giuridico e perfino le eventuali pendenze penali a carico di chi entra sul suo territorio.
Rinunziare all’esercizio di queste competenze significa semplicemente abdicare alla propria Sovranità.
Il che non si può richiedere ragionevolmente a nessuno Stato, neanche quello munito della legislazione più liberale e più garantista.
Se i nostri dirigenti “democratici” dissentono dall’orientamento espresso dalla forza politica cui appartengono, possono sollevare questo problema nei suoi organi dirigenti, ma evidentemente il desiderio di compiacere gli immigrati illegali ha fatto premio sulla disciplina di Partito.
Il che, presso i Comunisti ed ex Comunisti, costituisce il massimo della blasfemia.
Si può tuttavia essere certi che da parte Signora Schlein non verrà formulato neanche il più blando richiamo ai “Compagni” di Imperia.
Come non lo ha espresso quando alcuni di loro si sono distinti nel fare attivamente campagna per la rielezione del Sindaco uscente, naturalmente di Centro – Destra.
Soprattutto in considerazione del fatto che il Primo Cittadino si era distinto, presenziando alla Solennità del “Fitr”, nell’esibire il tipico copricapo islamico.
La Segretaria ha evidentemente adottato il motto dei Radicali francesi: “Pas d'ennemis à gauche”.
Questa regola però in tanto funziona in quanto il Partito sia in grado di esercitare sui propri alleati una egemonia: il che significa controllare la loro eventuale deriva estremistica.
La Schlein non è invece neanche capace di deplorare gli insulti antisemiti.
Salvo, naturalmente, qualora ritenga di esserne personalmente riguardata.
La prima regola, quando si combatte contro il razzismo e l’intolleranza, è costituita invece dalla condivisione.
Non intendiamo impartire lezioni a nessuno, ma abbiamo sempre solidarizzato con nostra moglie quando qualcuno la offendeva a causa del colore della sua pelle.
La Signora Schlein scorge invece nel dilagare di un estremismo che ha ormai assunto toni
dichiaratamente razzisti una scorciatoia per il potere.
La Maggioranza avrà invece buon gioco nel presentarsi come il male minore, e questa deriva rischia comunque di portarci tutti all’inferno.
Pochi giorni or sono, avendo ritrovato alla fermata dell’autobus un ragazzino arabo che ha la cattiva abitudine di esaltare Hitler, gli abbiamo domandato se avesse mai sentito parlare dell’Olocausto.
La sua risposta è stata agghiacciante.
Ha detto testualmente: “Ho smesso di fumare”, alludendo nel modo più volgare agli Israeliti
inceneriti nei campi di sterminio.
Questo discorso, evidentemente, lo ha sentito in famiglia, ma il suo Preside – qualora appartenga, come è molto probabile – alla “Sinistra”, considera razzista soltanto chi si dissocia dall’estremismo islamico.
Se la Signora Schlein lo sapesse, gli darebbe ragione.

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Mario Castellano  27/4/2024
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