Per giustificare l’avvento al Governo dei Paesi Bassi dell’estrema Destra di Wilders...
Per giustificare l’avvento al Governo dei Paesi Bassi dell’estrema Destra di Wilders, si è fatto ricorso ad un argomento che merita di essere preso in considerazione.
Questo personaggio viene presentato come una sorta di Giano Bifronte, a seconda che le sue posizioni riguardino i concittadini o gli immigrati.
In questo ultimo campo, si tratta di un soggetto perfettamente allineato con chi – in tutta l’Europa Occidentale - condivide la sua collocazione ufficiale.
Wilders si presenta anzi come il più estremista di tutti.
Mentre infatti gli altri campioni dell’estrema Destra affermano di non avere nulla contro i Musulmani in quanto tali - purché naturalmente rimangano a caso loro – ma di opporsi agli asseriti progetti di islamizzazione dell’Occidente, l’Olandese assume un atteggiamento dichiaratamente razzista.
Il paragone da lui tracciato tra il Corano ed il Mein Kampf, oltre a risultare claudicante dal punto di vista culturale, rivela non solo e non tanto l’intenzione di chiudere le porte agli immigrati di diversa religione, ma anche di considerarsi comunque in guerra contro di loro.
Wilders si presenta dunque come una sorta di Crociato del nuovo millennio.
In materia di diritti civili, egli si dichiara invece favorevole al matrimonio omosessuale e a tutte le pratiche trasgressive della morale tradizionale, compresa l’eutanasia attiva.
Se trasportassimo un simile modello politico in ambito italiano, l’Olandese risulterebbe una sorta di ircocervo, in cui confluirebbero da una parte la xenofobia di Salvini e dall’altra parte il permissivismo della Schlein.
La quale – “Cicero pro domo sua” – considera soltanto i problemi degli omosessuali, al punto che ha trasformato un Partito erede del Movimento dei Lavoratori, fondato per tutelare i diritti collettivi, in una forza politica dedita a difendere esclusivamente quelli individuali.
Una sorta, insomma, di Partito Radicale allargato.
Qualcuno, valutando con il nostro metro le posizioni di Wilders, lo taccia di incoerenza.
In realtà, il primo modello di democrazia, portato lungo tutta la storia successiva quale massimo esempio della libertà e dell’uguaglianza, cioè l’antica Atene, era popolato da tre soggetti sociali diversi.
Vi erano in primo luogo i cittadini, per cui vigevano tutti i diritti, tanto personali quanto civili; poi venivano i cosiddetti “Meteci”, che si possono paragonare agli odierni residenti stranieri legali, titolari soltanto dei diritti personali, ma privi dell’elettorato attivo e passivo; ed infine gli “Iloti”, vale a dire gli schiavi, i quali non disponevano né dei diritti civili, né di quelli personali.
I cittadini erano naturalmente una minoranza.
Risulta chiaro che ad un musulmano residente nei Paesi Bassi non interessano in genere i diritti degli omosessuali, dal momento che segue un criterio etico diverso da quello proprio degli Olandesi, o quanto meno della loro grande maggioranza.
Come testimonia l’adesione allo stesso codice morale non soltanto della Sinistra, ma anche dell’estrema Destra.
Gli omosessuali non hanno dunque nulla da temere per il suo accesso al Governo.
Molto di più devono invece preoccuparsi gli immigrati, che vedranno restringere il loro diritto alla residenza ed al ricongiungimento familiare, mentre sarà ampliata la facoltà di espellerli.
A questo punto, valutiamo la posizione di Wilders in base al criterio identitario.
Se egli fosse preoccupato di difendere i caratteri specifici nazionali dei suoi compatrioti – nessun popolo è più orgoglioso e geloso della propria indipendenza degli Olandesi – non si farebbe paladino di un ampliamento dei diritti degli omosessuali, limitandosi a rispettare quelli già acquisiti.
La sua politica, qualora venga realizzata, si tradurrà invece inevitabilmente in un affievolimento della identità nazionale.
Lo scontro che si annunzia nei Paesi Bassi non sarà infatti tanto tra gli Olandesi e gli immigrati musulmani, bensì tra i cosmopoliti e gli identitari.
L’esito sarà comunque simile a quello raggiunto in tutti i luoghi dove si pratica la cosiddetta “pulizia etnica”, ma gli indigeni andranno allo scontro con i nuovi venuti senza poter contare sulla risorsa costituita dalla propria appartenenza.
Questo favorirà – quanto meno nel lungo termine – i Musulmani.
I quali non solo posseggono una identità forte, ma sono anche compattati e resi reciprocamente solidali dalla condivisione di un insieme di regole morali, basate su di un fondamento religioso.
È inutile aggiungere che noi non condividiamo la loro etica sessuale, la quale comporta una aperta discriminazione e sottomissione delle donne, ma questo non cambia i termini del conflitto.
Che risulterà comunque tanto radicale quanto quello aperto in tanti altri luoghi, dove si scontrano i seguaci delle diverse religioni.
In Olanda si contrapporranno invece da una parte dei credenti, e dall’altra dei non credenti: o quanto meno dei soggetti che non fanno derivare dalle loro convinzioni religiose alcuna conseguenza sul piano etico e comportamentale.
Wilders regala dunque un vantaggio a quanti considera suoi nemici.
In Italia, la Meloni è più coerente, dato che la sua avversione verso di chi è diverso trova un solido fondamento nel suo identitarismo, tanto etnico e culturale quanto religioso.
Non risulta dunque necessario convertirsi all’Islam per contrastare tale orientamento: basta fare riferimento alle identità regionali.
Che vengono però negate, così come viene avversata la loro espressione giuridica: il centralismo combatte strenuamente le autonomie locali.
L’altro grande conflitto in corso nel mondo è notoriamente quello tra il Nord e il Sud.
Il fatto che Wilders non si consideri tanto un campione del Cristianesimo, quanto piuttosto si definisca esclusivamente in base alla propria islamofobia – che comporta pur sempre l’avversione ad un ideale religioso – rischia di nuocere a quella specie particolare di estrema Destra che egli rappresenta.
Se infatti costui non si propone di difendere il Cristianesimo, quanto piuttosto l’indifferentismo etico, condiviso con omosessuali e “transgender”, rischia addirittura che qualche radicale cattolico o protestante finisca per fare causa comune con i Musulmani.
Se non addirittura di convertirsi.
Non si deve sottovalutare il fatto che del fronte antioccidentale si colloca anche la Russia: dove Dugin, l’ideologo di Putin, ha motivato la sua crociata contro la nostra decadenza rilevando come il suo Paese ha imboccato una strada divergente rispetto a quella seguita dall’Occidente fin dal Rinascimento.
Se infatti il Medio Evo poneva Dio al centro della sua concezione del mondo, da quel momento noi vi abbiamo messo l’uomo.
Di qui, passando per la Riforma Protestante e per l’Illuminismo, si è pervenuti da una parte all’indifferentismo religioso, e dall’altra all’indifferentismo etico.
Da questo punto di vista, la Meloni – pur allineata militarmente con l’Occidente – è più vicina agli Ortodossi (ma anche ai Musulmani) rispetto alla Schlein.
La quale è a sua volta più vicina Wilders di quanto lo sia la sua rivale.
Il conflitto identitario, come quello tra il Meridione ed il Settentrione, porta ad un rimescolamento degli schieramenti tradizionali.
Siamo ancora solo all’inizio di questo processo, che porterà però a degli esiti imprevedibili.

Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano  11/5/2024
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved