Il Governo Meloni ha riconfermato puntualmente il proprio orientamento centralista, adottando una misura di dubbia legittimità costituzionale.
Il Governo Meloni ha riconfermato puntualmente il proprio orientamento centralista, adottando una misura di dubbia legittimità costituzionale.
I trasferimenti dallo Stato ai Comuni verranno ridotti in una quantità che corrisponde esattamente con quanto è stato corrisposto a questi Enti Locali da parte dell’Unione Europea in base al cosiddetto “P.N.R”.
Il motivo di tale provvedimento, manifestamente sanzionatorio e tale da gettare i Sindaci nella disperazione, consiste nel fatto che i trasferimenti decisi dall’Unione Europea giungono ai Comuni per il tramite dello Stato.
Il quale però, anziché dare compimento a tale partita di giro, ha dilapidato tutto quanto il denaro per sostenere la spesa corrente.
È come se un portavalori andasse a gozzovigliare coi soldi che deve trasportare.
Nel caso del Governo Meloni, occorreva pagare gli stipendi agli Statali.
L’ammanco nelle casse dell’Erario si è però determinato ugualmente, e per tappare il buco si omette di trasferire ai Comuni le risorse finanziarie dovute in base al Bilancio Preventivo.
Questo determina una prima illegittimità, non essendo stata adottata nessuna Nota di Variazione che disponesse in tal senso.
Si dà però anche il caso che il funzionamento del “P.N.R” venga regolato da un atto di Diritto Internazionale: il quale, una volta ratificato, si colloca nella gerarchia delle Fonti del Diritto allo stesso livello della Costituzione.
Risulta dunque costituzionalmente illegittimo l’atto con cui il Governo ha deciso di sviare le risorse finanziarie assegnate ai Comuni dall’Unione Europea.
Ciò dovrebbe dar luogo al cosiddetto “Procedimento di Trasgressione”, promosso dalla Commissione.
La quale però è presieduta dalla Signora Von der Leyen, che è solita sorvolare in elicottero il territorio italiano in compagnia della Meloni.
Tra queste due Dame intercorre un legame non cementato solamente dalla comune passione per i viaggi aerei: la Presidente del Consiglio, paventandosi il prossimo venir meno della maggioranza su cui si regge la Commissione di Bruxelles, ha offerto il proprio apporto.
I Socialisti, naturalmente, dissentono, ma la Von der Leyen non va per il sottile, e sdogana i Fratelli d’Italia asserendo che non sono più fascisti.
Con ciò, la Tedesca si pronunzia sul classico problema di lana caprina: se è incontrovertibile che le forze politiche non si devono giudicare – e dunque discriminare – in base alla rispettiva radice ideologica, è altrettanto vero che si devono prendere in considerazione le loro scelte, riferite all’attualità.
In attesa di una riforma costituzionale disegnata con lo scopo manifesto di rendere irreversibile la maggioranza – e con essa il potere personale della Meloni – si fanno i conti con le Autonomie Locali, senza tener conto del dettato costituzionale in base al quale la Repubblica le “riconosce e promuove”.
Non si sottrae formalmente nessuna competenza, ma semplicemente si mettono i Comuni nella condizione di non adempiervi.
I Sindaci potranno dunque soltanto pagare gli stipendi ai Vigili Urbani, ai bidelli ed ai becchini.
Qualcuno, non potendo nemmeno provvedere alla manutenzione ordinaria, sarà tentato – pur di ottenere qualche voto - di assumere nuovi dipendenti.
Anche questo sotterfugio viene però reso impossibile dalla decurtazione delle risorse finanziarie.
Ogni ampliamento di organico deve infatti prevedere la copertura della spesa che ne consegue.
Ci saranno almeno risparmiate le illegittimità più manifeste, come quella consumata dalla Raggi, quando – avendo già impacchettato nei classici scatoloni le sue masserizie – emanò, nelle ultime ore del mandato (si attendeva soltanto la proclamazione ufficiale dei risultati), una delibera che “stabilizzava” ben quarantanove addetti all’Ufficio Stampa?
Se almeno fosse imminente la “austerity”, ci domandiamo per quale ragione il nostro Sindaco non pare affatto guarito dal delirio di grandezza che lo induce a fare sempre più debiti.
“Elementare, Watson”, avrebbe detto Sherlock Holmes: il Governo farà figli e figliastri, trovando le risorse necessarie per tappare i buchi nei Bilanci comunali laddove il Sindaco è un suo fedelissimo, e viceversa calando inesorabilmente la mannaia sugli oppositori.
La cosiddetta “Autonomia Differenziata” consacra d’altronde nello “jus conditum” tale criterio: le competenze delle Regioni rimangono immutate, ma ciascuna di esse può negoziare col Governo il “quantum” delle risorse finanziarie necessarie per adempiervi.
I ricchi diventeranno così ancora più ricchi, ed i poveri ancora più poveri.
Per non parlare della discriminazione tra i “Governatori” in base ad un criterio politico.
Galan insolentì a suo tempo Scalfaro durante una cerimonia ufficiale, dicendo apertamente che la presenza nel Veneto del Capo dello Stato non era gradita.
Il Presidente della Repubblica, essendo un gran Signore, non fece una piega.
La Meloni ha invece rinfacciato a De Luca un insulto che qualche zelante tecnico del suono ha provveduto a registrare e a tramettere a Palazzo Chigi.
In tempi di autoritarismo, prosperano i delatori ed i provocatori di professione.
Tempo fa, siamo stati avvicinati da uno di costoro, cui abbiamo ricordato i trascorsi neonazisti del suo mandante.
Sia pure al prezzo di rimanere “bruciati” - la conversazione veniva naturalmente registrata – ce lo siamo tolto dai piedi.
Nel caso di De Luca, il conto verrà invece pagato dai cittadini della Campania.
Ora si spiega perché il probabile nuovo Sindaco di Sanremo tiene tanto a dichiarare la propria non ostilità nei confronti del collega di Imperia.
Il candidato sa benissimo che costui non può – ammesso che lo voglia – recargli alcuna dote di suffragi, ma spera che le risorse del Comune non vengano tartassate.
Ciò esige che si sia annotati sulla lavagna dalla parte dei “Buoni”.

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Mario Castellano  31/5/2024
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