Le più vive congratulazioni ai Servizi Segreti del Vaticano...
Le più vive congratulazioni ai Servizi Segreti del Vaticano, guidati dal “solerte” (qualifica conferita per consuetudine dai cronisti agli investigatori) Ispettore Cristiano Cristofani, per essere riusciti nell’impresa di scovare il nascondiglio in cui si occultava Monsignor Viganò.
Neanche il “Mossad”, nel ricercare un terrorista di “Hamas” avrebbe conseguito un simile risultato.
L’eccentrico Prelato, oltre che uno strenuo oppositore del Papa, è infatti anche una sorta di Primula Rossa in veste talare.
Sulla sua ubicazione circolavano le voci più disparate, sconfinanti nella fantapolitica.
Secondo alcuni, l’ex Nunzio Apostolico era ospitato – nel nome dell’antico sodalizio con Trump - in una base supersegreta della “United States Air Force” situata in una caverna delle Montagne Rocciose e controllata da Ufficiali fedeli all’ex Presidente.
Di cui tanto costoro quanto lo stesso Viganò attendono con impazienza il ritorno al potere, in vista di un Colpo di Stato (o “Colpo di Chiesa”?) da perpetrare in Vaticano per sostituire Bergoglio con un Cardinale “suprematista”, nonché  - “ça va sans dire” – tradizionalista.
Altri, come la fiduciaria di Viganò ad Imperia, asserivano che il Monsignore si celasse in Lombardia, terra dove i confessionalisti abbondano.
Una diversa scuola di pensiero lo riteneva protetto in un palazzo della Aristocrazia “Nera” di Roma.
Noi avanziamo un’altra ipotesi: Viganò si trovava a Vicenza, ospite di Francesco Sudrio nella sua lussuosa abitazione.
Di cui si dice sia munita di un televisore al plasma da ventiquattro pollici in ogni stanza (perfino nel bagno).
Alla faccia, naturalmente, del Voto di Povertà.
Il settore tradizionalista dei Francescani dell’Immacolata usa come Convento anche la residenza di un genero di Padre Manelli, situata a Roma ed altrettanto confortevole.
Sembra di essere ritornati ai tempi immediatamente successivi al Venti Settembre, quando i Nobili ospitavano nelle loro residenze i Religiosi sfrattati dai Monasteri.
Questa volta, però, il nemico è lo stesso Vaticano di Bergoglio.
Resta da vedere se Viganò, pur debitamente notificato, accetterà o rifiuterà di comparire dinnanzi ai Giudici del Sant’Offizio.
Anche se la situazione non è più certamente quella in cui si trovò Giordano Bruno, e neanche quella sofferta da Galileo Galilei, un simile Processo incute ancora un certo timore.
Nel frattempo, dal suo rifugio – non più segreto – il reo afferma di sentirsi “onorato” da cotanta imputazione.
L’accusa è di quelle che fanno tremare: Scisma ed Eresia.
Se il primo capo d’accusa risulta evidente, dal momento che Viganò espressamente nega l’Autorità del Sommo Pontefice, risulterà ben più interessante conoscere come il Sant’Offizio fondamenterà l’Eresia.
Si tratta comunque del primo caso – salvo il parziale precedente costituito della “Action Française” di Charles Maurras, che era però un movimento laicale – in cui viene processato dal Vaticano un oppositore “di Destra”.
Tra i “Maurrasiani” annidati in Vaticano si trovava anche il Cardinale Billot (da non confondere con il quasi omonimo Cardinale Villot), che si dimise per protesta contro i Patti Lateranensi: la Santa Sede, a suo dire, aveva tradito – riconoscendo lo Stato italiano - la memoria dei Francesi caduti per difendere il Potere Temporale.
Fino ad ora, comunque, erano stati processati dal Sant’Offizio, per motivi inerenti alla Dottrina, soltanto i “Modernisti”.
La cui persecuzione raggiunse – sotto il Pontificato di San Pio X – dimensioni e toni paranoici.
Chiunque, nell’ambito del Clero, avesse dei conti da regolare con qualche Confratello, lo deferiva come simpatizzante “modernista”.
Anche quando mancava del tutto un riscontro in quanto detto e scritto dall’accusato.
Lo Stato italiano si sarebbe comportato nello stesso modo durante i cosiddetti “Anni di Piombo”.
Quando però la delazione – per costituire una presunzione “juris et de jure” di colpevolezza – doveva quanto meno provenire da un “pentito”.
Perfino don Roncalli, nel tempo in cui studiava a Roma, fu vittima di una diffamazione.
Basata sull’aver frequentato un cenacolo di Sacerdoti che si riuniva in una Sacrestia.
Soltanto la stima e la fiducia dei Superiori salvarono il futuro Papa da un processo canonico.
Ora i “Modernisti” vengono additati al pubblico ludibrio da Padre Fanzaga: il quale si guarda però bene dal fare nomi e cognomi.
Per identificare a chi alluda costui, basta comunque considerare quali Prelati vengano banditi dalle sue trasmissioni.
Si scoprirà che soltanto i “Medjugoriani” – secondo il noto radio predicatore - sono immuni da ogni sospetto.
Ciò rivela il frazionamento della Chiesa in una infinita serie di sette, più o meno grandi ma tutte autoreferenziali.
I Movimenti Ecclesiali ebbero il proprio momento di gloria sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II, allorché gareggiavano per contendersi la palma del più aderente al Magistero del Papa.
Quando in Italia si diffusero in detersivi in polvere, si scatenò una analoga competizione a chi garantiva il “bianco più bianco”.
Un programma satirico inscenò un siparietto tra due fascisti, uno dei quali diceva all’altro: “Credevo che la mia camicia fosse nera finché non ho visto la tua”.
La contesa era destinata a perpetuarsi sotto l’attuale Pontificato, ma in termini esattamente rovesciati.
Se un tradizionalista afferma che Bergoglio è un Antipapa, un altro risponde che in realtà è l’Anticristo – come fa Suor Elisabetta Perillo - se non addirittura una incarnazione di Satana.
Viganò ha tratto ispirazione dagli Stati Uniti, dove le sette abbondano e mietono consensi.
La più potente è costituita dai Mormoni, il cui fondatore legalizzò la poligamia per sanare la propria condizione coniugale, alquanto irregolare.
In Italia, abbiamo avuto a suo tempo un altro super poligamo, il cosiddetto “Califfo di Cuccubello”, un siciliano evidentemente nostalgico del dominio islamico sull’Isola.
In tempi più recenti, basta per l’appunto convertirsi a tale religione.
L’Imam di Imperia ha recentemente festeggiato la nascita del primo figlio di terzo letto.
Sul numero effettivo delle mogli vi è però discordanza: i maligni insinuano che si sia sfondato il limite di quattro Consorti (superato comunque dal Profeta Maometto, il quale era però in grado di autoassolversi).
Un altro siciliano, tale don Minutella, ha recentemente sopravanzato Viganò tanto per attivismo quanto per estremismo.
Chi, tra i Tradizionalisti, le spara più grosse, raccoglie più pubblico, e questo Sacerdote riempie le sale, oltre che – naturalmente – il portafoglio: i suoi seguaci sono tanto numerosi quanto generosi.
A Genova, il Minutella ha affittato il salone di un albergo di Bolzaneto, già usato abitualmente dai Massoni per le loro “Agapi” e “Tenute Bianche”, trovandosi allo svincolo delle Autostrade.
I nostalgici di Siri sono accorsi in massa ad applaudire il focoso prete siciliano.
Il quale ha riscosso un buon successo di pubblico perfino nella Bologna di Lercaro e di Zuppi.
Se finalmente il Papa ha deciso di contrattaccare, mobilitando un fedelissimo quale il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il motivo va ricercato – a nostro modesto avviso – nell’intenzione di contrastare la corsa verso l’estrema Destra che coinvolge ormai tutto l’Occidente.
Che non soltanto vede i Tradizionalisti impegnati in prima linea nel sostegno ai politicanti più oltranzisti (in Francia, i “Lepenisti” ed i “Lefebvriani” sono ormai quasi la stessa cosa), ma contamina la Dottrina proclamata da molti Cattolici, giunti ad esprimere proposizioni da considerare certamente anatema.
Tale è soprattutto il cosiddetto “Suprematismo Bianco”, cui si ricorre tanto per affermare tesi apertamente razzistiche quanto per alimentare l’avversione nei confronti degli immigrati; quanto soprattutto per giustificare atteggiamenti tipici delle guerre civili.
Si ripete la situazione vissuta al tempo della “Action Française”, che propugnava l’insurrezione contro la Terza Repubblica, accusata di laicismo.
Questa tendenza ideologica avrebbe in seguito ispirato il Regime di Vichy.
Ancora una volta, benché Viganò sia un italiano di formazione e di ispirazione statunitense, è la “Figlia Priomogenita della Chiesa Cattolica” il luogo dove avviene lo scontro più aspro.
Si ripete il conflitto che contrappose il Clero “Giurato” ed il Clero “Refrattario” dopo la Costituzione Civile del 1790, e che non venne mai completamente sanato: neanche dal Concordato napoleonico del 1801.
Non a caso, Lefèbvre era francese, e l’insanabilità del suo dissidio con la Santa Sede – pur usando come pretesto la Messa in latino – risaliva al rifiuto di un settore della Chiesa gallicana di sottostare a chi aveva approvato l’uccisione del Re e dei Sacerdoti rimasti fedeli al Sovrano ed al Papa.
Questo conflitto non è soltanto interno alla Francia, né limitato ai Paesi cattolici dell’Europa, ma investe anche il rapporto tra l’Occidente ed il cosiddetto “Sud Globale”.
Che a sua volta non è soltanto popolato da Musulmani: la maggioranza dei Cattolici, se non dei Cristiani, vive ormai in America Latina.
Se la Chiesa dovesse dividersi per effetto di questo contenzioso, il Papa intenderebbe mettere in chiaro a chi dà ragione.
Nel caso scoppi una guerra civile europea, la Chiesa respinge gli argomenti di quanti intendono trasformarla in una guerra di religione.

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Mario Castellano  22/6/2024
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