Il Sindaco Mager ha insediato la su Giunta, nella quale – più che le diverse correnti politiche confluite nel sostenerlo – è rappresentata al meglio la cosiddetta “Società Civile”.
Cahloun, “leader” della causa sudista nel lungo periodo di incubazione della Guerra Civile che dopo la sua morte avrebbe lacerato gli Stati Uniti, era solito ripetere che l’Unione si sarebbe spaccata quando la contrapposizione tra le parti politiche avesse coinciso con la divisione territoriale.
Se gli Stati Uniti ricadono oggi in un simile pericolo – a prescindere dall’esito del voto per la Presidenza – ciò avviene in quanto si ripete questa situazione.
In realtà, in ogni Paese esistono delle tradizioni politiche locali, che coincidono con le identità regionali.
In Italia, l’Emilia e la Romagna erano il luogo in cui si coagulava tradizionalmente l’opposizione allo Stato Pontificio, e questa alterità si sarebbe ripetuta dopo l’Unità, fino a giungere ai nostri giorni.
I diversi orientamenti politici possono tuttavia convivere se tanto il sistema di norme che compongono la “Costituzione Materiale” quanto l’insieme di valori civili che le ha generate rimangono condivisi.
Anche in Francia, come ricordava Jacque Nobecourt, l’Est è repubblicano e l’Ovest è monarchico: questa divisione è rimasta lungo tutta la storia successiva alla Rivoluzione, sia pure assumendo incarnazioni diverse.
La novità introdotta dall’ascesa dell’estrema Destra è costituita da una diversa lettura della storia nazionale, di cui questa parte politica considera alla stregua di una degenerazione anche i momenti unificanti.
In particolare il tentativo – intrapreso nel periodo detto “d’entre les deux guerres” e proseguito dopo la Liberazione - di costruire una democrazia.
Che ebbe a lungo per protagonista il Generale De Gaulle: non soltanto quale Capo della Resistenza, ma anche come fondatore della Quinta Repubblica.
Avversata fin dall’inizio da tutta la Sinistra, e definita addirittura “colpo di Stato permanente” dal futuro Presidente Mitterand.
Il quale seppe però fare uso – meglio ancora del Generale – degli strumenti giuridici che la sua Costituzione gli metteva a disposizione per promuovere un ciclo di riforme radicali.
Ora la demonizzazione di tutta questa vicenda storica – includendovi lo stesso gollismo – costituisce la base del progetto proposto ai Francesi dalla Le Pen.
Un progetto rifiutato dai Francesi con una delle loro tipiche reazioni istintive, dato che i valori repubblicani fanno ormai parte integrante dell’identità nazionale.
Al pari di alcuni simboli: il Tricolore venne adottato dalla Rivoluzione, aggiungendo al bianco della bandiera borbonica il blu ed il rosso dello stendardo di Parigi.
La Restaurazione lo avrebbe abolito, come anche la Marsigliese, prescritta perfino sotto il Secondo Impero e di nuovo adottata dalla Terza Repubblica.
Analogamente, in Italia la Meloni demonizza tutta la vicenda vissuta dal nostro Paese a partire dal Venticinque Luglio.
Con la differenza che la maggior parte dei nostri concittadini approva tale indirizzo.
La storia della Repubblica deve certamente essere valutata in modo critico, considerandone le luci e le ombre, ma non sommariamente liquidata come un’unica degenerazione.
Una volta, abbiamo domandato ad un ex democristiano, intruppato nell’attuale Maggioranza, come potesse includervi anche De Gassperi.
Non abbiamo ottenuto nessuna risposta, in quanto questo soggetto – per risolvere la sua contraddizione – avrebbe dovuto ripudiare il proprio passato, oppure il proprio presente.
La riforma della Costituzione Formale costituisce la logica conseguenza della visione della Storia propria della Presidente del Consiglio.
La quale vuole garantire l’irreversibilità del proprio potere precisamente per impedire che l’asserita degenerazione riprenda.
La parte politica avversa dovrà di conseguenza rimanere emarginata.
Questo era già successo ai Comunisti a causa della Guerra Fredda.
Allora, però, la loro esclusione era dovuta ad una effettiva causa dirimente, cioè la collocazione internazionale dell’Italia.
Questa discriminante non esiste più, per cui il ripudio del principio della reversibilità delle maggioranze non ha altro fondamento che una irriducibile divergenza sull’interpretazione della Storia.
In base alla quale – tanto in Italia quanto in Francia – non si ripudia una specifica ideologia, né si respinge un particolare programma, ma si rinnega la democrazia nel suo insieme.
Lincoln pronunziò il famoso discorso in cui definì il suo Paese come una “casa divisa”, volendo significare che il principio di eguaglianza – contraddetto dallo schiavismo – non poteva restare in vigenza in una parte degli Stati Uniti ed essere ripudiato dall’altra parte.
Si poteva rinviare nel tempo la soluzione del problema, ma non evitarlo.
Ecco perché la contrapposizione politica finì per coincidere con una suddivisione territoriale.
Cancellata in seguito solo al prezzo della Guerra Civile.
Questa notte, a Parigi, la Polizia è stata attaccata da paramilitari mascherati, che non portavano insegne e non gridavano slogan.
Si tratta evidentemente di seguaci dell’estrema Destra.
I quali agiscono nella stessa logica degli Americani che diedero l’assalto al Congresso.
Abbiamo già scritto come il destino della Capitali consista nel divenire dei campi di battaglia, dove le massime Istituzioni si trincerano nelle loro sedi, mentre nei diversi quartieri – come anche nelle varie zone della Provincia – vige il “Cuius regio, ejus religio”.
Se la Francia costituisce, come avviene puntualmente da più di due secoli, il paradigma delle nostre vicende, l’incapacità di dare allo Stato un indirizzo uniforme – ovvero il rifiuto della sua stessa Autorità da parte di chi non lo condivide – conduce inevitabilmente alla rottura dell’Unità nazionale.
Che fu a suo tempo l’obiettivo della prima Lega, sorta per l’appunto con lo scopo di reagire ad un asserito “regime comunista” instaurato a Roma.
Non a caso, certi suoi esponenti locali si ispiravano a Milosevic.
Ora costoro corrono a dare man forte ai loro omologhi francesi.
Poiché l’estrema Destra transalpina rischia di affogare in seguito all’esito elettorale, occorre il soccorso di un bagnino.
Tanto più se costui rischia di restare disoccupato, non essendo riuscito a diventare il Sindaco – ombra di Sanremo.
Né potendosi accontentare di dirigere – sempre per interposta persona – il Protocollo dell’Azienda Sanitaria Locale.
Scherzi a parte, preoccupa il ferreo controllo instaurato dall’estrema Destra sul territorio che si estende dal Garavano fino oltre il Varo.
Il Sindaco di Nizza, fedelissimo di Macron, ha perso la maggioranza in Consiglio Comunale, essendosi schierato il suo Vice con il settore dei Repubblicani che si è alleato organicamente con la Le Pen.
Alle prossime Regionali, pur ripetendosi il sostegno della Sinistra, Estrosi rischia di perdere anche la Presidenza della Regione Provenza – Costa Azzurra.
Noi lo avevamo esortato a tempo – per il cortese tramite di un comune amico – a non fidarsi del suo Collega di Imperia.
Il quale tanto più si appoggia alla sponda lepenista d’Oltralpe quanto più l’estrema Destra consolida la sua egemonia al di là di Ponte San Luigi.
E quanto più diviene insicuro il punto di appoggio offerto da Toti e Signorini, ormai dispersi tra Ameglia e Marassi.
Estrosi avrebbe dovuto dispiegare tutta la vigenza del Trattato del Quirinale – sul quale, non a caso, Scajola ha fatto orecchio da mercante – per impedire l’incombente saldatura tra l’estrema Destra dominante a Roma e quella che ora invade casa sua.
Forse il Sindaco di Nizza non prevedeva la convocazione delle Elezioni Politiche, da cui è uscito perdente in ambito locale.
O forse è prevalsa in lui la tendenza al “queta non movere”.
Anche quando, recentemente, abbiamo ripetuto il nostro amichevole ed accorato consiglio.
La persona che ci fa da tramite ha paragonato la sua situazione a quella dei passeggeri di un aereo che sta per entrare in una turbolenza, i quali stringono le cinture di sicurezza e non si muovono dai loro sedili.
Queste precauzioni, però, non servono se l’aereo precipita.
Disintegrandosi, proprio come avviene per gli Stati nazionali quando manca la coesione garantita da una regola e da una ispirazione comune.

Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano  14/7/2024
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved