Narra la leggenda che il capostipite dei Rotschild abbia creato la fortuna della sua famiglia - mediante i giochi di Borsa - essendo stato informato per primo, grazie ad un piccione viaggiatore, della sconfitta di Napoleone a Waterloo.
Narra la leggenda che il capostipite dei Rotschild abbia creato la fortuna della sua famiglia - mediante i giochi di Borsa - essendo stato informato per primo, grazie ad un piccione viaggiatore, della sconfitta di Napoleone a Waterloo.
L’annunzio delle dimissioni di Toti, giunto a Scajola e prontamente comunicato al “Secolo XIX”, può essere paragonato a questo remoto avvenimento.
Come pure ai grandi “scoop” giornalistici.
Mentre uno dei quotidiani che uscivano a Milano in quel tempo annunziava il regicidio di Monza, il suo concorrente pubblicava un edificante resoconto della festa organizzata in onore di Umberto I.
Ciò offre l’opportunità di tracciare un terzo e più drammatico paragone riferito al gesto del Sindaco di Imperia.
Il quale potrebbe essere considerato il Bresci della situazione.
L’anarchico di Prato da una parte andò decisamente contro corrente, contrapponendosi al perbenismo del suo tempo, ma dall’altra parte interpretò uno “zeit geist” ribellistico che covava negli strati più basi della società italiana.
E che solo due anni prima si era manifestato nei “Fatti del Novantotto”, quando il Regno aveva fatto cannoneggiare gli insorti milanesi dal Generale Bava Beccaris.
Indubbiamente, Scajola ha interpetato il ruolo del bambino che esclama “Il Re è nudo”.
Affermare che Toti doveva dimettersi significa infatti da una parte contrastare il “mainstream” prevalente nella Destra ligure, ma dall’altra parte dire una verità in precedenza taciuta per ipocrisia da tutti.
Compreso il “Nipotissimo”, ritratto mentre esultava – simile ad un calciatore che ha segnato una rete – quando l’Aula di via Fieschi respingeva la mozione di sfiducia.
Il quarto ed ultimo paragone – “si parva licet componere magnis” - è quello, reso inevitabile dalla curiosa coincidenza delle date, con Dino Grandi.
Come Leo Amschel Bauer, detto Rotschild, potè compiere le sue speculazioni basandosi sulla imminente caduta dell’Imperatore, così Scajola ha bruciato sul tempo i concorrenti, preparandosi prima di loro alle Elezioni Regionali.
Rimane da stabilire soltanto da che parte collocarsi.
Questo, però, è un dettaglio che potrà esssere regolato successivamente.
L’Uomo si considera infatti al centro dell’Universo, come la Terra nel sistema tolemaico.
I dirigenti locali, tanto di Destra quanto di “Sinistra”, sono invece paragonabili agli altri Pianeti.
Tale concezione risulterebbe impeccabile se il mondo cominciasse a Capo Berta e finisse alla Rabina.
Il punto debole del progetto consiste nella possibile evoluzione dell’atteggiamento del Partito Democratico in Liguria.
Che dovrà assumere una decisione molto importate, dovendo scegliere tra la vittoria e la sconfitta.
Quest’ultima opzione risulterà inevitabile qualora i suoi capi permangano nella logica del “Partito Trasversale”.
Si dice che l’era del Cardinale Siri sia terminata, nella Chiesa di Genova, con l’arrivo dell’Arcivescovo Tasca.
Non sappiamo chi sarà il suo equivalente nel “Campo Largo”.
In realtà, non sappiamo nemmeno se arriverà.
Il sistema di potere del vecchio Partito Comunista si è perpetuato fino ad oggi grazie a due personaggi: uno era il defunto Marchese Berlinguer, l’altro è l’Ingegnere Claudio Burlando.
Il quale – dapprima in veste di “Governatore”, e poi svolgendo ruolo di “King Maker” - ha successivamente incoronato Toti in via Fieschi e Bucci a Palazzo Tursi.
Negoziando sempre in prima persona le questioni economiche, ed avendo quali interlocutori in primo luogo Spinelli, ed in secondo luogo il “Governatore” ed il Sindaco.
Chi si dedicherà un giorno – novello Caffaro Cronista” - a ricostruire la storia di Genova nei nostri giorni, non dovrà consultare le cronache redatte “ad usum Delphini” dal “Il Secolo XIX” e da “La Repubblica”, bensì attingere dalle intercettazioni degli inquisiti.
Da cui potrà apprendere che il primo concorrente di Bucci era stato designato in base alla sua attitudine a perdere.
Essendo naturalmente Burlando l’autore di questa scelta.
Quanto al malcapitato Dello Strologo, si illudeva di vincere, ma all’Ingegnere è bastato dislocare nel campo avverso la Paita per sgambettarlo.
Ora l’indagine della Procura pone fine ad un sistema affaristico e malavitoso proprio della Destra, ma anche ad un sistema politico trasversale che viceversa fa capo alla “Sinistra”.
Se il candidato di questa parte politica sarà Orlando, non avrà la volontà di uscire da questo sistema.
Anche ammesso che ne abbia la volontà, non ne avrà comunque la forza.
Poichè si voterà prevedibilmente nel prossimo autunno, in contemporanea con l’Emilia e con l’Umbria – dove il candidato del “Campo Largo” sarà democratico – ci auguriamo i “Pentastellati impongano non diciamo un loro uomo, ma quanto meno una personalità espressa dalla “Società Civile”.
Altrimenti, si continuerà nella logica berlingueriana del compromesso.
Che ha causato la rovina del Partito.
Portandolo dovunque, dal livello nazionale fino al più piccolo Comune, a scegliere dei dirigenti e dei candidati selezionati in base alla propensione a negoziare sottobanco con la parte avversa.
Facendo dilagare la corruzione, e – quanto è peggio – portando ad ignorare quella regola fondamentale della Democrazia che consiste nel praticare l’alternativa e l’alternanza.
Le cronache dalle “Cento Città d’Italia” riferiscono come il “Campo Largo” stia riconquistando pazientemente i Comuni e le Regioni che la “Sinistra” aveva perduto laddove si attiene a questo elementare principio.
La cui applicazione non porta necessariamente a scegliere il candidato più estremista, o comunque più radicale, bensì quello che sa distinguersi più chiaramente dalla parte opposta.
In Liguria, lo ha fattio soltanto il Sindaco di Savona.
Il quale proviene addirittura dalla Destra democristiana.
E non dal Partito Comunista.
La Regione ritornerà a Sinistra soltanto qualora Burlando non entri nella scelta del candidato, e soprattutto non condizioni il suo orientamento.
Fino ad oggi, abbiamo atteso inutilmente che la Segreteria Regionale chiarisse come l’ex “Governatore” non si trovava sul panfilo di Spinelli quale rappresentante del Partito.
Se non si supera l’attuale sistema di potere, gli elettori dovranno scegliere tra l’originale e la copia.
E sceglieranno l’originale.
Ecco spiegato perché Scajola avanza la propria precandidatura.
Se la “Sinistra” volterà finalmente pagina, potrà riprendere la Regione.
E soprattutto potremo tornare a scrivere questa parola senza più metterla tra virgolette.

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Mario Castellano  02/8/2024
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