Dice il proverbio cinese che bisogna “bastonare il cane che annega”.
Dice il proverbio cinese che bisogna “bastonare il cane che annega”. Più aulico è il latino “Mors tua, vita mea”. Fatto sta ed è che il Sindaco di Imperia decreta la morte politica di Toti, invitandolo – senza tanti complimenti – a farsi da parte. Probabilmente, il “Bassotto” - avendo orecchiato le cronache dall’America - si è sentito nei panni di Kamala Harris, attribuendo al “Governatore” quelli di Biden. L’impiegato MEDIASET – il quale, a differenza del Presidente degli Stati Uniti, non è assolutamente rimbecillito - deve avere percepito questa presa di posizione come un tradimento. “Tu quoque, Brute!”, direbbe Toti se avesse almeno una infarinatura di cultura classica. Eppure non è lontano il ricordo di quando costui – nel momento di sua massima auge - venne innalzato dal nostro Sindaco su di una piattaforma appositamente eretta in piazza De Amicis. Che però, ripensata col senno del poi, evoca ora non tanto l’immagine dei palchi innalzati in occasione dei comizi, bensì di quelli su cui si inscenavano le esecuzioni capitali. La verità – come sempre – sta nel mezzo: il Primo Cittadino, prevedendo ottimisticamente una folla oceanica, voleva mettersi in mostra. La bassa statura lo indusse dunque ad aggiungersi il mezzo metro della piattaforma. Altrimenti, i convenuti avrebbero scorto soltanto il “Governatore”. Quanto è peggio, il Sindaco traccia un “identikit” del suo successore ritagliato sulle proprie misure (non fisiche, beninteso). Il candidato deve essere un “Civico”: termine che a Torino designa i Vigili Urbani, detti invece a Milano “Ghisa” ed a Roma “Pizzardoni”. L’Uomo, essendo – come D’annunzio e come Hemingway – un esteta, ha modellato la propria stessa esistenza quale creazione artistica. L’immagine di “Civico” è stata dunque ritagliata sulla sua: dapprima ricandidandosi come tale, e poi sostenendo Mager a Sanremo. Ammesso - e non concesso - che la Destra lo lanci per via Fieschi, l’Uomo dovrà in effetti accaparrarsi i voti di Biancheri e quelli del suo successore a Palazzo Bellevue. L’ex Sindaco della “Città dei Fiori” attende però invano, da tempo immemorabile, una sistemazione. Non potendosi logicamente accontentare di un posto di Vigile Urbano ad Imperia – il massimo che passa il Convento in questi tempi di carestia - bisognerebbe nominarlo Assessore, o quanto meno Consigliere Regionale. Tali incarichi vengono però elargiti col contagocce, e non sono certo tutti a disposizione della sempre più esigua forza politica guidata dal Sindaco di Imperia. Biancheri – ammesso che sia disposto a collaborare – dovrebbe dunque essere ricompensato in anticipo. Quanto a Mager, non vediamo per quale motivo si spera che interrompa la collaborazione con la Sinistra. Il cui appoggio è risultato quantificabile e determinante. Quello offerto da Scajola è si è rivelato invece il classico “soccorso di Pisa”. Per giunta, non deve assolutamente far piacere al Sindaco di Sanremo l’etichetta di “comunista” che gli ha affibbiato un agitatore della Destra. Se si tratta di un tentativo di ricatto, non può funzionare, dato che Mager è un galantuomo, e non ha nessun cadavere nell’armadio. Il suo detrattore è ritornato in auge per via della ricomparsa sullo scenario politico di Sonia Viale. La Destra sta raschiando il fondo del barile. Se tornassero in vita Cesare Perfetto ed Emidio Revelli, verrebbero anch’essi mobilitati. Abbiamo perfino assistito – in occasione delle Elezioni Europee – alla riesumazione di Luigi Grillo. L’uomo incaricato di qualificare Mager come “comunista” aveva iniziato il prorio “cursus honorum” come scudiero della “Pasionaria” bordigotta. Poi, le loro strade si divisero. La Viale prese quella della Capitale, dove – in quanto massima collaboratrice di Maroni – si convertì dal separatismo “padano” al centralismo. Il suo aiutante rimase invece fedele alla Secessione, ispirandosi a Milosevic nel progettare la “pulizia etnica” ai danni dei “Terroni”. Ora i loro cammini si ricongiungono, nel nome di un estremismo di Destra sempre più radicale. Se Scajola sogna di essere Kamala Harris, il suo seguace si identifica piuttosto in Trump. Cui lo accomuna anche il “penchant” per le donne, naturalmente di facili costumi. I dirigenti della Destra sono ormai ridotti a vendersi il “pacco” l’uno con l’altro, nell’unica vera loro analogia con gli Stati Uniti: che consiste - per l’appunto - nella “Truffa all’Americana”. Al povero Sappa si è fatto credere che sarebbe diventato Consigliere Regionale. Alla Moratti si è promessa una marea di preferenze. In entrambi i casi, hanno abbondato soltanto le spese. Ai gestori di stabilimenti balneari si è detto invece che l’abrogazione della “Direttiva Bolkenstein” rientrava nelle competenze legislative della Regione. Uno studente del Primo Anno si sarebbe accorto della fregatura. Altri, nei “Passi Perduti” dei “Templi”, tentano più modestamente di vendersi a vicenda polizze di assicurazione ed autovetture. Ora si annunzia la “Madre di tutte le Fregature”, cioè la postulazione del Sindaco di Imperia quale Presidente della Regione. Ci fa piacere per Osvaldo “Braccioforte” Martini Tiragallo. Il quale sta già studiando il “menu” dei pranzi elettorali. Che verranno però offerti – caso unico nella storia - a prescindere dalla candidatura.