Se un marziano atterrasse in questo momento in Liguria...
Caro Amico, Se un marziano atterrasse in questo momento in Liguria, gli basterebbe – per capire la situazione in cui versa la nostra Regione – consultare due interviste, rilasciate entrambe al “Secolo XIX”: una da Burlando e l’altra da Sonia Viale. Non so se i due personaggi, essendo uniti dalla comune amicizia con Beatrice Cozzi Parodi, ne abbiano concordato i contenuti, ma l’uno si legge in perfetta continuità con l’altro. Proprio come se si trattasse di due capitoli dello stesso romanzo. L’ex “Governatore” lamenta le condizioni in cui versa il Porto di Genova, a suo dire trascurato colpevolmente dai nostri Governanti. Non un cenno, però, al fatto che la gestione di questa infrastruttura è stata a lungo soffocata da una consorteria dedita al malaffare. Per cui le colpe vengono equamente spartite tra Destra e Sinistra: “Questo e quello per me pari sono”. Da tale analisi risulta che non risulta assolutamente necessario – secondo il “pensiero” dell’Ingegnere – asportare il cancro mafioso e malavitoso che ha contaminato la Città e la Regione. Se fossimo nei panni di Orlando, trarremmo da questa presa di posizione una conclusione tanto evidente da essere acquisita anche un bambino dell’asilo: quanto conta – per Burlando – è che i reggitori della Cosa Pubblica stiano a sentire lui. Risulta indubbio che la Destra gli abbia prestato più orecchio di quanto abbia fatto la Sinistra. Salvo che la sua presenza sul panfilo di Spinelli fosse motivata soltanto dal desiderio di compiere delle piacevoli crociere nel Mar Ligure. Anche ammettendo che l’Uomo si imbarcasse soltanto per ascoltare i ragionamenti altrui, ci domandiamo comunque perché mai non ne abbia riferito agli organi dirigenti del Partito. Nel caso si trovasse d’accordo con gli altri soggetti imbarcati, per indicare loro la via da seguire. Nel caso viceversa fosse in disaccordo, per ammonirli su quanto si stava tramando ai danni della nostra povera Liguria. Se questa è la visione che Burlando dimostra di avere della Regione, viene spontaneo prevedere che il suo appoggio vada alla Destra. Il voto è segreto, ma risulta dichiarata ed evidente la presenza dei “Renziani”, guidati a Genova dalla Paita, nella Giunta Comunale di Bucci. Né risulta che Burlando si sia mai dissociato da questa scelta. Se l’Ingegnere guarda al passato, qualificandosi come un “laudator temporis acti”, Sonia Viale – ripescata da chi ha sempre mantenuto da dietro le quinte il controllo del suo Partito nel Ponente - si proietta nel futuro. Anticipando il “menu” della nuova stagione di Governo della Destra. Il cui piatto forte, messi per un momento da parte gli interessi di tipo turistico e portuale, che costituivano invece la specialità di Toti e di Signorini, è rappresentato dalla Sanità. Per risanare i suoi conti, ci si propone di completare la privatizzazione, affidando alle famigerate Cooperative quei reparti ospedalieri che si sono fino ad ora sottratti agli appetiti della Destra. Tanto il settore “portuale” quanto quello “sanitario” di questa parte politica guardano ad oltre Appennino, e più precisamente alla Lombardia. Ove si trovano sia la sede centrale della FININVEST, più propensa alla speculazione edilizia, sia il Quartier Generale della “Società delle Opere”, che invece inclina verso gli interessi “sanitari”. La Sinistra non ha mai fiatato sulla questione dell’ingresso di soggetti privati negli Ospedali. Né per obiettare sulle procedure - la cui legittimità risulta quanto meno dubbia, dato che mai si è proceduto a celebrare delle Licitazioni - né per eccepire sulla scelta dei contraenti in base al loro orientamento politico – religioso; né tanto meno per rilevare come questa trasformazione del pubblico in privato nuoccia alle casse della Regione. La quale non beneficia nemmeno di un risparmio, anzi tutt’altro. Se la Destra manterrà il controllo di via Fieschi, il banchetto potrà continuare. Se viceversa prevarrà la Sinistra, si rivela fin da ora incapace anche soltanto di decifrare il meccanismo messo in atto già da molto tempo. A proposito di tempo, Orlando si muove – o meglio, sta fermo – come se lavorasse per lui. È invece vero l’esatto contrario. Sabato dovrebbe essere il gran giorno della sua incoronazione. Ammesso che nelle poche ore mancanti a tale scadenza l’ex Ministro abbia sciolto il nodo costituito dai “Renziani”. Cioè, dalla Paita, e – in ultima istanza – da Burlando. Il Candidato – sempre che sia veramente tale – si è cacciato nella classica “alternativa del Diavolo”. Qualora non accetti nella coalizione il Partito filo saudita – oltre ad esporsi alle ritorsioni del Principe Ereditario di Riad, noto per tagliare a fette gli oppositori con la sega elettrica – dovrà dare per scontato il suo passaggio alla parte avversa. Se invece riuscirà ad imbarcare i seguaci del “Rottamatore”, metterà la classica volpe nel pollaio. Accetterà, cioè, la presenza nella coalizione di una Quinta Colonna “metida dentro”, come diceva l’inno dei Repubblicani spagnoli. A Imperia abbiamo maturato una lunga esperienza in fatto di infiltrati. I quali – manovrando il “voto disgiunto” – hanno ottenuto tanto la botte piena quanto la moglie ubriaca, risultando eletti in Consiglio Comunale e nel contempo contribuendo alla vittoria del “Bassotto”. Il quale ha così allargato la propria già amplissima Maggioranza. Anche per la Regione si può praticare il voto disgiunto. Per sapere se ci sarà l’infiltrazione, attediamo di conoscere le liste dei candidati. A prescindere comunque da simili azioni sotto copertura, tali da fare invidia perfino al “Mossad”, il tuo Partito stenta – malgrado il buon inizio di Orlando, il quale ha fatto irruzione sulla scena politica regionale buttando fuori Ermini – a sciogliere un nodo che si porta dietro da decenni, e cioè quello delle alleanze. Che vengono stipulate alla luce del Sole quando si vuole vincere. Mentre sono tessute nell’ombra quando ci si propone di perdere. Non tacerò neanche questa volta la responsabilità storica di Berlinguer. Il quale credeva – ispirato dal Marchese Rodano – di proporre al Vaticano il supporto del suo Partito per costituire uno Stato confessionale. Dimenticando che c’era già – per questo – la Destra democristiana. Il Marchese sardo fece però di peggio, liquidando la Sinistra cattolica per fare un favore a questo settore politico, con il quale intendeva allearsi. C’era naturalmente qualcuno – da una parte e dall’altra – che credeva sinceramente nel “Compromesso Storico”, inteso come incontro tra laici e Cattolici. Noi, però, abbiamo avuto soltanto il commercio della selvaggina. I cui esponenti ci dicevano ipocritamente che dovevano prendere atto del rapporto di forze esistente nella Democrazia Cristiana, nella quale certamente ci trovavamo in minoranza. Tale situazione era però originata proprio da costoro, in quanto erano intervenuti pesantemente – operando come una corrente esterna di questo partito – nella sua dialettica interna. Burlando non è mai uscito da questa logica, e continua nel sostegno a quel settore della parte avversa con cui risulta possibile stabilire rapporti di affari. Che – oggi come allora – non portano un solo centesimo nelle casse del Partito, mentre gli impediscono di fare ciò per cui questi soggetti esistono nelle Democrazie rappresentative, cioè, praticare l’alternativa. Orlando la vuole – io non dubito della sua buona fede – ma commette un errore che gli può risultare fatale. Consistente nell’accogliere tra i propri alleati chi lavora per l’obiettivo esattamente opposto. Per cui delle due l’una: o non riesce a comporre la coalizione, oppure vi imbarca chi si propone di farle perdere le Elezioni. Meglio, dunque, una alleanza più ristretta, che però si qualifichi come alternativa alla Destra. Il rischio di perdere non risulta peraltro maggiore di quello che si corre accettando in casa propria i sabotatori. Con una differenza: una coalizione omogenea può almeno esercitare in modo credibile l’opposizione, mentre una accozzaglia composta tanto da persone sincere quanto da infiltrati non può fare neanche questo. Spero tu condivida tali valutazioni, e – se sei d’accordo – le faccia presenti al Candidato. Grazie e un caro saluto.