Con il compianto Professor Zaghi non avevano purtroppo mai stabilito un legame di amicizia.
Con il compianto Professor Zaghi non avevano purtroppo mai stabilito un legame di amicizia. Anche se la nostra conoscenza risaliva a quando il benemerito studioso e insegnante nostro concittadino – all’epoca ancora laureando – svolgeva la sua prima supplenza presso il Liceo “Cassini “di Sanremo. Dove ci eravamo dovuti rifugiare, sottraendoci alla persecuzione ordita nell’omologo Liceo “De Nemicis” di Imperia da parte dell’alleanza composta dalla Destra democristiana, dalla Destra neofascista e dalla Destra saragattiana. Una specie, quest’ultima, già in quell’epoca avviata all’estinzione: al 1968 risale infatti la clamorosa trombatura subita dal suo indiscusso “leader” nazionale, il bordigotto – genovese Onorevole Paolo Rossi. Il quale si sarebbe presto vendicato scindendo per la seconda volta il Partito Socialista. Questa volta, però, l’Uomo riuscì soltanto a raccattare le briciole. Paolo Rossi era legato all’ambiente imperiese dei Valcado. Era ancora viva la “performance” dell’allora Ministro dell’Istruzione. La Professoressa Nora Valcado, che aveva raccolto l’eredità politica del padre alla guida della sua corrente, dedita ad avversare il Centro – Sinistra, era stata “contestata” da alcuni studenti dello Scientifico di Imperia. In seguito ad una Ispezione Ministeriale, finì a Brunico, ove si consolò tanto con il superbo spettacolo offerto dalle Dolomiti quanto con le malcelate nostalgie neo naziste degli abitanti del luogo. I quali esprimevano il proprio malcontento contro la Repubblica antifascista facendo saltare i tralicci dell’Alta Tensione. Prima di partire per il suo breve e dorato esilio, la Valcado aveva dato però un tremendo colpo di coda, facendo pervenire a Paolo Rossi copia di un giornalino scolastico, il cui contenuto – considerato pornografico, data la “pruderie” vigente all’epoca – causò a carico dei malcapitati redattori gravissimi provvedimenti disciplinari. Dopo il suo glorioso rimpatrio, la Professoressa Valcado avrebbe tessuto un’alleanza veramente ecumenica, in cui confluirono – anticipando di molti decenni quanto avviene attualmente a livello nazionale – i Democristiani di Destra Pagano e Gonan, i neofascisti dichiarati, quali il Segretario Garibbo, distintosi per avere auspicato una riedizione italiana del Colpo di Stat dei Colonnelli greci, la Morana e la Repanai. La Destra saragattiana costituiva il collante di tale “mésalliance”. Essendo reduci da uno scontro con tale ambiente, si stabilì con giovane Professor Zaghi un rapporto di reciproca stima e simpatia, malgrado la differenza di età che intercorreva tra noi. Molti anni dopo, ci saremmo trovati a condividere – ciascuno per suo conto – un’altra epoca di dolorosa ed ingiusta emarginazione. Fu quando il Professore, accusato ingiustamente da qualche vile delazione, espressa dall’ambiente reazionario ed invidioso dei suoi colleghi, venne inquisito nell’ambito delle indagini sul terrorismo. I detrattori- agendo con la disonestà intellettuale propria del loro ambiente di sventurati – ebbero buon gioco nello spacciare la radicalità delle posizioni politiche di Zaghi - sempre espresse con chiarezza e con sincerità – oltre che dimostrando una solida formazione intellettuale - con una contiguità con il terrorismo. Che venne asserita in completa e assoluta mala fede. Zaghi, mantenendosi fermo nelle sue postulazioni di principio - come più modestamente anche noi ci mantenevamo fedeli alle nostre, postulava la necessità di costruire una alternativa. Alternativa è però un concetto esattamente contrario al “Compromesso”. Cui allora, per nasconderne l’opportunismo – si metteva l’iniziale maiuscola. Se i delatori calunniosi di Zaghi erano certamente elementi dell’estrema Destra, è altrettanto certo che costoro trovassero delle complicità – motivate dalla stessa invidia nei riguardi di un uomo molto più preparato ed intellettualmente più onesto – in quel settore della “Sinistra” che, dopo essersi alimentato a lungo dell’invidia sociale (ben diversa dall’aspirazione alla giustizia sociale), si dedicava a diffamare i dissidenti per darsi una vernice di perbenismo, destinato nelle intenzioni a celarne l’opportunismo. Sappiamo che tutto giustamente finì in una bolla di sapone, e Zaghi, dopo le indagini di Polizia Giudiziaria, non venne mai nemmeno sottoposto ad alcun Procedimento Penale. In tutto questo tempo, continuò ad insegnare e a studiare. Come più modestamente facemmo anche noi. Pur essendoci stata risparmiata l’umiliazione delle visite della Questura, condividemmo con lui l’emarginazione sociale, il disprezzo dei bempensanti e di chi – nella cosiddetta “Sinistra” - ostentava il proprio perbenismo. Zaghi ha vissuto abbastanza per vedere come altri soggetti, pur godendo dell’apprezzamento dei Dirigenti del Partito Comunista, e pur venendo da costoro esibiti in società al fine di ”épater les bourgeois”, venissero condannati con sentenza passata in giudicato. A volte, anche la ”Giustizia” finisce per fare giustizia. Il Professore ha vissuto anche abbastanza prevedere che fine ha fatto certa “Sinistra” sedicente ”per bene”. I cui dirigenti sono oggi arruolati nelle fila della Destra. Ricavando i loro “Trenta Denari” tanto dalla diffamazione degli altri quanto dalla propria prostituzione. Il saluto che sempre ci scambiavamo con Zaghi sussumeva tutto questo – tanto da parte nostra come – così supponiamo, o almeno speriamo – da parte sua. C’era in entrambi la tristezza - che Zaghi ha evidentemente somatizzato, fino a morirne – per il fallimento di una generazione. Che non aveva mai sognato nessuna Rivoluzione. Se non quella consistente nell’imporre delle discriminanti morali, e nel promuovere un rinnovamento civile. Il fallimento non è stato però nostro. È stato di chi tutto questo non lo ha voluto. Certamente oggi pochi amici si congederanno dal Professore. Molti, invece, si sono esibiti ai funerali solenni di un altro personaggio. Disse MaoTse Tung: “Se il nemico ti attacca, vuole dire che sei pericoloso; se sei pericoloso, vuole dire che le tue posizioni sono giuste”. Anche se molto divideva, rendiamo atto che Zaghi ha sempre espresso delle posizioni giuste. Quelle dell’Assessore sono state invece sbagliate.