Le notizie dall’Ucraina, dal “Vertice” europeo di Bruxelles e da Gaza hanno oscurato quella forse più importante: quanto meno perché rivela l’apertura di un altro fronte, che si aggiunge a tutti quelli dove già stava combattendo.
Le notizie dall’Ucraina, dal “Vertice” europeo di Bruxelles e da Gaza hanno oscurato quella forse più importante: quanto meno perché rivela l’apertura di un altro fronte, che si aggiunge a tutti quelli dove già stava combattendo.
Con le armi o con gli strumenti della politica e della diplomazia.
Il “Sultano” ha eliminato dalle Elezioni Presidenziali il suo rivale più insidioso, cioè il Sindaco di Costantinopoli, la Città più popolosa ed importante della Turchia.
Per essere certo del risultato – nel caso, in verità improbabile, di una assoluzione nei procedimenti penali a carico del Capo dell’Opposizione - Erdogan ha anche fatto annullare il suo Titolo di Studio.
Supponiamo che l’Autorità Accademica abbia agito in sede di autotutela, considerando illegittimo un proprio atto amministrativo.
Ciò avviene normalmente quando un organo dell’Amministrazione Pubblica scopre un proprio errore materiale.
Delle due l’una: o il Sindaco non aveva in realtà sostenuto degli esami in cui figurava promosso – nel qual caso si dovrebbero accertare le relative responsabilità penali – ovvero si è scoperto trattarsi di un asino, promosso in quanto raccomandato.
Trema il figlio di Bossi, detto “il Trota”, il quale in un solo mese sostenne tutti gli esami del Corso di Laurea presso l’Università di Tirana, dimostrando una conoscenza perfetta tanto della lingua albanese quanto delle diverse materie delle diverse materie, senza peraltro mai mettere piede nel “Paese delle Aquile”.
Questa nobile Nazione si è specializzata nel lavoro a distanza, per cui gli Italiani vengono bombardati di chiamate provenienti dai suoi “call center”, ed in cambio possono acquisirvi dei titoli di studio.
Miracoli dell’elettronica.
I cittadini di Costantinopoli, logicamente indignati, si sono riversati nelle strade per protestare.
Includendo nelle loro recriminazioni anche la miseria dilagante.
Il “Sultano”, però, ha però intanto praticamente annesso la Siria: tutti i componenti del nuovo Governo di Damasco hanno anche la cittadinanza turca.
Di tutti i domini dell’ex Impero Ottomano, perduti nel 1918, il più rimpianto dalle Autorità dell’ex Potenza dominante era appunto la Siria.
Dove l’ultimo Sultano, Maometto XII, morto a Sanremo, si fece seppellire.
Ataturk riprese Alessandretta, già Antiochia, sede di uno dei quattro Patriarcati detti “Apostolici” (gli altri essendo Gerusalemme, Costantinopoli ed Alessandria), facendosi restituire questo Sangiaccato dalla Francia.
I Patriarcati delle diverse Chiese Orientali vennero tutti spostati a Beirut, pur continuando a denominarsi “di Antiochia”.
Erdogan, a sua volta, aveva portato avanti di cento chilometri il confine militare, annettendo di fatto una striscia di territorio che lo avvicinava ad Aleppo, oggetto tradizionale delle mire irredentistiche dei suoi compatrioti.
Ora il Sultano ha ripreso il controllo di gran parte della Siria, salvo una zona occupata da Israele – con il pretesto di proteggere i Drusi – e quella che costituisce lo Stato Curdo – Siriano, già da tempo indipendente di fatto.
Gli Alawiti vengono intanto bastonati, riprendendo con gli interessi i colpi inferti ai Sunniti sotto la dittatura di Assad.
La stessa sorte tocca ai Sunniti iracheni, che per la prima volta da secoli sono sottoposti al governo degli Sciiti, sempre rimasti nella condizione di maggioranza numerica, sottomessa però alla cosiddetta “etnia dominante”.
Migliore sorte è toccata ai Tigrini.
I quali, stanche del predominio degli Hamara, cui appartenevano tanto il “Negus” quanto il “comunista” Menghistu, si sono resi indipendenti.
L’Europa Occidentale è un’isola felice, dove le minoranze etniche e linguistiche – pur non potendo aspirare realisticamente alla Indipendenza – quanto meno non vengono oppresse.
Fino al punto di vedere negata la propria identità: Erdogan afferma che i Curdi sono dei “Turchi di Montagna”.
È come se noi dicessimo che i Tirolesi Meridionali sono degli “Italiani di Montagna”, potendo però almeno invocare a sostegno di tale definizione le imprese alpinistiche di Reinhold Messner.
Ora soltanto Radio Radicale parla della persecuzione cui è soggetta l’Opposizione turca.
Che non coincide con una specifica etnia, anche se risulta più forte nelle zone costiere, dove giunge l’influenza della cultura europea.
La Meloni, malgrado i rimproveri subiti a Bruxelles per avere parlato male di Altiero Spinelli, si vanta di avere fatto “impazzire” l’Opposizione.
Forse intende dire che l’ha messa in crisi, avendo rivelato la sua impotenza.
Non escludiamo però che i “Democratici” siano in preda ad una crisi di nervi, passibile di degenerare in un’autentica psicosi.
Soltanto il geniale Benigni identifica la vera origine delle disgrazie della sua parte politica, che giustamente ravvisa nel nazionalismo.
Immaginiamo però che alluda alla capacità d’interpretare – sia pure facendone un uso politico distorto – l’identità collettiva.
Il brillante uomo di spettacolo e di cultura dovrebbe però prendersela con i dirigenti “democratici”.
Che egli però non ha mai criticato, forse per malintesa disciplina di Partito.
Giungendo anzi ad elogiare Berlinguer, in modo esagerato e comunque immeritato.
Il Marchese poteva identificare la causa del suo Partito con la causa nazionale, quando tutta Italia si rivolgeva con fiducia e con speranza a lui perché guidasse l’alternativa.
Non lo fece, con il risultato che oggi un nazionalismo italiano di segno autoritario e centralistico, incarnato dalla oscura dirigente d’un gruppo minoritario – tra i tanti in cui era frammentata la galassia del neofascismo romano – ha preso in mano le sorti della Nazione.
Riscrivendo “ad Usum Delphini” tutta la sua vicenda storica unitaria.
Di fronte alla scelta del Riarmo Europeo, c’è chi riesuma le antiche diffidenze nei confronti dell’egemonia tedesca.
Risulta indubbio che la Banca Europea ha sede a Francoforte, e che von der Leyen è una compatriota del “Kaiser”, ma soprattutto il peso della finanza e dell’industria tedesca risulta determinante.
Tanto più che mediante l’Euro Ditale si possono anche drenare le risorse degli altri Paesi, in particolare dell’Italia.
Se poi l’Europa ripudia la sua ispirazione democratica e l’aspirazione dei propri ideatori al Socialismo – tale è il messaggio espresso dalla Meloni quando critica il Manifesto di Ventotene – risulta chiaro che il Continente si unisce intorno ad un indirizzo suprematista, ed anche militarista.
E che quanto più dunque l’Europa si rafforza, tanto più diviene un soggetto autoritario.
Dante pensava all’Italia come al “Giardino dell’Impero”.
Bisognerebbe concepire l’Impero Europeo come il giardino del mondo, e non come alla sua caserma.
Sono tutti sogni, infranti dai rapporti di forza.
Che impongono il sacrificio dell’Ucraina.
Se neanche una entità dotata di una propria identità nazionale, su cui appoggia l’aspirazione all’Autodeterminazione, è in grado di che questa scelta venga rispettata, tanto peggiore sarà la sorte riservata ai soggetti politici.
Che si ispirano ad una idea della propria nazione diversa rispetto a quella propria dei rispettivi governanti.
Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ed Altiero Spinelli lo fecero in contrapposizione al Regime fascista.
Oggi c’è bisogno di qualcuno che pensi all’Italia in termini diversi rispetto alla Merloni, ma sappia anche tradurli in un progetto politico.
Altrimenti cadremo nella frustrazione propria di chi sa soltanto ciò che non vuole, ma non sa che cosa vuole.
Né tanto meno come realizzarlo.
Come avviene per gli oppositori turchi, i quali invocano la democrazia di fronte ad un potere che si è dimostrato in grado, espandendosi oltre i propri confini, di proiettare anche all’esterno la propria concezione autocratica.
La Meloni non può espandere il suo modello, ma è in grado di garantire a Bruxelles l’appoggio disciplinato dell’Italia.
Come il Sindaco – Presidente può garantirle a sua volta la sottomissione della nostra Provincia.
Dove l’Opposizione si divide tra chi negozia con il Potere qualche miserabile affare o qualche miserabile prebenda, e chi viceversa colleziona – limitandosi a dare spettacolo - le proprie frustrazioni.
Il pellegrinaggio a Ventotene ricorda pateticamente gli appelli degli “Aventiniani” allo Statuto ed alla memoria del Risorgimento.
Forse ha tristemente ragione la Meloni quando dice che l’Opposizione è impazzita.
Nel senso che non è più capace di ubicarsi nel presente.
In cui domina – tanto ambito internazionale quanto all’interno degli Stati - soltanto il rapporto di forze.
A vantaggio di chi è si dimostra in grado di definire ed affermare l’identità dominante.

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Mario Castellano  03/04/2025
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