Il Governo Meloni ha diramato una Circolare...
Il Governo Meloni ha diramato una Circolare, diretta alle Prefetture, con cui stabilisce che in ciascuna della loro sede venga esposto un registro delle condoglianze per la morte del Papa.
Si tratta di una iniziativa che non trova alcun precedente nella storia d’Italia successiva ai Patti Lateranensi, neanche nell’era democristiana.
Quanto concordato nel 1929 da un lato garantisce alla Chiesa Cattolica uno “status” giuridico diverso da quello stabilito per le altre Confessioni religiose – dovendo tale condizione risultare da atti di Diritto Internazionale stipulati con la Santa Sede – ma dall’altro lato non giunge a negare espressamente il carattere laico – e dunque non confessionale – dello Stato.
Il che ha permesso quanto meno la piena vigenza della libertà di culto, di pensiero e di parola.
Che cosa si propone la Presidente del Consiglio quando in pratica stabilisce astutamente che il cordoglio degli Italiani per la morte del Papa venga espresso attraverso un organo dello Stato, manifestandosi dunque attraverso l’interpretazione che le Autorità civili danno della persona e dell’opera di Bergoglio?
In pratica, la Meloni intende censire gli Italiani che sono d’accordo con le sue opinioni politiche, così come – “a contrario” – quanti ne dissentono.
Chiariamo subito che di conseguenza non andremo ad apporre la nostra firma.
Se non altro in quanto attribuiamo al defunto e compianto Pontefice il merito di avere quanto meno ritardato di dieci anni l’esito cui assistiamo.
Se il suo Successore esordirà emulando Urbano II a Clermont, e cioè dichiarando bandita una nuova Crociata, non siamo disposti ad arruolarci.
Fin dal suo insediamento, la Signora della Garbatella ha praticato nei riguardi dell’ambiente cattolico la cosiddetta “politica del carciofo”, favorendo con ogni sorta di prebende - non sempre elargite in conformità con la Legge – quel settore che si opponeva, sia pure tacitamente, agli indirizzi del Pontificato di Bergoglio.
Valga per tutti l’esempio dei reparti ospedalieri appaltati a Cooperative affiliate alla “Società delle Opere”: le quali non hanno vinto nessuna Licitazione, ma sono state contrattate mediante il procedimento della Trattativa Privata.
Con il duplice risultato di acquisire un potere con cui tutti devono prima o poi fare i conti e di sistemare il personale scegliendolo in base ad un criterio ideologico.
Ora la Meloni, facendosi discretamente da parte, lascia agli inviati di Trump il compito di fare “campagna elettorale” in vista del Conclave.
Non ci azzardiamo a formulare previsioni sul nuovo Vescovo di Roma, ma ne conosciamo già il cosiddetto “identikit”.
Si tratterà dell’uomo più adatto creare – indicando come nemiche le altre Religioni, e cioè le identità diverse da quella Occidentale – un clima di preparazione alla guerra.
Che non necessariamente scoppierà nell’immediato futuro, ma verrà deve essere comunque preceduta da una restrizione delle libertà civili e perfino personali.
Se Mussolini ridusse la Chiesa al rango di una delle molte organizzazioni di massa del Regime, ora i ruoli sono per così dire rovesciati.
Lo stesso Stato, infatti, dovrà mettersi al servizio di un disegno concepito in altra sede e da altri soggetti.
Non sarà dunque la Presidente del Consiglio – a differenza di quanto avvenne nel caso di Mussolini – a manipolare il Potere Spirituale, ma si troverà ridotta insieme con esso allo stesso livello subordinato di una ideale scala gerarchica.
“Misereamur”, dunque, su chi appartiene alle minoranze religiose, ma non ci sarà nessuna differenza tra costoro ed i Cattolici liberali, già tacciati di “Modernismo”.
Perfino la vecchia Democrazia Cristiana subisce una sorta di ”damnatio memoriae” per essere stata inquinata – Padre Fanzaga “dixit” – da tale corrente di pensiero, e dunque si diffida di chi ne aveva preso la tessera.
Il “Capo Stazione” (questo termine non designa un dipendente delle Ferrovie, bensì un gerarca degli spioni) dislocato nella nostra Provincia dalla CIA ha voluto incontrarci, per il tramite di un comune amico: mai uomo ci è parso più sprovveduto e meno ubicato.
Evidentemente, è in atto la conta di quanti – purtroppo per loro – hanno dei precedenti politici anche minimamente sospetti di eterodossia.
Gli amici di Bruxelles ci riferiscono gli umori dell’uomo della strada belga.
Il quale – lungi dal commiserare gli Italiani per la condizione infelice in cui si sono venuti a trovare – ritiene viceversa che meritiamo delle legnate per le truffe ripetutamente consumate ai danni dell’Europa.
A cominciare dalla cosiddetta ”Integrazione” del prezzo delle olive, fino a giungere ai giorni nostri con il “P. N. R.”.
Quanto alla persona della Meloni, viene definita una “mascotte” a causa dei suoi modi buffi.
O meglio, propri di un buffone di Corte: questa è la definizione circolante a Bruxelles.
L’Europa ritiene tuttavia che un siffatto personaggio serva alla bisogna.
La conversazione con Bruxelles è avvenuta poche ore prima della morte del Papa.
Ragionando “a posteriori”, possiamo concludere da quanto avvenuto che la stessa “Sede Apostolica” – pur vantando la maggiore antichità tra tutte le Istituzioni dell’Occidente – viene ritenuta dai suoi “Poteri Forti” alla stregua di una “dépendance” periferica: di cui si occupa infatti un personaggio di secondo rango come il pittoresco “Steve” Bannon.
Il quale non è neanche cattolico.
Ci fu un tempo in cui si sceglievano per simili funzioni i seguaci della nostra stessa Chiesa.
Ora il criterio in base al quale essi vengono selezionati è l’attitudine a fare il “mercato delle vacche”.
Abbiamo visto apparire in televisione, in qualità di “Vaticanista” (?) il napoletano Granata, famoso per avere annunziato un nuovo Vicario dell’Urbe completamente sbagliato.
“Quod volimus, libenter credimus”: il candidato trombato era quello favorito dagli ambienti più reazionari.
Manca soltanto che si consulti sul “Toto Papa” la Signorina Giada Amelio, esperta in materia di “Haute Couture” ma digiuna di Storia Ecclesiastica.
Al punto che non aveva mai sentito parlare del Venti Settembre.
L’atmosfera che si respira intorno al Vaticano è decisamente da “Basso Impero, e vi si aggirano i personaggi più incredibili.
Creando l’ambiente più propizio per ogni tipo di manovra.
Quanto i Belgi – e non soltanto loro – non capiscono è il fatto che si trovano sulla nostra stessa barca.
E che l’installazione a Roma di un Governo dalle manifeste tendenze autoritarie - così come l’avvento in Vaticano di un Pontefice incaricato di fare piazza pulita di tanti decenni di azione ecumenica in favore della pace e della concordia tra i popoli e le religioni - non riguarda soltanto chi vive sulle sponde del Tevere, né soltanto i cittadini del “Bel Paese”.
È vero che quanto accade da noi costituisce la conseguenza - e non certo la causa – di un andamento generale preso dall’Occidente.
Proprio per questo, però, questo “zeit geist” e quanto esso annunzia coinvolge tutti, ed in particolare i Cristiani.
Dante diceva “Roma, onde Cristo è romano”.
Ed il Papa è considerato dai suoi seguaci Vicario di Cristo

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Mario Castellano  06/05/2025
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