La scissione dell’atomo venne a lungo ritenuta impossibile...
La scissione dell’atomo venne a lungo ritenuta impossibile, fino a quando un gruppo di giovani fisici romani concepì, nella leggendaria sede di via Panisperna, la fissione nucleare. Da quel tentativo sarebbe derivata, pochi anni dopo, la Bomba Atomica. La rapidità con cui – a causa della coincidenza con la Guerra Mondiale – l’uso militare della nuova tecnologia addirittura precedette quello civile fu causa – nei decenni successivi – di una forte ostilità nei riguardi dell’Energia Atomica. Per cui certa “Sinistra” non avrebbe mai accettato che con lo stesso sistema usato per la bomba di Hiroshima si producesse l’elettricità destinata all’illuminazione domestica. Ora pare però che questa parte politica abbia superato la propria congenita ostilità nei confronti della scissione dell’atomo. Imperia, per una volta, si colloca all’avanguardia nelle tendenze politiche nazionali. Essendo il locale Partito Democratico ridotto per l’appunto alle dimensioni di un atomo, il suo “Gruppo Dirigente” - che costituisce una sorta di esercito composto soltanto da Generali -è riuscito nella missione, ritenuta impossibile, di scinderlo. Un primo tentativo era già stato esperito in vista delle Elezioni Comunali, ma la Schlein si era adoperata per frustrarlo, obbligando le fazioni contrapposte a riunificarsi intorno alla candidatura di Bracco. Il quale, con la Sinistra, ci entrava come i cavoli a merenda. Al punto che aveva qualificato come “civica” la propria candidatura. Sulla quale il Nazareno appose frettolosamente la propria etichetta, facendo confluire i dissidenti in un’unica coalizione, sia pure lacerata da feroci lotte intestine. La toppa risulta però in molti casi peggiore del buco, e le discordie frettolosamente cacciate dalla porta rientrarono dalla finestra. Mentre il Candidato a Sindaco sposava una linea “movimentista”, anticipatrice degli “happening” di stile “sessantottardo” che avrebbe inscenato in seguito nella Sala Consiliare, Verda si tutelava praticando il “voto incrociato” con Scajola. Contribuendo così alla trionfale rielezione del “Bassotto”. Si profilava in tal modo, nel nuovo Consiglio, una riedizione del “trasversalismo” tipico degli Anni Settanta. Quando Manfredi disponeva dell’appoggio dei “Comunisti” inseriti nel “Partito della Selvaggina”. I quali però erano proprio per questo i più ostili all’opposta corrente democristiana, quella cioè dei “Basotti”. Il “Trasversalismo” era anche in grado di agire in entrambe le direzioni. I “Comunisti” manfrediani trovarono dunque un “pendant”, essendo eletti anche dei Democristiani di analoga tendenza. A ciò provvide il Dottor Siri, esortando i propri pazienti – di estrazione prevalentemente “sinistrorsa” a votare per sua moglie. La quale avrebbe assunto il compito di “rinnovare” il Partito Cattolico, infiltrandolo di cripto Comunisti e di Protestanti. In realtà, i dirigenti democristiano, per dimostrare che il loro Partito non era confessionale, avevano reclutato un evangelico di Bergamo ed un israelita di Firenze, esibiti puntualmente in ogni loro congresso. La Signora era già probabilmente anch’ella una eretica “in pectore”, ma dissimulò in un primo momento tale tendenza prendendo frettolosamente la tessera di alcuni “Gruppi Ecclesiali” e di alcune organizzazioni confessionali: tutti quanti di matrice rigorosamente tradizionalista. Come poi potesse “rinnovare” la Democrazia Cristiana una persona che si schierava all’estrema Destra di questo Partito, rimane un mistero. Mistero, per l’appunto, della Fede. Ugualmente incomprensibile è come una Evangelica – come tale erede di eresie perseguitate sanguinosamente dal Papato, dai Sovrani cattolici e dalla Gerarchia ecclesiale, al punto che il Papa ha dovuto chiederne loro pubblicamente scusa – agire dichiaratamente per una trasformazione in senso confessionale dello Stato. Padre Dante avrebbe sentenziato che “la contraddizion nol consente”. In realtà, quanto importava al “Partito Trasversale” era la tutela degli interessi immobiliari. Lo si vide in due momenti ben precisi della nostra vicenda civica. Una volta quando una congiura ordita da Scajola rovesciò il Sindaco Pilade – cui l’ambiente dei costruttori edili – tanto nella componente costituita dagli impresari quanto in quella composta dai proprietari quanto - “last but not least” – dall’Ordine degli Ingegneri (tutti intruppati nelle varie componenti della Destra Democristiana) non perdonava l’introduzione del Piano Regolatore. Che veniva denunziato come un tentativo di “sovietizzazione” (?!) di questo settore vitale della nostra economia. Se la Consorte del Dottore fosse stata democristiana di “Sinistra”, si sarebbe schierata a difesa del Sindaco. Costei fu invece tra quanti concorsero a defenestrarlo. La verità sulla congiura, evidente all’epoca agli occhi di tutti, venne finalmente rivelata quando – in occasione del proprio funerale - Pilade fece leggere il suo testamento politico. La Signora perse però la corsa per la poltrona di Sindaco. In quanto, pur facendo parte della cordata vincente, si ritrovò in minoranza quando venne il momento di spartire le spoglie del rivale. Che fu l’unico – come precisamente avviene nel caso dei mariti traditi – ad ignorare quanto si tramava alle sue spalle. Ricordiamo che il malcapitato Pilade, un intellettuale spaesato nella sordida realtà della nostra provincia, parlava al mattino da una radio locale. Una volta, ci chiese di fargli da interlocutore. Oggetto della trasmissione essendo la Rivoluzione Francese. La Rivoluzione Imperiese si stava intanto preparando a suo danno. Per cui finì per essere il Luigi XVI della situazione, decapitato e per giunta tacciato di tradimento. Cioè – come si dice volgarmente - “cornuto e mazziato”. L’altro momento in cui la “Nonna” per antonomasia emerse alla ribalta fu la costituzione della Giunta passata alla Storia con l’appellativo di” Croce e Martello”. Unico momento in cui il “Partito Trasversale” dimostrò di pubblicamente di esistere, manifestandosi apertamente. Lo esigeva la necessità di completare i grandi progetti immobiliari. La Signora – nell’esaltare questa mediocre operazione – citò addirittura Santa Caterina da Siena. La quale, però era – se non andiamo errati – cattolica, e non certo aderente alle eresie medioevali anticipatrici della Riforma Protestante. Nel minestrone del Partito Trasversale c’era però – e c’è tuttora – posto per tutti gli ingredienti. La “Nonna” fece riferimento al fuoco della rivolta morale contro l’esilio del Papato ad Avignone che – nelle parole della Mistica di Fonte Branda – avrebbe incendiato l’Italia. Il “Partito Trasversale”, ormai in confezione da asporto, era sul punto – secondo costei – di diffondersi in tutta Italia. Il fenomeno non andò invece, per fortuna, oltre i confini di Imperia. E una volta completati i suoi progetti – nel senso tanto politico quanto tecnico del termine – considerò compiuta la propria missione storica. Iniziata con la Resistenza. Che era stata opera – secondo la ricostruzione di comodo redatta “ad Usum Delfini” dalla storiografia ufficiale – era stata opera dei futuri importatori di Selvaggina. Risulta impressionante l’analogia – “Si parva magnis componere licet” – l’analogia con l’Unione Sovietica. Dove si affermava che la Rivoluzione di Ottobre era stata compiuta da Stalin e dai suoi collaboratori, in particolare da Molotov. Ora tutto questo – tanto l’eredità per l’appunto sovietica quanto i “Partiti Trasversali” – appartiene al passato. Al Sindaco non serve avere un Cavallo di Troia nell’Opposizione, e quindi il futuro che attende i “Democratici” scissionisti consiste nell’adesione formale alla Maggioranza. Se le cose stessero in questo modo, Quesada dovrebbe buttarli fuori. Qualora invece ritenga ancora possibile una ricomposizione, dovrebbe riunire gli organi dirigenti del Partito per tentare una ricucitura. Che rischierebbe però di avvenire a spese di Bracco e dell’esigua pattuglia composta dei suoi superstiti seguaci. Potrebbe infatti ripetersi la situazione propria del Partito Comunista degli Anni Settanta. Quando la Segreteria Nazionale interveniva puntualmente in favore del “Partito della Selvaggina”. Il Regionale – ammesso che esista – non esprime una posizione diversa dal Nazareno, come dimostra la vicenda delle Elezioni, che hanno riconfermato la Maggioranza di Centro – Destra in via Fieschi. Ora il vecchio “Superpartito” ha compiuto anche l’ultima fase della sua parabola, smettendo di operare in settori politici apparentemente opposti per unificarsi formalmente. Come era avvenuto precisamente con la costituzione della Giunta Comunale detta “Croce e Martello”. Che fu una creatura della Nona, come ora è opera del Nipote l’inevitabile confluenza di un pezzo del Partito Democratico nell’alveo del “Bassottismo”. Tale Regime assume a sua volta caratteristiche “ecumeniche”, dal momento che vi si ritrovano i Comunisti e i Democristiani, i credenti e gli atei, i Cattolici ed i Protestanti, i Cristiani ed i Musulmani di “Mohammed” Bensa. A proposito, il Nipote è cattolico o protestante? Ovvero si tratta di un seguace del nuovo culto sincretistico, basato sulla divinizzazione del Sindaco?