La Signora Salis ha esordito nelle sue funzioni di Sindaco svolgendo – come esigono il Protocollo e la consuetudine – le cosiddette “Visite Istituzionali”.
La Signora Salis ha esordito nelle sue funzioni di Sindaco svolgendo – come esigono il Protocollo e la consuetudine – le cosiddette “Visite Istituzionali”.
La più importante delle quali è stata naturalmente quella resa a Bucci, Presidente dell’Amministrazione Regionale nonché suo Predecessore a Palazzo Tursi.
Grande l’eleganza esibita dall’ex atleta, ed altrettanto grandi i sorrisi con cui i due protagonisti del colloquio si sono esibiti a beneficio dei fotografi.
Che il Sindaco debba stabilire rapporti corretti – anche sul piano personale – con quanti occupano altre cariche elettive nei diversi Enti Pubblici Territoriali risulta naturalmente positivo, ed anche doveroso.
Altrettanto doverosa è però la rivendicazione delle prerogative e delle competenze attribuite dal Comune dalle Leggi dello Stato.
L’incontro, da questo punto di vista, non poteva essere preceduto purtroppo da auspici peggiori.
Tali da richiedere che alla cortesia si accompagnasse una eguale fermezza.
Alludiamo a due dichiarazioni, rese da Rixi e dallo stesso Bucci, rispettivamente a nome del Governo Nazionale e della Regione.
I due hanno affermato brutalmente – non dovendosi certamente attendere, soprattutto da parte del Viceministro, un atteggiamento diverso – che le cosiddette Grandi Opere “non si toccano”.
Che cosa significa tale asserzione?
La Signora Salis ha basato giustamente la sua campagna elettorale sull’assicurazione che la nuova Amministrazione Comunale non si sarebbe opposta alla realizzazione delle infrastrutture – finanziate in gran parte dallo Stato e dall’Unione Europea – da cui dipende lo sviluppo del Porto e della Città.
Si dà il caso però che il cosiddetto “Sistema – Liguria”, abbia purtroppo assunto caratteristiche criminali – peraltro innegabili, in quanto risultano da Sentenze penali passate in giudicato, oltre che dalle piene confessioni dei condannati – tali da rendere auspicabile, anzi doverosa, una revisione del “modus operandi” degli Enti Locali precisamente nei procedimenti seguiti per la realizzazione delle “Grandi Opere”.
Se i vari Bucci e Rixi dovessero affermare che la giusta esigenza della correttezza e della trasparenza di questi procedimenti è da considerare alla stregua di una opposizione allo sviluppo di Genova, tale loro falsità dovrebbe essere pubblicamente respinta e denunziata dal Sindaco, dalla Giunta e dalla Maggioranza.
Oltre che, naturalmente, dalle forze politiche che la compongono.
Per non parlare del fatto che il primo dovere della nuova Amministrazione consiste nel verificare con la massima attenzione se le competenze del Comune sono state o meno rispettate.
Il che risulta quanto meno dubbio, proprio in base ad una verità paradossale ma innegabile.
Bucci, all’epoca Sindaco, non è stato imputato nei procedimenti penali proprio in quanto non figurava tra gli ospiti fissi sul famoso panfilo di Spinelli.
Se da un lato ci si deve compiacere di tale estraneità – ricordando sempre che la responsabilità penale è personale – si può tuttavia sospettare che l’allora Primo Cittadino venisse considerato dai corruttori e dai corrotti come un soggetto che per l’appunto non valesse la pena comperare.
Proprio in quanto avrebbe pedissequamente eseguito – per malintesa disciplina di Partito – quanto deciso nei loro lochi conciliaboli.
Non dimentichiamo che nel voto per il Comune si è finalmente espressa quella rivolta morale della cosiddetta “società civile”, rivolta per l’appunto contro la corruzione in un cui era precipitata la “res pubblica” genovese, purtroppo mancata in occasione delle Elezioni Regionali.
In quanto Orlando non aveva potuto – o meglio, non aveva voluto suscitarla.
Nella vana illusione che si potesse fare la frittata senza rompere le uova.
Senza rompere, cioè, con quel settore del Partito Democratico che era rappresentato sul panfilo di Spinelli da Claudio Burlando.
Il quale – con questa stessa presenza – aveva condiviso l’intera responsabilità politica delle operazioni pattuite in quella sede.
Di cui l’Ingegnere non era soltanto un testimone reticente – per quale motivo non informò mai gli Organi Dirigenti del Partito? - ma anche un contraente a pieno titolo.
Era naturale, dunque, che l’Ingegnere lavorasse per preservare – insieme con il cosiddetto “Sistema – Liguria” -anche i propri interessi.
Il metodo consisteva – come in occasione delle Elezioni perse da Sansa e da Dello Strologo – nel fingere di sostenere il Centro Sinistra, appoggiando in realtà la parte avversa.
Ed usando a tal fine il “Partito” della Paita.
Che era già stato all’origine della perdita della Regione.
Se la Signora spezzina non avesse insistito sulla propria candidatura, la Sinistra avrebbe infatti mantenuto il controllo di via Fieschi.
Questa volta, per evitare una nuova sconfitta, si è scelta una candidata “renziana”,
Il “Rottamatore” ripete in molte circostanze questo gioco: “Se la Sinistra vuole vincere – dice in sostanza l’ex Sindaco di Firenze agli alleati - deve scegliere un candidato appartenente al mio raggruppamento.
Così è stato, ad esempio, nel caso della Toscana.
Dove però il Governatore si è dimostrato assolutamente leale nei riguardi della Coalizione che lo ha portato alla vittoria.
È altrettanto leale la Salis?
Il Comitato Olimpico è un feudo inattaccabile dell’estrema Destra.
Malagò divenne però “renziano” quando il “Rottamatore” fui al Governo.
Salvo poi ritornare all’ovile per farsi “meloniano” una volta udito il “richiamo della foresta”, cioè del sottobosco neofascista romano da cui provengono tanto l’uomo dei Parioli quanto la Signora della Garbatella.
Durante il periodo “renziano” di Malagò venne tuttavia cooptata nella dirigenza del Foro Mussolini la Salis, ex atleta ma anche frequentatrice delle “Leopolde”.
Dove le donne sono scelte – contrariamente a quanto avviene nella” Sinistra” Imperiese – in base alla loro avvenenza.
Ora la Salis deve decidere a chi dare retta.
I cittadini di Genova hanno il diritto – riaffermato col voto – di vedere le carte delle “Grandi Opere”.
Non certo per ritardare la loro realizzazione, ma per essere certi che i patti su cui si basava il “Sistema Liguria” cessino di essere osservati.
Altrimenti, non sarà vanificato soltanto il responso elettorale, ma anche l’operato della Magistratura.
Che ha sanzionato dei corrotti.
Burlando tenta naturalmente – “pro domo sua” - di mantenere in vita il “vecchio “Sistema”.
Alla Salis spetta il compito di completare la sua demolizione.
Se il Partito “renziano” ha aderito al cosiddetto “Campo Largo”, ce ne rallegriamo.
Bisogna però vedere se questa consorteria non continua ad agire come un “Cavallo di Troia” della Destra.
Che un tempo faceva perdere i Candidati del Centro – Sinistra, ed ora tenta di ricondurli ad osservare la disciplina del “Partito Trasversale”.
Il chiarimento deve avvenire subito.
Tanto in sede di Giunta Comunale quanto nell’ambito della Coalizione.





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Mario Castellano  13/06/2025
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