Lettera aperta a Enrico Lupi - Mario Castellano – 12 settembre 2025
Caro Enrico,
mi dispiace molto che tu ti sia sentito offeso dalla semplice intenzione, condivisa con il comune amico Osvaldo “Braccioforte” Martini Tiragallo, e peraltro non realizzata, di coinvolgere anche la parte politica opposta alla tua in una causa giusta.
Una causa che può e deve – proprio in quanto tale – accomunare tutti i concittadini.
Si tratta di ottenere un riconoscimento, da parte dello Stato, per la tua benemerita azione volta a valorizzare le produzioni tipiche del Ponente, aprendo per esse un più ampio mercato.
Se l’opera che realizzi viene apprezzata anche da quanti non condividono le tue opinioni, ciò significa che essa è positiva.
Dovresti dunque essere orgoglioso di questo riconoscimento, e non considerarlo come un’offesa.
Se la tua reazione istintiva è stata quella di sentirti minacciato, ciò significa una sola cosa: temi un ricatto politico da parte del “Sindaco–Presidente”.
Il quale – sapendo che anche la parte opposta apprezza la tua opera – potrebbe denunciarti, nella sua paranoia, come “comunista”.
Tale timore è stato rafforzato dalla tua ingiusta esclusione dal ricevimento offerto a bordo di un panfilo, noleggiato dalla “Costa Crociere”, per discutere con il “Sindaco–Presidente” l’approdo delle sue navi nel porto di Oneglia, che viene già dragato, come annunciano trionfalmente le cronache locali, redatte copiando le “veline” dell’Amministrazione Comunale.
La presenza di orecchie indiscrete durante tale trattativa è all’origine dell’ostracismo che hai subito.
L’ideologia, dunque, non c’entra.
Ciononostante, i tuoi rapporti con il “Bassotto”, per quanto tu ti sforzi di preservarli, non sono buoni e – peggio ancora – sono destinati a peggiorare.
Il motivo è quello che ho spiegato nei miei scritti riguardanti il tentativo di “scalata” della Camera di Commercio a favore dell’economista di fiducia della Destra locale.
La libertà politica, senza la libertà economica, è incompleta; la libertà economica, senza la libertà politica, è inefficace.
Il Governo nazionale – di cui il “Sindaco–Presidente” non è che la longa manus – da una parte tende a restringere la libertà politica e dall’altra quella economica.
Questo è stato dichiarato chiaramente durante l’Assemblea dell’Unione Industriali al Forte di Ventimiglia.
Ti ho avvertito tempestivamente, permettendoti di difendere – finché eri in tempo – la libertà di impresa dei tuoi consociati.
Non stupisce che il “Bassotto” se la sia legata al dito.
In generale, egli non vede di buon occhio il fatto che, grazie alla tua opera volta a valorizzare i prodotti locali, molte famiglie di produttori escano dal bisogno e diventino autonome.
Nessuno di loro sarà dunque costretto a recarsi dal “Sindaco–Presidente” per elemosinare un posto da vigile, bidello, spazzino o becchino in cambio di voti.
La tua azione, quindi, riduce la sua influenza politica.
È logico, di conseguenza, che tu venga tacciato di essere “comunista”, poiché con questo termine vengono indicati tutti coloro che non si allineano al “Bassotto”.
Se vuoi tornare nelle sue grazie, dovresti smettere la tua azione e tradire i tuoi associati; se invece la continui, entrerai inevitabilmente in conflitto con lui.
Questo è il destino che ti attende: non per essere comunista, ma – paradossalmente – proprio per essere coerentemente anticomunista.
Gli staliniani di Imperia sono tutti arruolati nel partito del “Bassotto”: non solo perché venduti, ma perché vedono nel taglieggiamento e nella distruzione delle imprese private la realizzazione della loro ideologia veterocomunista, contraria alla libertà d’impresa.
Se dunque il “Bassotto” dovesse tentare contro di te un ricatto politico, ti basterà ricordargli che nel tuo seguito non c’è nessuno staliniano: perché sono tutti con lui.
Caro Enrico, Noè – mentre costruiva l’Arca – veniva deriso.
Noi, di fronte al diluvio della guerra, stiamo costruendo – ciascuno a suo modo – delle nuove Arche.
Il “Sindaco–Presidente”, invece, si trastulla con la pista ciclabile.
Vedremo presto chi ha ragione.
Saluti e auguri per le “Eccellenze”.
Tanto più che, in questo caso, malgrado il nome, non c’entra Monsignor Castellano.
E neanche sua nipote.