Dalla Flottiglia alla Sinistra perduta – Editoriale
La “Flottiglia” è giunta a destinazione, ed i croceristi - scesi a terra – concluderanno il loro periplo nel Mediterraneo in un carcere israeliano.
Il rientro a Roma per via aerea verrà infatti rinviato di due giorni, dato che gli organizzatori del viaggio, non avevano tenuto conto, al momento di programmarlo, della Solennità del Kippur.
Badando viceversa a far coincidere il prevedibile abbordaggio con l’imminenza della grande manifestazione del Quattro Ottobre.
Che offrirà l’occasione per mettere Roma a ferro e fuoco.
La Custodia di Terra Santa pubblica annualmente un bellissimo Calendario, molto ricercato dai cultori dell’Ecumenismo, che riporta per ogni giorno le festività tanto cristiane (secondo la Liturgia delle diverse Chiese), quanto islamiche ed israelitiche.
La sua consultazione facilita lo scambio degli auguri tra i seguaci delle diverse Fedi, ed evita parimenti l’inoltro di richieste inopportune, essendo coincidenti con i giorni di riposo.
Se però la regia dell’operazione – come noi sospettiamo – era esercitata dai Musulmani, costoro hanno inteso gustare la festa agli Ebrei.
Ovvero hanno fatto affidamento sulla loro distrazione.
La Guerra del 1973 venne per l’appunto scatenata in coincidenza con il Kippur, ed anche l’attacco del Sette Ottobre corrispose con una solennità religiosa.
Se i croceristi hanno comunque goduto di una magnifica vacanza, sia pure guastata da una conclusione alquanto movimentata, la parola passa ora ai casinisti nostrani.
Che già ieri hanno tentato l’assalto a Palazzo Chigi, sventato da un cordone di Polizia istituito a suo tempo dal vecchio Renzi.
Costui predilige infatti il pubblico “snob” delle “Leopolde” alle masse vocianti di disoccupati ed altri protestatari.
Verso i quali il “Rottamatore” dimostra lo stesso atteggiamento sprezzante che tenne Maria Antonietta verso i “Sanculotti”.
I quali si vendicarono tagliandole la testa.
Ora si va allo scontro, e Landini – viso che lo sciopero era stato comunque indetto dai suoi fantomatici concorrenti della “USB” (mai sigla risultò più misteriosa) - chiama i lavoratori alla lotta per la causa palestinese.
Chi però aderirà all’agitazione non lo farà però certamente in omaggio all’analfabeta di Canossa.
Il quale guida un Sindacato che si è distinto per avere svenduto tutte le conquiste ottenute a caro prezzo dai lavoratori.
E che per tale motivo non affronta più – da tempo immemorabile – la piazza.
L’ultima volta che lo fece – sembra ormai passata un’era geologica – il malcapitato D’Antona si prese in faccia un bullone, scagliato da un “proletario incazzato”.
Come lo avrebbe definito a suo tempo “Lotta Continua”.
Per qualche tempo, si tentò di celebrare i comizi proteggendo i “leaders” mediante scudi di plastica, simili a quelli in uso presso la Polizia “Antisommossa”.
Poi si rinunziò definitivamente.
Un altro pilastro dell’Opposizione ufficiale – e legalitaria – è costituito dagli Amministratori Locali.
I quali sfornano mozioni miranti al riconoscimento dello Stato Palestinese.
Nessuno di costoro ha viceversa protestato, né tanto meno ricorso, contro la nomina da parte del Governo dei “Commissari Straordinari”.
Il cui computo è stato abbandonato quando erano già centoventi.
Costoro si occupano di tutto, non soltanto delle alluvioni – questo è un classico – ma perfino delle epidemie diffuse tra gli animali.
Esautorando, nella fattispecie, il Servizio Veterinario esistente in tutte le Unità Sanitarie Locali.
Il mandato di questo nuovo organo dell’Amministrazione Pubblica statale - non già regionale, né comunale - è indeterminato.
Per cui la menomazione della competenza attribuita dalla Legge – e perfino dalla Costituzione - agli Enti Locali risulta permanente.
I vari Sindaci e “Governatori” espressi dall’Opposizione non fiatano, dimostrando così una mancanza di rispetto verso i cittadini elettori, ed anche verso sé stessi.
Poi, però, si lavano la faccia appoggiando i Palestinesi.
Con una mossa tanto spettacolare quanto ininfluente sul piano giuridico.
Alla fine, però, chi scende in piazza non è questa finta Opposizione, solo in apparenza legalitaria.
In quanto si guarda bene dall’esigere il rispetto della legalità quando viene violata dal Governo.
Il ruolo di protagonista viene assunto dai movimenti illegali e violenti.
Ai quali Landini e la Schlein hanno gettato l’osso di un pretesto credibile per promuovere proteste, destinate però a protrarsi e ad aggravarsi con il tempo.
Sostituendo l’iniziale motivazione, tratta dalla Politica Internazionale, con quelle riferite ad una condizione sociale sempre più degradata e precaria.
Che non offre alcuna speranza alla massa dei giovani.
Un rappresentante molto qualificato delle Autorità preposte alla tutela dell’Ordine Pubblico ci ha fatto sapere che si considera la situazione “sotto controllo”.
Figuriamoci che cosa succede quando sfugge dal controllo.
Questo Signore si riferiva probabilmente al fatto che si riuscirà a reprimere tutto quanto programmato in seguito al fermo della ”Flottiglia”.
Evidentemente, certi soggetti riescono ancora a ricevere informazioni sui propositi dei sovversivi (tanto più se manovrati dai provocatori), ma non sono in grado di elaborarle.
Se lo sapessero fare – il che richiede però degli strumenti culturali che costoro evidentemente non posseggono – si renderebbero conto di come la prospettiva cui andiamo incontro non è quella di uno scoppio isolato, per quanto grave, della violenza.
Quanto ci attende è viceversa la sua cronicizzazione.
Propiziata tanto dalla trasformazione del Governo in regime quanto dall’inconcludenza dell’Opposizione guidata dalla Schlein.
La quale ha agito per l’appunto come una provocatrice, prima lanciando i dimostranti contro il Governo – coltivando, o diffondendo, l’illusione di abbatterlo – senza però essere in grado di utilizzare la protesta per i propri scopi.
La base finirà dunque per tramutarsi un un nuovo soggetto politico.
Che si porrà – essendo capace di mobilitare la piazza – come il vero contraltare della Meloni.
La Schlein e Landini potranno al massimo accodarsi al movimento, ma svolgendo in esso un ruolo sempre più marginale.
Fin qui il discorso sulle prospettive.
Se però inquadriamo i fatti di questi giorni in una visione storica, ci accorgiamo di come essi segnino la fine irreversibile della vecchia “Sinistra”.
Ci fu un tempo in cui essa faceva proprie tutte le cause connesse con l’emancipazione dei popoli.
Oggi la “Sinistra” si riduce ad appoggiare Hamas, cioè un movimento che si propone espressamente di distruggere lo Stato di Israele.
Che a sua volta costituisce un risultato dell’esercizio del Diritto all’Autodeterminazione.
Tra i cui precursori si annovera lo stesso Marx.
Il quale indirizzò il suo Manifesto ai “Proletari di tutti i Paesi”, ma anche ai “popoli oppressi”.
Durante la cosiddetta “Guerra Fredda”, una certa “Sinistra” tradì questa sua originale vocazione, applaudendo alla repressione dell’Ungheria, ma la Destra - che da parte sua approvava la repressione dell’Algeria e la segregazione razziale del Sudafrica - non era da meno.
Si credeva però allora, da una parte e dall’altra, che la propria vittoria nella contesa ideologica mondiale avrebbe portato ad una Giustizia trascendente le diverse cause nazionali.
Una volta caduto il Muro di Berlino, questa convinzione sbagliata è stata giustamente rinnegata da tutti.
Nessun pretesto ideologico può può dunque essere accampato oggi per contrastare l’aspirazione dei popoli alla libertà ed all’Indipendenza.
Neanche, naturalmente, l’ideale islamista.
Cui però la “Sinistra” italiana, rinnegando anche la propria originale ispirazione laica, si accoda pedissequamente.
Anche quando propugna la distruzione dello Stato di Israele.
Noi non rinfacciamo agli ex Comunisti locali la colpa consistente nell’avere approvato la repressione dell’Ungheria.
Bensì quella di avere sostenuto – ben dopo la caduta del Muro di Berlino – la pretesa di Milosevic di costruire la “Grande Serbia”, praticando la “Pulizia etnica” a scapito del Diritto all’Autodeterminazione degli altri popoli dell’ex Jugoslavia.
Soltanto perché Milosevic era un corrispondente in affari.
Neanche del Partito, ma solo di alcuni suoi esponenti.
Non deve dunque destare meraviglia il fatto che certi ex Comunisti di Imperia siano oggi tra i più zelanti nel sostegno offerto ad Hamas.
Questa volta non c’entra il commercio di Selvaggina.
Tale atteggiamento ha comunque molto a che fare con la tentazione di nascondere dietro le scelte più opinabili di Politica Internazionale l’opportunismo di chi regolarmente vende le Elezioni, e trascura ogni argomento utile per esercitare efficacemente l’Opposizione.
L’acquiescenza nei riguardi della privatizzazione dell’Acquedotto, accompagnato dal trasferimento in massa nelle fila dei “Bassotti” cui fa riscontro l’antisemitismo – praticato quale “progressismo dei cretini” – sono due facce della stessa medaglia.
Cioè il tradimento di tutte le ragioni morali che furono un tempo la bandiera del Movimento dei Lavoratori.