Proteste per la Palestina: analisi critica tra movimenti di piazza e crisi politica italiana
La prima delle due giornate “di lotta” per la Palestina è trascorsa tra la consumazione di molti reati e la reazione piuttosto blanda delle Forze dell’Ordine.
Le quali, malgrado le prescrizioni draconiane impartite da Piantedosi, si sono limitate a osservare quanto avveniva, senza impedire che venissero manifestamente violate le norme penali, senza procedere al fermo dei responsabili e senza fornire alla Magistratura Inquirente le notitiae criminis necessarie per promuovere le azioni di sua competenza.
Probabilmente si è proceduto – facendo uso delle telecamere, onnipresenti in luoghi quali le stazioni ferroviarie e gli aeroporti – a una schedatura di massa, laddove non era resa impossibile dalle maschere indossate dai facinorosi.
L’occhio del “Grande Fratello” ha comunque osservato le loro azioni, ma la presentazione del conto è rinviata a una fase successiva, corrispondente a una ulteriore “escalation” della violenza di piazza.

Oggi, a Roma, sfilerà – e con ogni probabilità non si limiterà a sfilare – la componente più estrema del nuovo movimento, formata da professionisti della “guerriglia urbana”, mentre la composizione dei cortei del sabato risultava più composita.
Nelle folle di manifestanti erano presenti fondamentalmente tre categorie di persone: i musulmani, che a Imperia costituivano il nerbo dei dimostranti; i violenti, entrati in azione a fine giornata con il favore delle tenebre; e infine i nostalgici degli anni Settanta, pronti a rispolverare i loro labari ogniqualvolta se ne presenta l’occasione.
Si tratta di persone che vivono ormai in una sorta di “capsula del tempo”, affette da una coazione a ripetere in base alla quale è buono tutto quanto risulta contrario non soltanto agli interessi, bensì alla stessa identità dell’Occidente, senza sapere nulla della reale situazione del Medio Oriente e dunque senza essere in grado di soppesare le ragioni di ciascuna delle parti.

Israele ha dunque torto “a prescindere” in quanto logicamente più prossimo all’Occidente rispetto a Hamas.
Se poi il gruppo terroristico islamista nega il diritto all’autodeterminazione, questo è un dettaglio trascurabile.
L’importante è seguire la regola in base alla quale “i nemici dei miei nemici sono miei amici”.
Se i manifestanti avessero veramente a cuore il destino dei palestinesi, premerebbero su Israele affinché accettasse l’esistenza di un loro Stato, ma cercherebbero anche di convincere gli arabi ad ammettere – almeno in linea di principio – il diritto di Israele all’esistenza.
Costoro invece si incolonnano dietro a soggetti che ne propugnano esplicitamente la distruzione.

L’identità araba e islamica viene impersonata dagli immigrati, mentre i componenti indigeni più violenti del nuovo movimento assumono il monopolio dell’opposizione, trasferendola dalle sedi istituzionali alle piazze.
La Schlein e Landini li inseguono, traendo spunto dalle proteste per un’azione parlamentare che non capta però alcun consenso nella base sociale, in quanto si limita a un mero esercizio verbale, infiorato periodicamente da “risse nell’Emiciclo”, anch’esse retaggio di un repertorio obsoleto, risalente agli anni della “Guerra Fredda”, quando Giancarlo Paietta si esibiva nei suoi acrobatici salti dai banchi senza peraltro mai inciampare.
Più che a un deputato, questo personaggio assomigliava per l’appunto a un saltimbanco.
L’assonanza tra il suo comportamento a Montecitorio e il nome di questa categoria di circensi definisce molto bene la funzione da lui svolta.

La specie dei “professionisti del corteo”, ormai declinante, è avviata comunque all’estinzione, trattandosi di soggetti che – come purtroppo anche noi – sono afflitti da problemi di prostata.
Il corteo di Imperia ha reso un’immagine precisa della situazione.
I musulmani residenti sono circa duemila, i non musulmani quarantamila.
La presenza islamica risultava però dominante, segno che i seguaci di questa religione – oltre a vantare un maggior numero di praticanti – prevalgono anche in misura schiacciante nell’impegno politico.
Gli “infedeli”, dal canto loro, sembrano condannati a un ruolo gregario e subalterno.
Salvo, naturalmente, quanti – dando per scontata l’instaurazione di un nuovo regime autoritario – ne traggono le conseguenze, passando alle vie di fatto.

In quest’ultima categoria sono rappresentati tanto i musulmani quanto i soggetti che adottano Gaza come causa occasionale della protesta, ma in realtà si rivoltano contro l’ingiustizia sociale, senza però avere un’identità di riferimento.
Mentre i seguaci della Meloni sbandierano quella proposta dalla loro “leader”, la quale si è presentata agli italiani quale “madre, italiana e cristiana”.
La maternità non designa di per sé nessuna identità.
Quanto al cristianesimo, non soltanto si tratta di una qualifica molto generica, ma la Presidente del Consiglio rivendica la propria appartenenza a tale religione intesa soltanto come un elemento costitutivo della nazionalità.

Chi vanta un’identità gode comunque di un vantaggio su chi non ne può rivendicare nessuna.
L’italianità è tuttavia una definizione troppo generica.
Verrà dunque un giorno in cui si cercheranno – e si affermeranno – identità meglio definite.
Allora, però, saranno già spariti quanti si fanno soltanto trascinare da chi ha quella che risulta più forte, cioè i musulmani, cui la Meloni risponde resuscitando una categoria – quella nazionale – ormai obsoleta.
La gioventù autenticamente cristiana guarda piuttosto alla dimensione – se non alle forme storiche – del Sacro Romano Impero, che era suddiviso in entità regionali.

Tornando al corteo di Imperia, non erano presenti né “Mohammed” Bensa, né il suo attendente bengalese.
Tra quanti lo hanno disertato si annoverano inoltre tanto la nonna quanto il nipote.
Notata invece la partecipazione della professoressa Oddone.
Non trattandosi – a quanto ci è stato riferito – di un ectoplasma, bensì di un’inaspettata resurrezione, ci domandiamo per quale motivo l’attempata ex dirigente comunista, giunta all’apice della carriera negli anni d’oro della Selvaggina, abbia deciso di vestire i panni di Lazzaro, uscito dalla tomba.
Il Vangelo, narrando la vicenda di questo miracolato, riferisce le parole di sua sorella: “Iam olet”, dice Marta.
Simili personaggi diffondono infatti inevitabilmente una gran puzza di cadavere.

La loro ricomparsa è da mettere in relazione con la regressione cui si è condannato il Partito ex Comunista, che il “movimentismo” della Schlein ha riportato ai mai abbastanza biasimati “modelli”.
L’illusione di poter “fare come in Russia” – o come in altri Paesi lontani tanto geograficamente quanto soprattutto culturalmente – coincide sempre con le fasi storiche in cui la sinistra perde il contatto con la realtà nazionale, nei quali cioè si estrania non solo dalla nostra identità, bensì – quanto è peggio – dalle reali necessità e dalle reali aspirazioni della gente.

I dirigenti ex comunisti, partiti per una crociera nel Mediterraneo dimenticando perfino di imbarcare il cibo e i medicinali generosamente offerti da chi li credeva destinati ai poveri abitanti di Gaza, non si sono mai preoccupati che i reparti ospedalieri venissero svenduti a soggetti privati, aggravando – anziché ridurre – uno spreco di risorse pagato da due categorie di persone: i giovani laureati, che non possono far valere la loro preparazione in un concorso pubblico prescritto dalla Costituzione, e soprattutto gli utenti, i quali vedono allungarsi le tristemente note “liste di attesa”.

Abbiamo citato uno soltanto dei molti scandali su cui l’opposizione nemmeno si pronuncia.
Potremmo anche parlare della privatizzazione della “Rivieracqua” o degli stipendi pubblici elargiti agli amici del Sindaco, assunti per chiamata diretta con la qualifica, naturalmente, di dirigenti.
Queste cose le possono però denunciare quei consiglieri comunali e regionali che studiano umilmente le delibere, come si usava fare una volta.
La professoressa Oddone non ne ha mai studiata nessuna, come non hanno studiato nessuna proposta di legge i deputati partecipanti alla crociera.

Se l’ex consigliere regionale, ex assessore alla Cultura del Comune di Genova, ex assessore del Comune di Imperia ed ex componente del Comitato Centrale ritiene di avere qualcosa da dire, perché non mette a disposizione della causa per l’appunto la propria cultura?
Per il semplice motivo che le manca.

Quando Genova divenne la sua “Capitale Europea”, venne dedicato a tale circostanza un supplemento de “Il Secolo XIX”.
L’assessore competente, chiamato a mostrare la propria attitudine a tale ruolo, avrebbe potuto esibirla nel suo articolo di presentazione.
Apparvero invece solo venti righe, anodine e burocratiche, redatte verosimilmente da qualcuno degli innumerevoli addetti alla segreteria.

A Gaza, intanto, il dramma si avvia al finale più prevedibile.
I dirigenti di Hamas fuggono avendo patteggiato un salvacondotto e lasciando nella cacca i loro poveri sudditi, mentre la “Striscia” viene affidata al governo dei palestinesi moderati, i quali – si spera – avranno una nuova occasione per farne la Singapore del Mediterraneo.
I terroristi avevano speso tutto l’aiuto internazionale per scavare un’immensa gruviera di gallerie da cui partire per l’attacco del 7 ottobre, imponendo per giunta ai cittadini la “legge islamica”.

Mentre però la “sharia” viene abrogata a Gaza, la sinistra intende introdurla in Italia, avendo adottato il “modello palestinese”.
La professoressa Oddone, grande poliglotta di formazione mitteleuropea, ha avuto l’opportunità di accostarsi al grande pensiero della socialdemocrazia europea.
Anziché inneggiare agli islamisti, avrebbe fatto bene ad approfondirlo.

Togliatti rinnegò Turati e Prampolini per seguire Zdanov.
Ora i suoi nipoti, anziché correggere questo errore, si ispirano a Yahia Sinwar.
L’adozione dei “modelli” stranieri non è segno di cosmopolitismo, bensì del più ottuso e becero provincialismo, in quanto conseguenza diretta della rinuncia a pensare con la propria testa.
Come fecero a suo tempo gli aderenti al “Partito della Selvaggina”.

Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano  13/11/2025
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved