Scontro sul Bus, Proteste Studentesche e Nuovi Equilibri Sociali
Emergono nuovi particolari sullo scontro che nei giorni scorsi ha visto affrontarsi su di un autobus della “Riviera Trasporti” due extracomunitari – risultati privi del “Titolo di Viaggio” - e ben tre Ispettori della Concessionaria.
Gli stranieri erano l’uno di origine araba, e l’altro proveniente dall’America Latina.
Se fosse ancora vivo il Compagno Zecca, vedrebbe in tale spontanea alleanza una nuova affermazione dell’Internazionalismo Proletario.
O – più correttamente – sottoproletario.
I due protagonisti dello scontro sarebbero stati infatti catalogati quali “lumpen” nei Paesi del cosiddetto “Socialismo Reale”.
Come è noto, i nostri tre connazionali hanno avuto la peggio.
Il Machiavelli si rivolta nella tomba, avendo citato – a proposito di tali confronti – il Petrarca.
Il quale aveva profetizzato: “Virtù contra furore prenderà l’arme, e fia il combatter corto, che l’antico valor negli italici cuor non è ancor morto”.
Visti i risultati, è sconsigliabile per l’Italia una ripetizione del Ventiquattro Maggio.
L’esito conseguito sul campo – o meglio sull’autoveicolo -  ha entusiasmato la Comunità Islamica, che ha colto in tale episodio un’eco della Battaglia di Badr.
Nella quale i Credenti, guidati personalmente dal Profeta Maometto (che la Pace e la Benedizione siano su di Lui), sbaragliarono gli infedeli, benché molto maggiori di numero.
I giornali riferiscono però anche che uno dei due “extracomunitari” si trovava in stato di ebbrezza.
Ci auguriamo non si trattasse del musulmano, dato che in tal caso “Mohammed” Bensa sarebbe combattuto tra il desiderio di congratularsi per la vittoria ed il dovere di rimproverare l’infrazione al Precetto Religioso.
Anche nel campo occidentale – o “giudaico – cristiano” – si stanno però aprendo gravi contraddizioni.
I Vigili Urbani hanno proceduto alla rimozione forzata di un veicolo della De Vizia, abbandonato in sosta vietata dall’equipaggio.
I cui componenti si attardavano al bar per consumare il rituale “cappuccino” del mattino.
L’episodio rivela la crescente tensione tra il Sindaco ed il titolare della Concessione, causata dai pessimi risultati dell’Imperia.
La Squadra di Calcio, non essendo abbastanza foraggiata dall’Uomo della “Rumenta”, è infatti ultima in classifica.
Pare di essere tornati alla Guerra Civile che oppose a lungo lo Zio ed il Nipote.
In questo caso, la similitudine è con il Sudan, dove si affrontano in modo cruento l’Esercito Regolare e le “Forze di Rapido Intervento”, essendo ciascuna fazione spalleggiata dai rispettivi “Arabi del Petrolio”.
I “Pallanuotisti”, dopo il “rompete le righe”, praticano invece la Neutralità Disarmata.
Osvaldo “Braccioforte” Martini Tiragallo – più che mai “giù da matti” - dispera di potere svolgere una mediazione, come quella proposta invano per Gaza e quella, ben più modesta, tra Lupi e Scajola: che ha portato quanto meno alla stipula di un tacito “modus vivendi”.
Anche se per il quattordici volte Presidente si tratta in realtà di un “modus moriendi”.
Non sarà comunque una morte per fame: le cene consumate nel Ristorante “Braccioforte” in occasione della “Festa dell’Olio di Oliva” verrebbero infatti comparate dal Manzoni a quelle di Eliogabalo.
Mentre ad Imperia si assiste ad una riedizione in forma di farse della tragedie mondiali, in tutta Italia gli studenti hanno organizzato cortei – in qualche caso forieri di “tensioni” con le Forze di Polizia – la cui cosiddetta “piattaforma” nazionale era caratterizzata da due punti ben precisi: uno era la cessazione degli investimenti in armi, vale a dire la rivendicazione della Neutralità dell’Italia nei conflitti attualmente in corso, l’altro il sostegno ai Palestinesi nella questione di Gaza.
Che cosa c’è di nuovo rispetto agli anni scorsi?
In tutto il tempo successivo al Movimento del “Sessantotto”, in parte esauritosi poco a poco nel corso degli Anni Settanta ed in parte degenerato nel terrorismo, il Partito Comunista – attraverso tutti i suoi cambi di denominazione e di Segretario – ha inutilmente tentato di riaccendere il fuoco di una rivolta generazionale.
Che non poteva logicamente ripetersi fino a quando chi pretendeva di suscitarla era lo stesso soggetto resosi responsabile della sua repressione.
Le parole d’ordine non erano peraltro neanche degne del nome di “riformista”.
Si andava infatti da generici appelli alla “Riforma della Scuola” a rivendicazioni ridicole, come l’accensione del riscaldamento, lesinato dai Sindaci in quanto privi di denaro.
Non mancava comunque mai il Dirigente Scolastico pronto a ricordare come “ai suoi tempi” (cioè ai tempi del “Duce)  gli studenti portassero con sé ciascuno un ceppo per alimentare l’unica stufa a legna presente nell’aula.
Da Lenin si era dunque retrocessi a De Amicis.
Quest’anno la guida del Movimento è stata invece assunta dagli Islamisti.
I “Democratici” essendo costretti ad andare al loro seguito, ed a subirne l’egemonia.
Noi ripetiamo ancora una volta che siamo assolutamente contrari alla petizione di principio riguardante la negazione del diritto all’esistenza dello Stato di Israele.
Constatiamo tuttavia che è finalmente nata, tra i giovani, una nuova Sinistra.
Che gli ex Comunisti non possono né frenare – come sarebbe loro intenzione – né etero dirigere.
Mancando loro quel primato ideologico, sia pure usurpato e gestito per meschini interessi di bottega, di cui godevano al tempo del Marchese Berlinguer.
Dopo di allora, si è vissuto un un lunghissimo riflusso, caratterizzato dall’inevitabile delusione, e dal conseguente disimpegno, dalle nuove generazioni.
Quanti facevano finta di “occupare” i Licei per “farsi le canne” o per fare sesso non costituivano certamente l’avanguardia di una nuova ondata di giovani impegnati, ma soltanto i figli di una borghesia tanto più esaurita moralmente e civilmente quanto più imparentata con i Dirigenti del “Nazareno”.
La nuova generazione che vediamo scendere in piazza potrà naturalmente vincere o perdere, ma l’esito dello scontro non dipende più dal Partito ex Comunista.
In quanto – vale la pena ripeterlo – non può nè coartare il Movimento, né tanto meno egemonizzarlo.
Esso può soltanto aggiungere la propria sigla all’elenco dei promotori delle manifestazioni.
Ad Imperia, non ha fatto neanche questo.
Il Nipote si è infatti nascosto ancora una volta dietro la Nonna, che ha apposto la firma della Chiesa Protestante.
Martin Lutero si rivolta nella tomba, vedendo che la Riforma partorisce i Granatini.
Anziché sollevarsi contro Roma, ci si sottomette a Frascati.
Parliamo però del significato nazionale – ed anche internazionale – di quanto sta succedendo.
C’è un filo rosso – o meglio un filo verde, tale essendo il colore dell’Islam – che unisce il risultato elettorale di Nuova York con le proteste inscenate non soltanto in Italia, ma in tutta l’Europa Occidentale.
Trovando origine ambedue questi eventi nelle Metropoli, dove la presenza delle culture allogene risulta più forte, ed è di conseguenza maggiore l’influenza degli apporti provenienti dal di fuori dell’Occidente, la componente islamica assume la guida del Movimento.
Che viene rafforzata per effetto dello spostamento dello scontro dal terreno delle ideologie a quello delle identità.
Questo cambiamento nel cosiddetto “zeit geist” non dovrebbe in teoria favorire i Musulmani.
I quali son ancora minoritari dovunque, pur popolando gli immensi ghetti delle “banlieues”.
I motivo della loro egemonia – sono sempre le minoranze che fanno la storia – risiede nel fatto che sanno che cosa vogliono.
Gli altri sanno soltanto che cosa non vogliono, e cioè il mantenimento dello “status quo”.
I Rivoluzionati si distinguono dai rivoltosi precisamente perché sono in grado di dirigere i movimenti storici verso una meta concreta: il futuro dirà se verrà raggiunta.
E’ comunque comprensibile che anche molti non musulmani si rivolgano a loro.

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Mario Castellano  27/11/2025 articolo del 15/11/2025
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