La rottura, ormai consumata, tra i democratici ed i renziani esprime un dissidio ideologico profondo ed insanabile come quello che a suo tempo contrappose i fascisti e gli antifascisti, i socialcomunisti ed i fautori dell'Occidente.
Zingaretti taccia di irresponsabilità i suoi ex compagni di partito in quanto - a suo dire - essi aggravano la crisi economica scoraggiando gli investimenti in Italia con la destabilizzazione indotta dalla crisi di governo.
Proviamo a metterci dal punto di vita di un imprenditore straniero. Nei giorni scorsi, Jack Ma, l'uomo più ricco della Cina (nonchè tra i più ricchi del mondo), è sparito - nel senso che non si sa se sia vivo o morto, nè dove si trovi - soltanto perchè aveva criticato, nel corso di una trasmissione televisiva, l'eccessiva ingerenza del partito nell'economia. Inutile aggiungere che è stato completamente espropriato.
Naturalmente, ci sono sempre degli avventurieri economici, disposti ad investire in Paesi dove sanno di esporsi a simili rischi, che fino ad ora però non si correvano in Italia, in quanto eravamo ancora uno Stato di diritto. Non siamo però più in questa condizione da quando il Governo - ed anzi il Presidente del Consiglio quale organo monocratico - può legiferare a propria completa discrezione, avendo ridotto il Parlamento ad un ruolo meramente decorativo, come quello della "assemblea del popolo" di Pechino. La quale, almeno, svolge le sue sessioni con solennità, mentre le riunioni delle nostre Camere sono - come si dice a Milano - "on funeral de terza class". Non c'è - per esse - neanche rispetto formale. Ai deputati ed ai senatori gli sta bene, dato che non sono stati capaci di difendere le loro prerogative. Fino al punto che ora tutto sta per finire in un "mercato delle vacche", con cui Conte assolderà i "responsabili" disposti a rimpiazzare i renziani.
Pare che al "rottamatore" sia stata promessa una cattedra universitaria (?!) negli Stati Uniti: Letta junior ne ha già ottenuta una a Parigi. Rispetto ai tempi di Enrico Fermi, di Arturo Toscanini, di don Luigi Sturzo e di Gaetano Salvemini, la nostra emigrazione intellettuale è scesa ad un livello infimo. Quando Scalfari gli ha regalato dei libri, raccomandando che li leggesse, l'uomo di Rignano sull'Arno ha rifiutato di farlo, dicendo che non ne aveva il tempo. Se anche li avesse consultati, non ci avrebbe comunque capito nulla: la sua cultura non va oltre la "ruota della fortuna". Come tutti gli ignoranti, Renzi è anche presuntuoso, al punto che non ascolta i suoi consiglieri. Si presume che costoro abbiano avvisato che la diminuzione della autonomia goduta dalla Provincia di Bolzano e dalla Val d'Aosta violava i trattati internazionali, ma per lui queste sono delle bazzecole.
La Costituzione venne redatta dai migliori giuristi della vecchia generazione, la sua mancata riforma è stata concepita dalla Boschi. Meglio evitare ogni commento volgare. Mentre l'Italia si allontana dall'Occidente, e viene trascinata da Conte verso i lidi del Terzo Mondo, non c'è nessun Antonio Gramsci e nessun Benedetto Croce che vi si oppone, ma soltanto Maria "Etruria" Boschi. Conte può dunque atteggiarsi come un Xi Jinping, di San Giovanni Rotondo.
I democratici si qualificano dal canto loro come nipotini di Stalin, accingendosi a fare da caudatari del nuovo "uomo forte". Il quale - per giunta - non ha nulla in comune con la loro cultura poilitica. Il suo meridionalismo non è certo quello di De Sanctis, di Settembrini, di Dorso, di don Sturzo, di Amendola e di Moro: tutti uomini che avevano aspirato alla democrazia.
C'è nel sedicente "avvocato del popolo", soltanto il riflesso della vocazione - propria delle plebi del mezzogiorno - ad avere qualcuno da acclamare, senza stabilire alcun rapporto dialettico. Conte si colloca dunque a buon diritto nella galleria dei dittatori e dei semidittatori in cui già figurano personaggi quali Putin, Xi Jinping, Erdogan e Sisi.
Gli investitori stranieri, con buona pace di Zingaretti, non sono attratti dalla stabilità del potere, ma dalla certezza del diritto. Questo vale anche per gli imprenditori italiani. Dalla nostra provincia, già più di millesettecento di loro si sono trasferiti nel Dipartimento delle Alpi Marittime. I torinesi, dal canto loro, hanno portato armi e bagagli a Chambery, o addirittura a Lione. I veneti si dirigono verso l'Austria. Basta domandare alle Camere di Commercio.
L'uomo del Nazareno e quello di Palazzo Chigi - come pure il loro amico Benotti, scelto quale "ambasciatore" a Nizza - guardano a noi come a dei selvaggi, soltanto perchè non sappiamo apprezzare le "mirabilia" del loro Governo. Intanto la metà degli esercizi commerciali di Ventimiglia sono chiusi, e gli altri si avviano a fare la stessa fine.
Noi non scendiamo al livello di Conte e di Zingaretti, e dunque non usiamo verso queste persone un atteggiamento razzistico. Dobbiamo tuttavia trarre le conseguenze dalla "terzomondizzazione" che hanno deciso per l'Italia, che consistono nella scelta tra l'espatrio e la secessione.

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Mario Castellano  18/01/2021
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