Monsignor Viganò è ricomparso, ...
Monsignor Viganò è ricomparso, pubblicando un lungo testo, che non pare redatto personalmente dal prelato tradizionalista salvo nel prologo e nella chiusura, inframmezzati da una dettagliata ricostruzione delle vicende ucraine, redatta secondo i canoni della propaganda ufficiale del Cremlino.
Secondo questa versione, la scelta indipendentista e filo occidentale compiuta con la cosiddetta “Rivoluzione di Maidan” sarebbe il risultato del consueto “complotto ebraico”, ordito da Soros e da alcuni oligarchi israeliti di Kiev, ispiratori del Presidente Zelensky: il quale ha naturalmente la colpa di essere ebreo.
Si sprecano le più vergognose argomentazioni antisemite, confermando quanto già si sapeva: Mosca considera gli Israeliti in quanto tali come nemici, e dunque mobilita contro di loro i propri seguaci, tra cui la “new entry” Viganò.
Fin qui, non c’è nulla di nuovo: il cosiddetto “mondialismo” non è che una versione aggiornata e corretta del mussoliniano “complotto demo-pluto-giudaico-massonico bolscevico”.
Risulta più interessante un esame delle enunciazioni espresse da Viganò, il quale – essendo stato evidentemente arruolato dai servizi segreti di Putin - è costretto a mettere la sua firma sotto le loro “veline”.
Qui l’alto prelato ci rivela quale sia il disegno seguito dall’uomo del Cremlino, il quale – pur usando metodi criminali nel condurre la sua guerra - non è certamente un pazzo, ma agisce proponendosi degli obiettivi molto precisi.
Ecco quanto scrive a questo proposito il Monsignore:
“Forse la Provvidenza ha stabilito che sia Mosca, la Terza Roma, ad assumersi oggi dinanzi al mondo il ruolo di “katékon”, di ostacolo escatologico all’Anticristo. Se gli errori del Comunismo sono stati diffusi dall’Unione Sovietica, giungendo ad imporsi finanche dentro la Chiesa, la Russia e l’Ucraina possono avere oggi un ruolo epocale nella restaurazione della Civiltà Cristiana, contribuendo a portare al mondo un periodo di pace dal quale anche la Chiesa risorgerà purificata e rinnovata nei suoi Ministri. Gli Stati Uniti d’America e gli Stati europei non devono emarginare la Russia, ma anzi stringere con essa un’alleanza non solo per il ripristino degli scambi commerciali per la prosperità di tutti, ma in vista della ricostruzione di una Civiltà Cristiana, che sola potrà salvare il mondo dal mostro globalista tecno-sanitario e transumano”.
A questo punto, le ragioni delle parti in causa sono definite nel modo più chiaro: Putin e Viganò intendono restaurare il principio di legittimità, opponendosi tanto alle democrazie liberali – che l’uomo del Cremlino avversa, considerandole l’espressione di un pensiero politico ormai esaurito – quanto al principio di autodeterminazione dei popoli.
Se però questo diritto è negato agli Ucraini, esso viene rimesso in discussione per tutti: tanto per chi ha già ottenuto l’Indipendenza, quanto per chi aspira a realizzarla.
Si ritorna dunque alla situazione vissuta dai nostri nonni nel 1914, ed il criterio in base al quale compiamo la nostra scelta è lo stesso che essi seguirono allora.
Quale è l’opzione della Chiesa Cattolica?
Nel 1914, la Santa Sede si dichiarò neutrale, in base all’argomento che c’erano dei cattolici da una parte come dall’altra, e questo la esimeva dal prendere posizione.
In realtà, il Vaticano voleva che fosse preservato il principio di legittimità.
Molti credenti, a titolo individuale, fecero la scelta contraria.
Sulla quale influirono indubbiamente le atrocità commesse dai Tedeschi nel Belgio: l’Università di Lovanio venne distrutta dall’esercito del “Kaiser” non in quanto costituisse un obiettivo militare, ma solo perché era cattolica, questo fu uno dei motivi per cui molti nostri correligionari, in particolare italiani, aderirono alla causa dell’Intesa.
Oggi, i Russi si accaniscono in particolare contro i cattolici dell’Ucraina, considerandoli i più favorevoli all’Occidente.
Il principio di legittimità non sopravvisse alla Grande Guerra.
Auspichiamo che ciò si ripeta, in quanto siamo favorevoli al principio di autodeterminazione, e lo prevediamo, perché il mondo procede verso l’affermazione di tutte le identità.
Se la Chiesa non vuole trovarsi spiazzata, può ritornare all’ideale di un Impero ispirato dal Cristianesimo Occidentale, distinto da quello Orientale: altrimenti, finiremo per essere unificati sotto l’egida del Patriarcato di Mosca, ed i diritti dei popoli – anziché convivere nel reciproco rispetto - verranno negati.
A questo punto, l’unica identità che si riconoscerà nella Chiesa Cattolica sarà quella della Città del Vaticano, con i suoi abitatori poligami: schierati – “ça va sans dire” – con Putin.
Mentre scriviamo, la radio invita a risparmiare l’elettricità.
I sacrifici si sopportano se chi li chiede ha prestigio, e se si crede in un ideale.
La Chiesa può, meglio di tutti, contribuire ad affermarlo.

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Mario Castellano  15/3/2022
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